Le risposte del presidente
Il 19 febbraio il presidente dell’Inguscezia Yevkurov ha incontrato gli studenti dell’università locale e ha risposto alle loro domande senza cercare di nascondere i problemi che gravano sul paese. Un reportage
Nazran, Università Statale dell’Inguscezia, 19 febbraio 2010. C’è fermento attorno al moderno edificio del campus universitario in cui si trova l’aula magna. Si vedono macchine e jeep blindate parcheggiate nel cortile, controlli di sicurezza all’ingresso.
Tutti aspettano l’arrivo del presidente dell’Inguscezia, Yunus-bek Yevkurov. Circa duecento studenti ben vestiti aspettano seduti ordinatamente l’inizio dell’evento. Seguendo l’esempio del presidente russo Dmitri Medvedev, che a inizio febbraio ha incontrato a Tomsk un gruppo di studenti universitari, Yevkurov ha deciso di incontrare direttamente gli studenti dell’Università Statale dell’Inguscezia per parlare della situazione dei giovani in questa piccola repubblica caucasica e per rispondere direttamente alle loro domande. Nelle prime file siedono rappresentanti del governo, tra cui i ministri o vice-ministri di istruzione, economia, trasporti, lavoro e altri. Prima che il presidente arrivi, un’anziana signora con piglio deciso verifica che tutti siano presenti.
Yevkurov parla con voce pacata, mescolando al russo qualche espressione o aneddoto in inguscio. Sul suo volto non si nota quasi traccia dell’ attentato che la scorsa estate lo aveva lasciato in fin di vita. Parla apertamente, senza cercare di nascondere o minimizzare le difficoltà, e tenta di indicare delle soluzioni per riportare stabilità nella regione.
Il presidente apre il suo intervento parlando della corruzione nel sistema scolastico, un problema che coinvolge direttamente tutte le repubbliche del Caucaso settentrionale. "Tutti sanno perfettamente quanto costa un esame, quanto costa una laurea, o un posto all’università. Non è un segreto per nessuno. E vedere che chi ha soldi e non frequenta neppure le lezioni ottiene i voti più alti ha un influsso estremamente negativo sulla psiche dei nostri ragazzi, è diseducativo. Bisogna liquidare la corruzione nel nostro sistema educativo, bisogna escludere dall’università chi non frequenta le lezioni", ha dichiarato Yevkurov parlando con gli studenti.
Stabilizzazione e tradizione
Ma secondo Yevkurov la priorità assoluta del suo governo è la stabilizzazione. Quasi tutti i giorni, infatti, si hanno notizie di esplosioni, sparatorie e vittime in questa repubblica che ha una superficie inferiore a quella del Molise, e una popolazione di poco più di mezzo milione di abitanti. Ci sono posti di blocco al confine con la vicina repubblica dell’Ossezia del Nord, e ai lati delle strade si vedono frequentemente militari con pesanti giubbotti anti-proiettile, armi automatiche e talvolta con il volto coperto da passamontagna. Secondo Azamat Albogačiev, vice-rettore della locale università, la presenza così intensa di soldati crea più problemi di quanti non ne risolva. "Se vietassero l’ingresso nella repubblica a tutte le forze di sicurezza federali, la situazione si tranquillizzerebbe presto. La loro presenza intimorisce, la gente non crede nel domani", mi racconta.
Per uscire dall’attuale situazione di stallo, Yevkurov sembra invece intenzionato a fare maggiore affidamento anche in ambito educativo sulla famiglia e sul tejp, un’antica istituzione diffusa tra ingusci e ceceni che tradizionalmente unisce tutte le famiglie che riconoscono di avere un progenitore comune. "L’educazione deve avere luogo prima di tutto in casa. E il tejp deve avere un ruolo nello scegliere chi può accedere all’università e chi può ottenere sostegno per studiare fuori dall’Inguscezia. In questo modo, lo stesso tejp garantirà che chi viene scelto studi davvero e non faccia vergognare la repubblica", ha dichiarato Yevkurov durante l’incontro con gli studenti.
Ma non tutti nella repubblica sembrano convinti che questo approccio possa portare dei risultati positivi. "Il tejp è una struttura tradizionale che come tale è probabilmente sparita trecento anni fa," mi racconta di fronte a una tazza di tè Israpil Sampiev, professore di politologia e sociologia all’università di Nazran. "Ora del tejp è rimasta solo una generica coscienza di avere antenati comuni, ma al suo interno esistono dei clan, gruppi di famiglie legate da stretti legami di parentela che hanno interessi diversi. È strano che uno stato moderno decida di affidarsi a queste strutture. E anche dal punto di vista legale una procedura di questo tipo non ha alcun senso. Qualsiasi procedura che rifiuti criteri oggettivi viola la legge, crea problemi". Ha qualche dubbio anche Timur Akiev, direttore della locale sezione di Memorial, nota organizzazione per la difesa dei diritti umani. "Il tejp può avere un’influenza positiva sugli studenti che si comportano male o per situazioni di questo tipo, ma certo non può fare niente per convincere i ribelli a tornare alle loro case. In ogni caso, prima di dare giudizi definitivi è bene aspettare e vedere come funzionerà nei fatti questo sistema basato sui tejp".
Domande e risposte
Dopo il suo intervento, Yevkurov risponde alle domande degli studenti per circa un’ora e mezza. Sono domande di tipo diverso che toccano temi delicati, esposte direttamente e senza timore, spesso in tono quasi d’accusa. Uno studente, facendo riferimento all’anniversario della deportazione del popolo inguscio che cade il 23 febbraio, chiede "cosa fa il presidente della Repubblica inguscia per difendere l’onore e gli interessi nazionali dell’Inguscezia, in una periodo in cui in Ossezia e in tutta la Russia si dice sempre più frequentemente che la deportazione del nostro popolo è stata una cosa giusta e Stalin viene ricordato in modo sempre più positivo?". Un altro studente chiede cosa sta facendo concretamente il governo inguscio per quanto riguarda il prigorodnyj rajon e per i rifugiati che vivevano in quei territori. A domande di questo tipo, Yevkurov risponde in tono pacificatorio, cercando di minimizzare il senso di accerchiamento che emerge dai quesiti degli studenti.
Altre domande riguardano questioni pratiche, come l’assenza di autobus dall’università nelle ore serali, la possibilità di avere supporto pubblico per alcune iniziative e concorsi studenteschi, o di avere maggiore sostegno per quanto riguarda stage e borse di studio. In questi casi, Yevkurov interroga il ministro competente e distribuisce incarichi, fissando sempre una data precisa per fare rapporto, e assicurandosi che la sua decisione sia messa a verbale.
Quando gli viene chiesto perché il governo non agisce per rendere l’Inguscezia più attrattiva dal punto di vista turistico come stanno invece facendo le altre repubbliche del Caucaso settentrionale, risponde senza mezzi termini: "La questione più importante nella nostra repubblica è la tranquillità, la stabilità. Potrei raccontarvi favole adesso, e dirvi che costruiremo delle strutture per il turismo e via dicendo, ma la verità è che finché non c’è tranquillità è impossibile realizzare dei progetti di questo tipo."
Realismo e dialogo
Realismo e dialogo sembrano gli elementi principali alla base del governo di Yunus-bek Yevkurov. L’approccio sembra quello giusto. Ma come riconosce lo stesso presidente, la strada è ancora lunga e difficile.