Le strade di pace della Pannonia

Una pista ciclabile attraverso uno dei paesaggi più belli d’Europa da Osijek a Sombor, città divise dalle guerre degli anni ’90. Un’iniziativa di organizzazioni non governative sostenute dai due Municipi. 100 km di cultura e biodiversità

10/10/2006, Drago Hedl - Osijek

Le-strade-di-pace-della-Pannonia

(foto D. Hedl)

Due città che distano una dall’altra un centinaio di chilometri – Osijek in Croazia e Sombor in Serbia – l’ultimo giorno di settembre di quest’anno sono state unite con una pista ciclabile di nome "Panonski putovi mira" (Strade di pace della Pannonia), costruita all’interno del progetto di collaborazione e riconciliazione transfrontaliero. Fino alla guerra del 1991, Osijek e Sombor, in quanto parte dell’allora stato comune, avevano numerosi e complessi legami economici, culturali e sportivi. La guerra ha distrutto tutto ciò e le due città si sono trovate a far parte di stati diversi, in un ambiente traumatico del dopo guerra pieno di tensioni. Ma i legami piano piano si stanno rifacendo, e un tale legame – la pista ciclabile – è stato da poco realizzato da due organizzazioni non governative: Zeleni Osijek (Osijek verde) e Zelena mreza Vojvodine (Rete verde della Vojvodina) di Novi Sad. Nel progetto sono entrate anche la Città di Osijek e il Comune di Sombor.

"Questa è la terza pista ciclabile al mondo che collega territori che un tempo erano in conflitto. Siamo molto soddisfatti che sia stata terminata dopo un anno e che servirà non solo ai cittadini di Osijek e di Sombor, ma anche ad un bacino più esteso", dice Jasmina Sadikovic, guida dell’organizzazione non governativa Zeleni Osijek.

La pista è stata costruita rispettando pienamente i criteri ecologici. Oltre a una parte di pista ciclabile asfaltata, il tracciato comprende anche i sentieri del bosco e le piste già esistenti, attraversando un paesaggio vario e interessante fra i due paesi. Una sua parte attraversa il Parco naturale di Kopacki Rit, territorio paludoso fra il Danubio e la Drava, segue lungo le cantine dei vini di Baranja, e attraverso il Danubio, in Vojvodina continua attraverso i suoi villaggi ricchi di contenuti etnici lungo la zona protetta del corso del Danubio.

"Credo che mi servirebbero circa quattro ore per attraversare l’intera pista ciclabile che porta da Osijek fino a Sombor. Ho attraversato la parte da Osijek fino a Zlatna greda, qua a Baranja e mi è servita un’ora e mezza con un andamento un po’ più veloce, ma su questa strada consiglierei di andare più piano. E’ un peccato attraversarla velocemente, perché ci sono veramente tante cose da vedere. A Kopacki Rit si possono vedere stormi di uccelli, alcuni si possono vedere soltanto là. Si può mangiare e bere qualcosa perché ci sono diverse locande", dice Dinko Pesic.

La pista ciclabile Osijek-Sombor (foto D. Hedl)

Anche Marija Jurcevic è entusiasta di questa pista ciclabile che collega due città della Pannonia, Osijek e Sombor. Dice che bisogna sfruttare queste calde giornate autunnali per percorrere l’intero itinerario per conoscere tutte le sue bellezze: "Tanti di noi hanno attraversato alcune parti dell’itinerario, ma sono in pochi quelli che l’hanno attraversato per intero. Direi che è un’ottima occasione farlo adesso durante uno dei prossimi week end. Bisogna rallentare un po’ il ritmo quotidiano e ritornare alla natura, godere tutti i valori che abbiamo da queste parti, e che non abbiamo completamente conosciuto."

Nonostante l’intero progetto sia stato avviato da parte delle organizzazioni non governative della Croazia e della Serbia, presto si è unita anche la politica ufficiale. Margit Zoric, consigliere presso il Municipio di Osijek, dice che Osijek e Sombor appartengono alla stessa regione pannonica e che entrambe le città hanno molte affinità, ma anche molti problemi simili. "Osijek, come Sombor, è multietnica e multinazionale ed è un legame che ci univa anche prima della guerra. Lo abbiamo riconosciuto e per questo motivo desideriamo sviluppare la collaborazione là dove è possibile farlo, dal turismo fino all’economia", dice Margit Zoric.

Ci sono parecchie idee: dalla commemorazione del Giorno del Danubio, una manifestazione ormai tradizionale dove partecipano le organizzazioni non governative della Croazia e della Serbia – con lo scopo di rendere noto che c’è la necessità di proteggere questo grande fiume europeo che attraversa una decina di stati – l’Associazione dei verdi di Osijek, con i loro partner della Vojvodina, pensano di organizzare anche dei festival etnici ed ecologici, che si terrebbero in una parte lungo la pista ciclabile Osijek-Sombor. Le condizioni per farlo sono ideali. La pista è bella, su uno spazio relativamente piccolo è piena di diversi bellissimi paesaggi: dagli stormi di uccelli a Kopacki rit, una delle riserve di uccelli più grande d’Europa, fino al Danubio e alla Drava, i boschi di Baranja con tanti animali selvaggi, i vigneti e le cantine dei vini, le tipiche fattorie della Vojvodina dove la vita non è cambiata molto negli ultimi decenni.

"Per noi del Club dei ciclisti di Osijek, questa pista significa tanto perché adesso abbiamo un tracciato che possiamo attraversare indisturbati, godere nelle bellezze della natura e conoscere il l’ambiente circostante", dice Slaven Getos, il presidente del Club dei ciclisti di Osijek, che insieme agli altri membri del club, attraverserà volentieri quel tracciato.

La pista è segnata lungo tutta la strada per permettere di muoversi più facilmente senza paura di perdersi su una delle stradine del bosco. L’intero progetto, costato 150 mila dollari, è stato sostenuto da USAID e Catholic Relief Service.

Il tracciato della pista è stato progettato con molta attenzione. All’itinerario definitivo si è arrivati dopo una serie di riunioni, conversazioni e studi con la popolazione locale, gli istituti statali per la progettazione ambientale, le associazioni, varie istituzioni e i governi locali. La pista ciclabile "Panonski putovi mira" è soltanto un progetto pilota per la futura rete di piste transfrontaliere. Le mete principali di queste piste saranno progettate in modo da permettere l’attraversamento delle regioni che rivestono un’importanza naturale storica e culturale della Pannonia.

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