Le bombe NATO sono ancora una minaccia

Ricorre oggi il settimo anniversario dei bombardamenti della NATO sull’allora Federazione di Jugoslavia. A sette anni di distanza gli ordigni inesplosi sganciati dagli aerei dell’alleanza atlantica rappresentano ancora una grave minaccia. Nostra traduzione

24/03/2006, Redazione -

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Cluster bomb

Di Marko Albunovic, 24 marzo 2006, Politika (tit. orig. NATO bombe jos prete)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

Sette anni dopo i bombardamenti i resti dei proiettili della NATO continuano a seminare il panico in tutta la Serbia, e gli esperti affermano che, come conseguenza dell’effetto dei proiettili all’uranio impoverito, l’onda delle malattie maligne deve ancora arrivare. Sul territorio di Nis, Kraljevo, Kopaonik, Kursumlija, Sjenica e Vladimirca oggi stanno in agguato i resti delle bombe a cassetta, su un territorio di 24.000.000 di metri quadrati. I campi minati (che provengono ancora dallo scontro dell’inizio degli anni novanta) coprono un territorio di 4.300.000 metri quadrati, lungo l’approssimativa frontiera con la Croazia, mentre una sicura rimozione è ancora attesa per 60 bombe aeree inesplose e altri proiettili di grande calibro in tutta la Serbia.

Denaro, un problema cronico

Petar Mihajlovic, il direttore del Centro per lo sminamento della Repubblica di Serbia, dice che una buona parte degli obiettivi previsti per l’anno scorso sono stati realizzati, mentre alcune località sono state trascurate in modo giustificato – a causa della mancanza dei mezzi finanziari. Se si sa che lo sminamento, di mine e bombe a cassetta, di un metro quadrato di terreno costa in media circa 1,3 euro, e la rimozione di una sola bomba aerea fra i 100.000 e 200.000 euro, è chiaro di quali somme di denaro si tratta.

"Solo durante l’anno scorso, grazie alle attività del Centro per lo sminamento e dell’ITF, l’organizzazione internazionale per la rimozione delle mine, in Serbia sono stati scoperti 634 pezzi di diversi tipi di mine inesplose e 27 bombe a cassetta. E’ stata controllata una superficie di 1.373.520 metri quadrati. Nel rimuovere le mine si è la lavorato per di più sul territorio del comune di Sid, nelle regioni dei villaggi Jamen, Morovic e Batrovci, mentre bombe a cassetta sono state rimosse attorno al distrutto hotel "Baciste" sul Kopaonik e nella zona industriale di Nis" – dice Mihajlovic. Secondo le sue parole, l’anno scorso, su richiesta del governo locale, gli sminatori hanno fatto anche un’"esplorazione tecnica" di circa 12.000 metri quadrati sul lago di Palicko, dove è stato riscontrato che alla profondità di 20 metri non ci sono proiettili inesplosi.

Mihajlovic in modo particolare sottolinea che il Centro per lo sminamento svolge la sua attività rispettando severamente gli standard internazionali.

"A differenza da quello militare, lo sminamento cosiddetto umanitario si svolge con l’applicazione degli standard internazionali – IMAS (International Mine Action Standards). La convinzione che una determinata superficie sia stata pulita secondo gli standard IMAS è di grande importanza, perché nessuna ditta straniera è pronta ad investire il denaro nella costruzione di edifici su una superficie per la quale si ha il sospetto che sia minata o che là si trovino dei resti di ordigni esplosivi" – ha spiegato Mihajlovic.

I progetti per il 2006

Fino ad ora i maggiori donatori del progetto per lo sminamento delle regioni minacciate sul territorio della Serbia sono l’Unione europea, i governi degli Stati Uniti, della Germania, della Repubblica Ceca e della Gran Bretagna.

L’interesse dei donatori per la pulizia della Serbia dall’"eredità" mortale della NATO sta diminuendo, considerando le nuove situazioni critiche nel mondo – dallo tsunami alla guerra in Iraq. Il direttore del Centro per lo sminamento dice che non si sa ancore in che modo ciò si rifletterà sui progetti previsti per il 2006.

"Quest’anno abbiamo in piano di sminare 936.000 metri quadrati nel comune di Sid. Dovremmo sanare dalle bombe a cassetta un territorio di circa 1.189.000 metri quadrati sul Kopaonik (pista da sci Krcmar), a Nis (aeroporto) e a Kraljevo (quartiere Samaila). Pensiamo di esaminare anche 12 località ‘sospette’ sulla Sava e sul Danubio. Naturalmente, se riusciremo ad assicurare il denaro per questi progetti" – ha detto Mihajlovic, precisando che servono più di 3.000.000 di euro.

"A nostro vantaggio c’è il fatto di essere inclusi nel progetto dell’Agenzia europea per la ricostruzione sotto il nome ‘Realizzazione della navigazione sicura sulla Sava e sul Danubio’, perché si ha il sospetto che determinate località ‘sospette’ in Serbia vadano controllate e sminate. Se tutto va bene, nel mese di maggio si potrebbe iniziare il controllo delle località sul Danubio: a Novi Sad intorno al ponte Sloboda, al porto, alla raffineria e alla centrale termica, al porto di Pancevo, la superficie intorno alla linea a grande distanza Ivanovo-Ritopek, il porto di Prahovo e il ponte Smederevo-Kovin. Sulla Sava controlleremo il territorio intorno al porto di Sabac, la termocentrale di Obrenovac e a Baric" – ha detto Mihajlovic, sottolineando che per lo sminamento della località di Bogojevo, Backa Palanka e Jamen (confine di tre paesi della SM, BiH e della Croazia) prima di tutto bisognerebbe uniformare le posizioni dei tre stati.

Se dovessero esserci i soldi, quest’anno sarà tolta anche la bomba aerea da Zvezdara, quartiere di Belgrado, e anche i quattro proiettili che minacciano gli abitanti di Lucan.

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