Le lolite daghestane

Karina Gadzieva ha svolto per Caucasus Times una delicata indagine sulla prostituzione minorile in Daghestan. Fenomeno in crescita nonostante nel paese siano radicate forti tradizioni musulmane

16/12/2008, Redazione -

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Di Karina Gadzieva, Caucasus Times, 8 novembre 2008
Traduzione da Progetto Kavkas

Non è consentito parlare ad alta voce di prostituzione minorile in Daghestan. Nessuno tiene delle statistiche su questo fenomeno. Ma il fatto che nelle città daghestane gli adulti usino i minori come forma di commercio non è un segreto e coinvolge un numero considerevole di abitanti della repubblica, compresi i rappresentanti di organismi preposti all’applicazione delle leggi, funzionari pubblici ed insegnanti.

Nessuno si è assunto il compito di indagare sulla prostituzione minorile in questa repubblica islamica, così che i fatti e le testimonianze riportati in questo articolo sono praticamente inediti.

L’indagine sulla prostituzione in Daghestan si è rivelata piuttosto difficile: nessuno vuole parlarne, compresi i giornalisti locali. "Sei pazza? Sei in Daghestan… Qui abbiamo diverse regole e principi morali" è stato il tipo di risposta che ho ricevuto da molte fonti, fra cui funzionari statali ed insegnanti.

Il corpo delle minorenni viene utilizzato come "merce" da vendere e sfruttare nelle saune, nei bagni pubblici, negli alberghi ed in altre strutture adibite al relax. La polizia è a conoscenza dei "servizi" che vengono richiesti in questi luoghi; qualche volta effettuano delle perquisizioni, arrestano le giovani schiave del sesso e le portano presso la sede regionale del ministero degli Interni.

Tuttavia, dai controlli risulta poi che le ragazze fermate prestano servizio, per esempio, nelle cucine o come personale di servizio presso gli alberghi . Dopo un interrogatorio, le ragazze vengono multate ed inviate presso un istituto, da qui tornano alle loro famiglie e finiscono per fare ritorno alle saune, agli appartamenti in affitto ed in altri luoghi di intrattenimento del sesso maschile.

In ogni ufficio regionale del ministero vi è una banca dati, dove viene registrato il passaporto delle ragazze che si prostituiscono. Ufficialmente è impossibile accedere al database, che viene però facilmente "hackerato" dagli studenti locali che utilizzano queste informazioni per ricattare le conoscenti presenti nella"blacklist". Fra le ragazze presenti nel database, sono numerose le minori di età compresa tra i 13 ed i 15 anni.

Porno made in Daghestan

Nei circoli universitari e scolastici sono molto diffusi video pornografici di giovani ragazze daghestane. Un ragazzo su tre, abitante di Makhachkala, ha, sul proprio telefono cellulare, un video clip chiamato "Made in Daghestan". La trama si compone di una scena erotica. I volti delle giovani "attrici" non sono nascosti, mentre il viso dei soggetti di sesso maschile sono mascherati. Registrazioni di questo tipo appaiono periodicamente, ma le partecipanti di sesso femminile rimangono le stesse. Un recente video è caratterizzato da una scena di stupro. Questi cortometraggi vengano riprodotti e distribuiti utilizzando una vasta gamma di media digitali, CD e DVD.

Vita notturna

I tassisti sono un importante anello di congiunzione con il business della prostituzione. Essi fungono da intermediari tra i clienti e gli sfruttatori. Di notte i taxi sono particolarmente richiesti. Marat, un tassista, dice: "Quando ho iniziato a lavorare le prostitute minorenni erano una rarità, ora incominciano quando hanno 13-14 anni. Per quanto ne so, questa tendenza è presente non solo a Makhachkala, ma anche a Kizlar, Derbent ed in altre città del Daghestan…"

La prostituzione minorile nel paese non nasce dal nulla: vi è, infatti, una domanda e la domanda crea l’offerta. Questi servizi sessuali vengano utilizzati anche da funzionari statali, poliziotti e uomini che abitano nei villaggi e che vengono in città in cerca di divertimento notturno. I primi due gruppi agiscono "coperti" e spesso sono i beneficiari di questo business.

Molte tra le prostitute minorenni sono bambine "senzatetto". Secondo il ministero degli Interni, nel 2007, vi sono state 3.274 minorenni,corrispondenti a questa tipologia, registrate nel paese. In tutta la Russia il numero di minorenni "senzatetto", stando a varie fonti è di 1-2 milioni; in estate, secondo atre stime, il numero raggiunge i 3-4 milioni.

La vita di queste ragazze è notevolmente simile ai video che le vedono "protagoniste". Di solito crescono in case fatiscenti, allevate da madri single o ragazze madri alcoliste o tossicodipendenti. Tuttavia, vi sono alcuni casi in cui minorenni di famiglia relativamente benestante finiscono in mano agli sfruttatori.

Tra le giovani prostitute ve ne sono molte che provengono dalle zone rurali. Non hanno esperienza di vita cittadina, cercano lavoro principalmente attraverso inserzioni pubblicitarie che propongono offerte ad alta retribuzione ed una buona sistemazione. Molte ragazze di campagna, rientrano nel raggio di ricerca di questi messaggi e diventano prostitute all’interno di "imprese per la ricreazione" o lavorano in gruppi, sulla strada.

La legge non è dalla parte dei minori

Un altro fattore che influenza indirettamente la crescita della prostituzione minorile in Russia è la debole tutela che la legge offre ai minori. Il codice penale della Federazione Russa contiene una serie di articoli che considera i rapporti sessuali con minori come reato grave. Ma un processo penale in tali casi può essere avviato solamente da parte dei genitori, anche nel caso questi siano inadempienti. Finora non vi sono agenzie di servizio sociale in Russia che lavorano e collaborano con chi sul piano legale si occupa di questo tipo di problematiche. I minori stessi sono riluttanti ad esternare i loro problemi, temendo l’imbarazzo e la sentenza della parte conservatrice della società musulmana. Questo è il paradosso della situazione.

Non si fa alcuna distinzione di crimine sebbene sia molto differente fare il protettore di una prostituta adulta o di una bambina. Vi è una differenza significativa, invece, tra la produzione ed il consumo di video pornografici e video pornografici con minori. Il peso diverso è notevole dal punto di vista del senso comune, ma non emerge dalla legge differenza nella responsabilità dell’atto.

Il nuovo codice penale non ha apportato modifiche sostanziali in tal senso, anche se i valori sostenuti nella società russa risultano gravemente compromessi.

Il paradosso in Daghestan è rappresentato da una società che degenera eticamente ogni giorno, mentre le tradizioni musulmane stanno vivendo una rinascita.

Commentando la situazione per "Caucasus Times", il presidente dell’istituzione daghestana per i diritti dei bambini, Intizar Mamutaeva, ha dichiarato: "Non posso dire che in Daghestan il problema sia più grave rispetto al resto del paese". Siete voi i giudici: se queste sono le parole di un presidente plenipotenziario, che cosa possiamo aspettarci da parte di coloro che vendono il corpo dei minori?"

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