L’altra Jugoslavia contro i nazionalismi e le guerre

Rada, Mirjana, Halit, Suada, Sicko, Lino, Blanka. Sono uomini e donne dell’ "Altra Jugoslavia", che non hanno condiviso il nazionalismo e la discesa in guerra. Che hanno manifestato, hanno disertato pagando con la vita o la carcerazione, oppure hanno ‘semplicemente’ sottratto alla pulizia etnica persone di un’altra nazionalità

01/09/2001, Redazione -

E’ esistita un’ "Altra Jugoslavia", fatta di uomini e donne la cui cronaca non si è mai occupata, che hanno resistito nonostante il veleno del nazionalismo si insinuasse anche fra le persone più civili.

Rada, Mirjana, Halit, Suada, Sicko, Lino, Blanka… nomi di persone che sono scese in piazza per manifestare contro la guerra, di chi ha disertato pagando con la vita o la carcerazione, ma anche di chi ha ‘semplicemente’ sottratto alla pulizia etnica persone di un’altra nazionalità.

Pacifisti che erano nelle strade di Sarajevo il 5 aprile 1992 quando i cecchini sparavano uccidendo Suada Dilberovic; erano nelle piazze di Belgrado tutti i giorni, per anni, vestite di nero; erano a Pristina il 13 giugno 1991 quando centomila persone accompagnarono al cimitero una bara vuota nel "funerale della violenza".

All’inizio smarriti, come lo eravamo noi qui in Italia di fronte ad una guerra diversa da quelleche avevamo conosciuto, dove le categorie e i vecchi schemi non funzionavano più.

Vengono in mente le parole della giornalista Mirjana Tomic quando raccontava dello scherno con cui l’intellettualità belgradese guardava alle facce televisive dei nuovi leader nazionalisti, di quelle "maschere per tanti massacri" che nessuno avrebbe mai potuto prendere sul serio e che da un giorno all’altro divennero uomini di stato o, meglio, signori della guerra. E la sensazione di brivido per le possibili analogie di casa nostra.

Già, dov’erano i pacifisti… Abbiamo conosciuto l’"altra Jugoslavia" in quegli anni, nelle stanze piene di fumo in cui donne e uomini (più donne che uomini) di ogni etnia e nazionalità continuavano a ragionare insieme su come fosse possibile mettere fine alla sbornia nazionalista che avrebbe lasciato dietro di se solo lande desolate, morte, macerie. Nelle cose, come negli animi di tanta gente.

E dalle macerie si è ripartiti per ricostruire ponti di dialogo e di pace. Un lavoro straordinario di relazioni nei primi incontri delle donne serbe e bosniache di Prijedor, con i suoi campi di concentramento città simbolo della pulizia etnica e divenuta oggi, anche grazie all’impegno della diplomazia popolare e della tenacia dell’"altra Jugoslavia", città del ritorno.

Nei manifesti di Otpor durante le splendide giornate dellarivoluzione democratica di settembre come nei mesi del disincanto… Nelle puntuali denunce dell’Helsinki Croatian Commitee di Zagabria contro i crimini del regime di Tudjman come nell’attività di ricostruzione della società civile dei ragazzi dei centri comunitari di Valona e delle associazioni ecologiste di Bihac.

L’Altra Croazia. Pacifisti e giornalisti contro Tudjman

In Croazia, durante il periodo della guerra, fu molto attivo l’Helsinki Croatian Committee che, guidato da Ivan Cicak, già incarcerato durante il regime comunista, aveva esercitato una continua opera critica e di dissenso contro le discriminazioni a danno di serbi, giornalisti indipendenti, antimilitaristi.

Di grande importanza per tutti i gruppi del dissenso durante il regime di Tudjman fu la presenza del giornale satirico Feral Tribune, che mise alla berlina il regime, e ne denunciò la violazione dei diritti umani e la corruzione come sistema di potere.

Anche Radio 101 fu un punto di riferimento importante per l’opposizione al regimedi Tudjman, tanto che nel 1995 venne bersagliata dagli attacchi del governo. Una forte campagna dei cittadini di Zagabria in suo favore ne scongiurò la chiusura.

In Istria l’Associazione Homo, a Pola, fu molto attiva nella difesa dei diritti delleminoranze, assieme alla coraggiosa opera di alcuni giornalisti indipendenti, fra i quali ricordiamo Giacomo Scotti, più volte minacciato di morte

Tra i gruppi attivi in Slovenia a cavallo della guerra ricordiamo il movimento per l’obiezione di coscienza e il "Centro per una cultura della nonviolenza" di Lubjana.

Il ruolo della società civile organizzata sarà fondamentale nei prossimi anni. È infatti vero che il tudjmanismo è definitivamente tramontato, ma ancora uno dei suoi miti, quello della cosiddetta "guerra patriottica" non è stato demistificato, neppure dal governo di centrosinistra che continua a utilizzare l’espressione domovinski rat – guerra patriottica appunto – anche nei documenti ufficiali che parlano della guerra contro i Serbi. Alle associazioni croate e agli intellettuali spetterà quindi un grande compito di demistificazione dei miti nazionalistici ed una lettura rigorosa della tragica storia degli anni Novanta.

Da alcuni anni svolge un’attività veramente meritevole l’associazione Zamir (in italiano:"per la pace"), che ha costruito un ottimo portale internet per la promozione dell’associazionismo e della società civile. Zamir aveva creato anche la prima BBS croata, che aveva diffuso fra i giovani la telematica come strumento di comunicazione perla pace e contro le barriere dei nazionalismi.

– L’associazione ZAMIR ha sede a Zagabria: Radnicki Dol, 8 – tel ++385 1 4823859, fax ++385 1 48 23862.
Il suo portale, da cui si può accedere ai siti delle varie associazioni croate, si trova al seguente indirizzo web:  www.zamir.net

L’Altra Macedonia. Associazioni e Ong per la convivenza

Circa 700 Ong sono sorte in Macedonia negli ultimi anni, grazie al forte flusso di finanziamenti provenienti dai donatori esterni. Si è creato così un rapporto di stretta dipendenza tra Ong e donatori esterni, che fa sì che l’associazionismo sia più un rimedio alla disoccupazione intellettuale, piuttosto che lo strumento dell’autonomia sociale per la cittadinanza macedone.

Gran parte delle associazioni ricevono finanziamenti per la promozione del dialogo interetnico, anche se i casi di associazioni miste slavo-albanesi sono piuttosto rari. Si assiste così al paradosso di associazioni per lo più finanziate per la promozione dell’intercultura, le quali sono però chiaramente contraddistinte dall’appartenenza etnica.

Significativo è stato il caso della crisi della primavera 2001, in cui la gran parte delle associazioni ha preso posizione a seconda della propria appartenenza etnica.

Tante associazioni sono comunque una risorsa che d’ora in avanti andrà però sfruttata con maggiore attenzione da parte dei donatori e delle Ong internazionali. Essi potranno avvalersi dell’aiuto di alcuni intellettuali macedoni che in questi anni si sono distinti nella promozione del dialogo interetnico ed hanno dimostrato di volersi "sporcarele mani" al di fuori delle accademie. Fra tutti menzioniamo il lavoro del Centro per le relazioni interetniche, all’interno dell’Università di Skopje, diretto da Miriana Najcevska.

Alcune organizzazioni che segnaliamo:

CENTAR ZA MEDJUETNICKI ODNOSI (Centro
per le relazioni etniche)
Università Cirillo e Metodio
Bul. Par tizanski Odredi BB, PO box 435 91000 Skopje
Tel : +389 91 365 195 Fax: 361 282
E-mail: najce@isppi.ukim.edu.mkDirettrice: Miriana Najcevska
Il centro è attivo dal 1991 e s’interessa delle relazioni etniche in Macedonia concentrandosi sui temi legislativi, politici e sociologici.

CENTAR ZA MULTIKULTURNA SORABOTKA I
RAZBIRANJE – CMUC (Centro per la compresionemulticulturale e la cooperazione)
29 Novgiaar 4l 91000 Skopie
Tel / Fax: +389 91 13 04 07
E-mail: Kim@unet.com.mk
Direttore esecutivo: Kim Mehmeti
Kim Mehmeti, intellettuale di rilievo, è il solo importante direttore albanese di una ONG etnicamente mista. L’obiettivo fondamentale dell’organizzazione che dirige è quello di promuovere il dialogo, la tolleranza, il rispetto e la preservazione delle differenze.

OPCII ZA ZDRAV ZIVOT – HOPS – (PROGETTO PER LA RIDUZIONE DEL DANNO)
Kapan An, Lokal Br. 3 91000 Skopje
Tel / Fax: 389 91 130 038
E-mail: nora@soros.org.mk
Persona contattabile: Nora Stojanovic
HOPS è un’associazione che si occupa di tossicodipendenza e di prevenzione dell’AIDS in particolare tra itossicodipendenti. Ha avviato un rapporto diretto di collaborazione con la LILA.

L’Altra Serbia. Donne in Nero e studenti contro Milosevic

Dopo la fine dell’intervento Nato in Serbia il movimento di opposizione è rinato e ha espresso nuove personalità di spicco. Tra tutti ricordiamo il Gruppo 17, un’organizzazione di ecnomisti ed intellettuali e l’Alleanza per il cambiamento, cartello di organizzazioni di opposizione. Interlocutrici storiche del movimento pacifista italiano sono state le "DOnne in nero" di Belgrado e la loro portavoce Stasa Zajovic.

Di grande importanza è stato inoltre il rapporto con Dusan Janjic, direttore del Centro per le relazioni interetniche di Belgrado, che ha sempre tenuto aperto il dialogo con gli intellettuali democratici albanesi del Kosovo, fra cui ricordiamo Veton Surroi ed il suo giornale "Koha Ditore".

Prezioso punto di riferimento per il sostegno ai media indipendenti in Serbia, fra i quali la famosa Radio B92, è stato in questi anni il Media Center di Belgrado, diretto da Haris Stejner. Non dimentichiamo poi l’importante ruolo svolto dal sindacato indipendente Nezavisnost, diretto da Branislav Canak.

Tra i gruppi attivi in Montenegro durante la guerra bisogna ricordare il settimanale "Monitor" e oggi il "Gruppo per la trasparenza in Montenegro".

Alcune organizzazioni che segnaliamo:

OTPOR Resistenza
Knez Mihajlova 49, 11000 Belgrado
Tel/Fax: + 381 11 3282 605 – 3281 652
E-mail: otpor@otpor.comWeb site: www.otpor.com
Il movimento studentesco Otpor è nato nel 1998 dall’idea di un gruppo di studenti dell’Università di Belgrado.

SINDACATO NEZAVISNOST INDIPENDENZA
Nusiceva 4/V, 11000 Belgrado
Tel : + 381 11 3239 003
Fax: + 381 11 3244 118 – E-mail: nezavisn@eunet.yu
Web site: www.nezavisnost.co.yu
Presidente: Branislav Canak
Fondato nel 1991 da un gruppo uscito dall’Associazionedei sindacati indipendenti, Nezavisnost è stato la risposta alla crescente crisi sociale, alla povertà, alla disoccupazione, al nazionalismo e alla guerra.

FORUM PER LE RELAZIONI INTERETNICHE
Narodnog Fronta 45/VII, 11000 Belgrado
Tel/Fax: 381 11 361 66 54 – E-mail: janjicd@eunet.yu
Direttore: Dusan Janjic
È stato fondato nel 1989 e la sua attività principale è incentrata sui temi riguardanti la costruzione dello stato.

OPEN UNIVERSITY – SUBOTICA
Trg Cara Jovana Nenada 15, 24000 Subotica
Tel : + 381 11 24 554 600, 554 726
Fax: + 381 11 24 553 116
E-mail: board@openunsubotica.co.yu
La Open University si inserisce nella lunga tradizione diuniversità per lavoratori e adulti. Nel 1992 quest’associazione si è rinnovata adottando nuovi programmi di educazione civica alternativa.

DONNE IN NERO
Jug Bogdanova, 18/15 11000 Belgrado
Tel./Fax: +38111623225 E-mail: stasazen@eunet.yu
QUOTIDIANO KOHA DITORE
Web site:www.kohaditore.com
CENTRO PER LO SVILUPPO DEL NON-PROFIT
Zmaj Jovina, 34 11000 Belgrado
Tel./Fax: +381 11 3283 306 E-mail: crnps@eunet.yu
Web site: www.crnps.org.yu

L’Altra Bosnia. Città e comunità locali contro il nazionalismo

I cambiamenti on corso ci inducono a guardare con speranza allo sviluppo della società civile in Bosnia Erzegovina. Prima di tutto in Bosnia, più che in ogi altro paese dei Balcani, si è sviluppata molto la stampa indipendente: radio, quotidiani e soprattutto settimanali di ottimo livello come Dani o Slobodna Bosna.

Il secondo elemento positivo è dato dalla costituzione di forum e coordinamenti di ONG in tutto il paese.Questo significa che sta aumentando la consapevolezza politica delle ONG, che hanno intenzione di confrontarsi col potere politico su piattaforme sociali condivise da piùsoggetti associativi.

Proprio il cambiamento del quadro politico, – ed è questo il terzo elemento di speranza – almeno nelle grandi città, fa sì che ci sia una classe dirigente disposta a confrontarsi con la società civile su temi sociali concreti aldilà delle appartenenze etniche.

Infine non dimentichiamo il lascito dei movimenti di intellettuali nati durante la guerra nella Sarajevo sotto assedio: il circolo dei 99 fondato da Adil Kulenovic assieme a Radio 99, la strenua attività del Pen Club di Sarajevo, il giornale Oslobodjenje diretto da Zlatko Dizdarevic, Radio Zid diretta da Zdravko Grebo, figura carismatica di intellettuale antinazionalista, punto di riferimento per l’opposizione a tutti i nazionalismi compreso quello musulmano dell’SDA di Izetbegovic.

Alcune organizzazioni che segnaliamo:

THE LAW CENTER
Obala Kulina Bana 7/1 – 71000 Sarajevo
Tel/Fax: +387 71 668683-668685-668687
E-mail: law@soros.org.baDirettore: Zdravko Grebo
È un macroprogetto creato nell’ambito della Open Society Fund-Soros Foundation. La principale attività èun master in studi europei che coinvolge le università di Sarajevo, Tuzla, Banja Luka, Mostar Est e MostarOvest, l’Università del Sussex e quella di Bologna.

ASSOCIAZIONE DI CITTADINI PER LA PROTEZIONE
DEI DIRITTI UMANI
Alekse Santica 22, 88000 Mostar
Tel/Fax: +387 88 580201 E-mail: zgp@cob.net.ba
Web site: www.progresive-bih.com/zgp
ZGP fornisce informazioni gratuite a profughi e sfollatiche vogliono ritornare in possesso delle loro abitazioni.

UDRUZENE ZENE BANJA LUKA DONNE UNITE BANJA LUKA
Novice Cerovica, 28 – 78000 Banja Luka
Tel/Fax: +387 58 341845
E-mail: zena@inecco.netDirettrice: Nada Golubovic
Con l’ ufficio "Le donne e il diritto" offre assistenzalegale gratuita, soprattutto per le questioni legate a
come tornare in possesso dei propri beni o come cercareuna sistemazione dopo aver perso la casa.

FORUM GRADANA TUZLE FORUM DEI CITTADINI DI TUZLA
Turalibegova 5, Tuzla
Tel : +387 75 251279-231480
Fax: +387 75 250481-250702
E-mail: forum_tz@bih.net.baPresidente: Vehid Sehic
La loro attività principale, dal 1993, è incentrata su democratizzazione della società e protezione dei dirittiumani, senza rinunciare a un attivo impegno in politica.
 
 © ICS – Osservatorio sui Balcani

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