L’Armenia alle urne

Il 6 maggio prossimo gli armeni si recheranno alle urne per rinnovare il parlamento. I sondaggi sembrano confermare il vantaggio dei partiti attualmente al governo, ma l’attenzione è puntata sul corretto svolgimento delle elezioni, per allontanare lo spettro degli scontri del 2008. Alcuni recenti episodi di violenza preoccupano gli osservatori

30/04/2012, Ilenia Santin -

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Yerevan, un edificio (Foto 517 design, Flickr )

L’8 aprile si è ufficialmente aperta la campagna per le elezioni politiche che si svolgeranno il 6 maggio prossimo in Armenia. Nove i partiti in lizza: il Partito Repubblicano Armeno (HHK) e i suoi due alleati di governo, Armenia Prospera (BHK) e Orinats Yerkir (OEK); i partiti di opposizione parlamentare Federazione Armena Rivoluzionaria (Dashnaktsutyun) e Partito Eredità (Zharangutyun); i partiti di opposizione extraparlamentare Congresso Nazionale Armeno (ANC) , Partito Democratico d’Armenia, Partito Comunista Armeno, Partito Armeni Unificati.

I sondaggi

L’ istituto statunitense di ricerca Gallup ha condotto un sondaggio tra il 4 e il 10 aprile, intervistando 1018 cittadini armeni aventi diritto al voto. Dai risultati si evince che il 34% voterebbe per il Partito Repubblicano, il 28% per Armenia Prospera, il 9% per l’ANC, il 6% per il terzo partito di governo, Orinats Yerkir, e il 5% per Dashnaktsutyun. Il rilevamento ha evidenziato inoltre che solo il 58% degli intervistati intende recarsi alle urne, mentre il 30% ha dichiarato che si asterrà e il restante segmento rappresenta gli indecisi.

Anche un precedente sondaggio , condotto dall’organizzazione non governativa European Friends of Armenia (EuFoA) tra il 29 febbraio e il 5 marzo, aveva evidenziato il netto vantaggio dei primi due partiti al governo: “Coloro che hanno votato per l’HHK, lo voteranno nuovamente: i due terzi dell’elettorato dell’HHK sono gli stessi che lo hanno votato nel 2007, mentre la maggioranza dell’elettorato del BHK si è consolidato tra il 2007-2012 […] La gente crede che HHK e BHK possano risolvere i problemi del Paese, come il conflitto in Nagorno Karabakh, la disoccupazione, la povertà, le questioni riguardanti l’educazione e il sistema sanitario”, ha evidenziato Michael Kambeck, segretario generale dell’EuFoA, durante la conferenza stampa del 22 marzo a Yerevan.

Testa a testa

Il testa a testa tra Partito Repubblicano e Armenia Prospera è ancora più evidente a causa della crescente rivalità tra i rispettivi leader, il presidente Sargsyan e il “businessman” Gagik Tsarukyan. Quest’ultimo ha candidato alle elezioni Vartan Oskanian (ministro degli Esteri ai tempi della presidenza Kocharyan), confermando così i propri legami con Kocharyan e rafforzando le perplessità di chi teme un ritorno alla politica di quest’ultimo.

Il 4 aprile Tsarukyan ha poi firmato una dichiarazione congiunta con i tre principali gruppi all’opposizione – ANC, Dashnaktsutyun e Partito Eredità – per la creazione di un “Centro interpartitico per il controllo pubblico delle elezioni” al fine di garantire elezioni conformi agli standard europei. La collaborazione del BHK con i partiti di opposizione, e la mancata adesione all’accordo da parte dell’HHK, è “un’ulteriore indicazione della sempre più profonda spaccatura all’interno della coalizione di governo”, ha commentato Armenialiberty il 4 aprile.

Anche Richard Giragosian, in un’analisi pubblicata il 10 aprile dalla società di consulenza Oxford Analytica , ha evidenziato che “in queste elezioni c’è stato un notevole spostamento dalla solita lotta tra governo e opposizione ad un nuovo, molto più significativo scontro all’interno della coalizione stessa […] L’HHK mira a ridurre sensibilmente il numero di seggi del BHK nella prossima legislatura” sfruttando il “vantaggio delle maggiori risorse amministrative di cui gode in quanto forza dominante all’interno della coalizione”.

Le manovre dell’opposizione

Nikola Pashinyan durante un comizio dell'ANC a Yerevan il 10 aprile (Foto Arman Veziryan)

Nikola Pashinyan durante un comizio dell’ANC a Yerevan il 10 aprile (Foto Arman Veziryan)

Neanche tra i partiti di opposizione regna l’armonia. Durante un comizio in Kotayk, il 12 aprile, il leader dell’ANC, Levon Ter-Petrosyan, ha elogiato Tsarukyan per aver creato una spaccatura all’interno della maggioranza. Precedentemente, ad una manifestazione di piazza a Yerevan il 2 marzo, Ter-Petrosyan aveva addirittura aperto ad una possibile cooperazione col BHK, approfittando delle tensioni tra Sargsyan e Tsarukyan. La mossa non è piaciuta al Partito Eredità, che il 16 aprile ha condannato “la crescente cooperazione tra ANC e BHK”: “Ter-Petrosyan desidera trasformare il BHK nella più potente fazione al governo nella speranza di guadagnare con tale alleanza vantaggi politici”, ha dichiarato il vicepresidente del partito, Ruben Hakobyan, in conferenza stampa. Un altro esponente del Partito Eredità, Stepan Safaryan, ha accusato Ter-Petrosyan di voler aiutare Kocharyan a tornare al potere: “Se Ter-Petrosyan dice che il suo nemico numero uno è l’HHK, e che non criticherà le forze politiche che cercano di far tornare Kocharyan, significa che c’è un affare poco chiaro”. Per questo motivo, il Partito Eredità si è ritirato dal Centro interpartitico, “il cui obiettivo principale è il ritorno di Kocharyan: questo Centro sembra più il quartier generale della campagna elettorale di Kocharyan che una struttura per promuovere elezioni libere e giuste”, ha riportato Armenialiberty il 19 aprile.

Corruzione e violenza

Purtroppo la rivalità tra i partiti nella corsa elettorale sta sfociando in una crescente tensione ed in episodi di violenza, che mal si conciliano con le promesse di democrazia e trasparenza da parte delle autorità. Oltre all’impegno preso dai partiti promotori del “Centro per il controllo delle elezioni”, lo stesso presidente Sargsyan ha più volte assicurato lo svolgimento di “elezioni libere ed eque” che allontanassero i fantasmi degli scontri post-elettorali del 2008.

Casi di aggressioni e brogli stanno però smentendo le promesse. L’organizzazione non governativa armena It’s Your Choice (IYC) ha denunciato il 3 aprile che i tre partiti di governo hanno svolto “attività caritatevoli” – distribuzione di cibo e altri beni – che risultano parte di un sistema di compravendita di voti consolidato soprattutto nelle aree rurali. Un altro scandalo riguarda le liste elettorali nelle quali sono stati individuati e rimossi più di duemila defunti. L’operazione è stata avviata in seguito alle perplessità suscitate dall’aumento del 7% – nonostante una diminuzione della popolazione riportata dal censimento dello scorso ottobre – del numero dei votanti rispetto alle elezioni del 2008.

Più eclatanti i casi di violenza fisica e intimidazione a danno di candidati di vari schieramenti, molti ricoverati in ospedale in gravi condizioni. L’episodio più grave è un duplice omicidio avvenuto il 12 aprile a Gyumri, la seconda città del Paese, dove il futuro genero del sindaco Ghukasyan, membro dell’HHK, è stato ucciso. Stessa sorte per uno degli investigatori incaricato del caso. Dopo l’iniziale smentita, Ghukasyan ha ammesso il legame tra le due uccisioni e le prossime elezioni: “Tra gli arrestati ci sono membri del BHK che volevano il mio ritiro dalla campagna elettorale”, ha riferito a PanARMENIAN.Net  il 14.

Episodi come questi “aumentano i motivi di preoccupazione e affievoliscono le aspettative di elezioni migliori”, è il commento di Giragosian su Oxford Analytica. “Un’altra elezione controversa danneggerebbe la legittimazione democratica delle autorità e potrebbe provocare instabilità interna”.

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