Le cento cornamuse
Nasce GERB, il partito del sindaco di Sofia Bojko Borisov. La matrice è quella già nota in Bulgaria, nazional-populista. "Il carisma di Bojko Borisov somiglia a quello di personaggi tipo Batman, che ci salvano dal male e suscitano sicurezza e fiducia", il commento dell’analista politica Tanja Burudzhieva
Cento cornamuse, tredici stelle, tremila e cinquecento delegati plaudenti e un uomo solo al centro della scena. Bojko Borisov, sindaco di Sofia e astro nascente della scena politica bulgara, ha scelto una coreografia che parlasse di futuro europeo, ma anche di radici e tradizioni per dare volto a "GERB", ultimo di una lunga serie di partiti di matrice populista, basati sul carisma personale del capo e sulla promessa di dare una decisiva svolta all’interminabile transizione politica, ma soprattutto alla vita quotidiana dei cittadini bulgari.
"GERB", ovvero Grazhdani za Evropejskoto Razvitie na Balgarija, (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria), è stata fondata da Borisov nel marzo 2006 come organizzazione non governativa ma, con il suo chiaro intento di trasformarsi in un partito, incombeva sulla vita politica bulgara fin dalla nascita.
Il 3 dicembre 2006, dopo aver rifiutato di prendere parte attiva alle elezioni presidenziali, probabilmente per non rischiare un fatale passo falso in partenza in uno scontro ad alto rischio con Georgi Parvanov, Borisov ha finalmente deciso di dare vita al suo personale progetto politico, convocando circa 3500 delegati nella sala principale dell’ NDK, il Palazzo Nazionale della Cultura a Sofia, allo scopo di votarne lo statuto e gli organi direttivi.
Sul congresso, aperto al suono di cento gajde, le tradizionali cornamuse balcaniche, simbolo legame con la tradizione, incombeva il simbolo del nuovo partito, la sigla "GERB" contornata da tredici stelle. Dodici sono quelle della bandiera europea, la tredicesima, come hanno spiegato i suoi creatori, indica il futuro radioso del partito e del suo leader indiscusso, Bojko Borisov.
In questo partito comando io
Le cinque ore del congresso istitutivo di GERB hanno chiarito i caratteri fondamentali del nuovo partito. In primo luogo GERB si caratterizza come formazione che basa il suo successo e la sua stessa esistenza sul carisma del capo, Bojko Borisov. Il modello di riferimento è quello dell’NDSV, il partito che, nel giro di qualche mese, portò l’ex monarca Simeon Sakskoburggotski al potere nel 2001, sconvolgendo inaspettatamente il panorama politico bulgaro.
Secondo molti analisti il partito di Borisov, che proprio durante il governo Sakskoburggotski ha iniziato la sua scalata al successo, dopo essere stato promosso da guardia del corpo dell’ex re a capo della polizia, per poi diventare nel novembre 2005 sindaco di Sofia, ha buone possibilità di rivelarsi più stabile ed efficace dell’NDSV, che oggi è in grave crisi di idee e di prospettive per il futuro.
Infatti, mentre Simeon ha avuto pochi mesi per mettere insieme la sua squadra vincente, dopo molti decenni di esilio, negli ultimi anni Bojko Borisov ha occupato posizioni nevralgiche, dalle quali ha potuto costruire reti di potere essenziali per un partito che si basa prevalentemente su rapporti di fedeltà personale più che politica.
Dalla centralità del capo, discende direttamente anche il bassissimo grado di democrazia interna al partito. Il leader formale di GERB, Cvetan Cvetanov, (il sindaco di Sofia, secondo le norme bulgare, non può essere al tempo stesso segretario di una formazione politica nazionale) è un mero esecutore della volontà del vero garante del progetto, cioé lo stesso Borisov.
Durante il congresso, le procedure di votazione di statuto e organi direttivi sono state una mera formalità, visto che sia il contenuto del primo che i componenti dei secondi sono stati presentati ai delegati soltanto un’ora prima delle votazioni, e senza possibilità di essere discussi. Quando i delegati di Plovdiv e Varna, nell’unico momento di visibile dissenso, hanno protestato per la mancanza di propri rappresentanti nel direttivo, il leader di GERB li ha zittiti, ricordando che "non bisogna mettere in discussione le mie proposte".
"Il carisma di Bojko Borisov somiglia a quello di personaggi tipo Batman, che ci salvano dal male e suscitano sicurezza e fiducia", è stato il commento dell’analista politica Tanja Burudzhieva. Che poi ha aggiunto, " Borisov, però, talvolta va oltre i limiti di questo modello di successo, con espressioni del tipo "non vi dovete occupare di certe cose, perché ci penso io". E a nessuno piace essere comandato più del necessario".
Siamo a destra, e il nostro modello sono i cristiano-democratici tedeschi
Il congresso del 3 dicembre è stato anche l’occasione in cui Borisov ha collocato con chiarezza il suo nuovo partito alla destra dello schieramento politico bulgaro. "Tre sono le priorità di GERB", ha dichiarato Borisov di fronte ai delegati. "Primo, la lotta alla criminalità organizzata. Secondo, l’educazione dei giovani all’interno della famiglia. Terzo, l’indipendenza energetica della Bulgaria".
Il programma politico di GERB è stato a dir poco influenzato da quello dei Cristiano Democratici tedeschi che, a livello europeo, rappresentano il punto di riferimento della nuova formazione politica bulgara. Oltre alla centralità della famiglia, dai conservatori della Baviera sono stati ripresi sia i temi ambientalisti, scelta piuttosto eccentrica in Bulgaria, sia l’idea fondamentale di un’ "Europa delle nazioni", contrapposta al modello federale per il futuro dell’Unione Europea.
Sono soprattutto le proposte in campo economico, però, a definire il partito di Borisov come un partito di destra. Detassazione degli investimenti in settori strategici, diminuzione sostanziale delle imposte dirette, privatizzazioni, lotta ai monopoli, decentralizzazione fiscale. Le linee fondamentali del programma presentato ai delegati di GERB sono dirette alla brusca diminuzione del ruolo dello stato nell’economia e alla creazione di un’ambiente economico in grado di garantire lo sviluppo dell’iniziativa privata. "Lo sviluppo nel paese avviene grazie al capitale privato, mentre il governo oggi è un fattore di intralcio alla crescita", ha detto ai suoi Borisov per rendere chiara l’idea.
Chi sono i potenziali elettori di GERB?
Fatto il partito, varie agenzie di sondaggi si sono affrettate nel tentativo di dare un volto al potenziale elettore di GERB. Secondo quello effettuato da AFIS, i fattori che meglio caratterizzano il simpatizzante di GERB sono i guadagni relativamente alti e un buon grado di istruzione. A sostenere la maschia vitalità di Borisov e del suo partito sembrano essere, e non a sorpresa, più le donne che non gli uomini. Un altro sondaggio, effettuato dalla Gallup, ha messo invece in risalto le convinzioni politiche di chi prevede di votare per GERB in futuro. Il 39% ha dichiarato di sentirsi di centro, il 32% di destra, mentre soltanto il 7% ha detto di ritenersi di sinistra.
Tutte queste caratteristiche hanno fatto parlare di GERB come del "partito di chi ha avuto successo", dato confermato anche dal sostanziale ottimismo dei fan di Borisov, che, sempre secondo il sondaggio di Gallup, sono convinti in generale che "la situazione in Bulgaria va migliorando".
In questo senso l’elettorato di GERB si distingue notevolmente da quello di Ataka, l’altro fenomeno nuovo della scena politica bulgara, che sembra invece motivato da voglia di rivincita verso il sistema che, in un modo o nell’altro lo ha escluso durante gli anni della transizione. "Gli elettori di GERB, invece, non cercano un cambiamento drastico del sistema, ma piuttosto nuove figure politiche", è stato il commento di Larisa Dimitrova, ricercatrice di AFIS responsabile del sondaggio. Forse anche per questo, nonostante la forte vena di populismo che anima GERB, Borisov ha escluso dal suo vocabolario politico la retorica nazionalista di Ataka, e pur entrando spesso in polemica con il Movimento dei Diritti e delle Libertà, espressione politica della minoranza turca, ha promesso di dare rappresentanza politica sia agli stessi turchi che alla minoranza rom.
Destinato a vincere
Bojko Borisov ha costantemente goduto, nel corso degli ultimi anni, di un alto tasso di gradimento, prima come capo della polizia e poi come sindaco di Sofia. Su di lui e sul suo partito sono concentrate molte aspettative. La creazione di GERB avviene però lontano dalle elezioni politiche, previste non prima di due anni e mezzo, tempo sufficiente a raffreddare gli entusiasmi intorno al nuovo soggetto politico.
Ecco perché per il successo di GERB diventano di fondamentale importanza sia le elezioni europee, previste il prossimo maggio, che le amministrative, che si terranno invece il prossimo autunno. "Da GERB ci si aspetta soltanto una cosa, che sia vincente", ha dichiarato convinto Cvetan Cvetanov durante il congresso, aggiungendo che "alle prossime europee otterremo almeno 7 o 8 seggi".
In prospettiva, le amministrative dell’autunno possono rivelarsi ancora più importanti, perché daranno forma alla struttura del partito sul territorio. In alcune regioni importanti, come Pleven, Blagoevgrad e Pazardzhik il partito ancora non esiste, e prosegue a ritmi serrati la ricerca dei quadri che, secondo la logica centralista del partito, devono essere approvati direttamente dal direttivo nazionale.
Si cercano soprattutto personaggi del mondo imprenditoriale, e possibilmente facce nuove, cosa tutt’altro che facile in un paese piccolo come la Bulgaria. L’eventuale affiliazione ad altri partiti, compreso il Partito Comunista Bulgaro, non rappresenta un impedimento, ma a chi chiede di essere ammesso nel partito viene richiesto di avere una fedina penale pulita e di non aver mai lavorato per i vecchi servizi di spionaggio, la Darzhavna Sigurnost.
Al momento i problemi più seri GERB li sta incontrando nelle regioni a forte presenza turca. Il coordinatore regionale di Kardzhali, Mitko Sinarov, ha presentato le sue dimissioni appena quattro giorni dopo la sua nomina in segno di protesta contro la decisione di Borisov di rifiutare ogni alleanza con il Movimento per le Libertà e i Diritti a livello locale.
La reazione degli altri partiti
Il potenziale largamente riconosciuto al partito di Borisov lo rende un cliente scomodo per tutti i vecchi attori della scena politica bulgara, ma soprattutto per i leader della destra che, disuniti, sconfitti e in evidente difficoltà, temono di essere inghiottiti da GERB fino a scomparire.
Secondo i sondaggi, infatti, buona parte dei potenziali voti di GERB provengono dall’NDSV e dai partiti della destra tradizionale, il SDS (Unione delle Forze Democratiche) e il DSB (Democratici per una Forte Bulgaria). Una parte dei voti potrebbero venire anche dall’elettorato di Ataka, mentre Borisov non sembra rubare voti in modo significativo al partito socialista.
Forse proprio per questo Sergej Stanishev, leader dei socialisti ed attuale presidente del consiglio, non ha avuto particolari difficoltà a legittimare la neonata formazione politica, arrivando a dichiarare che "l’opposizione al Partito Socialista è rappresentata da GERB e da Ataka". A destra, invece, si è reagito con più attendismo.
L’atteggiamento di Borisov verso gli altri partiti è stato invece influenzato soprattutto dalla consapevolezza che, anche in caso di successo elettorale, GERB per governare avrà bisogno di partner di coalizione. Ecco, quindi, che pur avendo fortemente stigmatizzato l’attuale coalizione di governo, definita come il "nemico", Borisov non ha attaccato direttamente i suoi componenti, lasciando aperta la strada per un futuro riavvicinamento. D’altra parte, anche i partiti di destra non sono stati esclusi dalla lista dei possibili partner di GERB.
Per cambiare le carte in tavola, Bojko Borisov deve assolutamente portare il suo partito al governo. I membri di GERB hanno accettato di seguirlo, ma si aspettano di essere condotti alla vittoria. Sembra questa la direzione obbligata della strategia politica di Borisov. Le alleanze verranno definite per raggiungere questo obiettivo, in modo pragmatico, e solo dopo aver misurato nelle urne la propria forza e quella degli altri partiti.