"Evidence", prova. Di crimini e di violenze compiute in Kossovo tra la primavera e l’estate del 1999. Evidenze fissate dagli scatti di Gary Knight ora raccolti in una mostra fotografica promossa dall’Agenzia VII che raggruppa alcuni tra i fotogiornalisti più conosciuti a livello internazionale.
"Evidence ci sfida a considerare il crimine come un processo umano razionale e deliberato" afferma Gary Knight a proposito della mostra "per gran parte della società il concetto di crimini di guerra è molto astratto. Spero di averlo reso meno astratto, più umano".
Queste parole di Gary Knight sono quasi didascalia programmatica alle sue fotografie. I crimini di guerra in Kossovo vi sono stati e per questi ultimi vi sono dei colpevoli, sembra dirci Gary Knight. Ma la sua non è una ricerca della colpevolezza in sé ma una pulsione verso la coscienza sulla responsabilità degli atti.
Gary Knight si rifiuta di avallare la tesi secondo la quale i crimini di guerra sono dovuti ad una follia generale, ad una pulsione incontrollabile vero l’oscuro. Sono bensì atti razionali e deliberati, compiuti su larga scala. Ritornano immediatamente in mente le vicende della pulizia etnica in Bosnia. A Prijedor ad esempio, città nel nord del Paese, dove l’esercito ed i paramilitari serbo-bosniaci avevano programmato con minuzia i massacri nei confronti dei musulmano-bosniaci. Con tanto di camion pronti per svuotare di ogni cosa, dal frigorifero alle prese elettriche, le case i cui proprietari erano stati deportati od uccisi.
Il testo che accompagna le fotografie, linea che ci guida da un’immagine all’altra, è l’imputazione contro Milosevic presentata presso il Tribunale Internazionale dell’Aja. Il legame con la vicenda processuale è infatti intenso. Knight afferma di aver scattato le fotografie non solo con gli occhi di un giornalista: "ho fotografato le fosse comuni, le scene di crimini, ho interpretato i capi di accusa, assassinio, persecuzione e deportazione, in un contesto visivo".
Con questa mostra Gary Knight ha vinto il premio Amnesty International 2001/2. E’ accompagnata da un libro pubblicato dalla casa editrice de.MO di New York ed ha debuttato nel settembre 2002 nell’ambito della "War Correspondents Festival" a Bayeux in Francia.
Per chiunque fosse interessato ad avere maggiori informazioni, anche per un’eventuale esposizione della mostra rivolgersi a Elaine Broadley, Agenzia VII.
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