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Lesbo: il campo di Pikpa
Il campo rifugiati di Pikpa si trova a Mitilene, sull’isola di Lesbo. È un ambiente estremamente curato e confortevole: le pareti sono colorate e vi sono appesi i disegni dei bambini, c’è l’altalena e perfino una tenda piena di giochi. È un campo un po’ particolare perché ospita i rifugiati più vulnerabili: bambini, disabili, anziani, membri della comunità LGBT, donne incinte, famiglie che hanno perso qualcuno durante il viaggio o che hanno parenti in ospedale.
L’obbiettivo di chi gestisce il campo è quello di trasmettere una maggior serenità possibile e garantire un’ accoglienza dignitosa. Per questo vengono organizzati corsi di yoga, performance di clown, proiezioni di cartoni animati, laboratori teatrali e di musica. Inoltre è garantita la presenza di professionisti che danno supporto psicologico agli ospiti.
Come tante altre strutture greche che si fa carico dei rifugiati è completamente autogestita. Il sito, che sorge vicino all’aeroporto, è stato occupato da attivisti locali e poi trasformato per accogliere i rifugiati. Pensato per ospitare 150 persone, arriva a contenerne anche 600. Pikpa è retto in primis da volontari provenienti da Lesbo. L’intento, infatti, è quello di coinvolgere una parte sempre maggiore della società civile dell’isola affinché Pikpa diventi simbolo di un impegno comunitario e sostenibile.
Alcuni dei divani, degli scaffali e del magazzino sono stati costruiti con materiali riciclati provenienti da barche. Sono anche iniziati i lavori per preparare un orto per contribuire, almeno in parte, ai bisogni di frutta e verdura.
A seguito dell’accordo tra Turchia e Ue, i campi di Lesbo che accoglievano i rifugiati sono stati svuotati e questi trasportati ad Atene. Nonostante l’iniziale volontà del sindaco di Mitilene fosse quella di sgombrare anche Pikpa, per il momento si è deciso che il campo continuerà ad operare.
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