L’Albania in vignette
Dopo gli anni del totalitarismo in cui la satira era tenuta al guinzaglio, l’Albania riscopre la potenza delle vignette grazie a Krypa, autore misterioso e originale che invita il lettore a pensare, riflettere, ragionare, ma anche divertirsi
Paese che vai definizione che trovi
Le vignette firmate dall’autore Krypa iniziarono a circolare nello spazio virtuale albanese nel giugno 2005, periodo in cui furono inviate i primi disegni al forum albanese di discussione Alb-club.com. La comparsa in un ambiente per niente tradizionale ha segnato una delle tante novità che Krypa ha portato al genere della vignetta. Le sue opere hanno immediatamente attirato l’attenzione degli utenti di Internet, non solo per il mistero che circonda tuttora il vero nome dell’autore, ma principalmente per la loro originalità, che le rendeva per certi versi difficilmente collocabili. Ovviamente, per il lettore albanese Krypa, con le sue numerose vignette, si presentava indefinibile anche a causa dei pochi strumenti di categorizzazione a disposizione. In albanese non esiste una precisa parola che designi il concetto di "vignetta". Di solito si usa la parola "karikatura", che comprende sia il concetto di vignetta sia quello di caricatura in senso stretto. La parola si presenta ambigua, anche perché limita alcune caratteristiche di questo genere, tra cui l’autonomia artistica e contenutistica. Ciononostante, le vignette di Krypa sono state adoperate per illustrare alcuni articoli del noto pubblicista albanese Ardian Vehbiu. Bisogna dire, inoltre, che le vignette di Krypa si esibiscono talvolta come veri e propri disegni artistici.
Allora non si rideva
Durante il periodo totalitario le vignette e le caricature albanesi sono state confinate nelle pagine della rivista comica "Hosteni" (Il Pungolo). In questo modo il regime mirava a controllarle meglio, visto che la satira rimane uno dei generi artistici più "ribelli" della creatività artistica. Inoltre, la satira e la sua rappresentazione grafica hanno subito una forte repressione da parte della censura e non meno dell’autocensura. L’assedio dello spazio satirico ha portato all’inaridimento dei codici espressivi, trasformando l’arte della vignetta in semplice caricatura. Col passar degli anni, sebbene i pennelli albanesi venissero maneggiati da valenti autori, la vignetta si è ridotta in mere linee parodistiche; una specie di alter ego grafico degli sketch messi in scena al teatro comico.
La vittima più famosa del controllo totalitario era la libertà del messaggio. Gli autori delle vignette non potevano permettersi il lusso di usare l’ambiguità nei propri lavori e tanto meno creare opere aperte. Paradossalmente era più semplice giocare con le parole che con le immagini, dato che quest’ultime hanno un impatto diretto con il lettore e si presentano più interpretabili. Dunque la repressione della libertà ha causato, tra l’altro, la riduzione forzata dello spazio interpretativo del lettore. Nessuna vignetta non poteva e non doveva lasciare spazi liberi di interpretazione, il che ha impigrito il lettore e nello stesso ha infantilizzato il genere. Di conseguenza la metamorfosi della vignetta verso la semplice illustrazione ha danneggiato anche gli stessi lettori albanesi.
È vero che gli anni postotalitari hanno creato enormi spazi di azione, ma paradossalmente questo campo vuoto non poteva chiamarsi libero per l’arte della vignetta. Il soffocamento ha continuato per motivi oggettivi (il mercato del lavoro e il brain drain) e per motivi socio-politici. Da un lato l’arte della vignetta doveva scontare anni interi di inferiorità e di repressione, un aspetto rispecchiato anche nei gusti del pubblico albanese, dall’altro la politica ha continuato a monopolizzare l’attenzione, ma a discapito di altri punti d’interesse sociali non meno importanti. Ciò ha ristretto ulteriormente il campo d’azione e l’autorità della satira vignettistica, la cui voce risultava difficilmente udibile in una piazza rumorosa dove il più silenzioso parlava col megafono. Da questo punto di vista l’uso di un canale alternativo, com’è Internet (vedi anche www.krypasgame.blogspot.com), ha posto Krypa in una posizione favorevole. L’altra novità per il pubblico albanese ha a che fare proprio con il contenuto e l’interpretazione delle sue vignette. Il messaggio di Krypa si presenta un po’ nascosto, implicito, non declamatorio, distribuito con cura nei dettagli, ma nello stesso tempo nell’interezza degli elementi della figura. Questo forse mette un po’ in difficoltà il lettore albanese di oggi – disabituato alle "trappole" dell’arte figurativa – ma non si può negare il fatto (perfino quando le interpretazioni toccano i confini della violenza nei confronti dell’opera) che Krypa almeno invita il lettore a pensare, riflettere, ragionare, ma anche divertirsi.
Il nostro vignettista rispetta fino in fondo il lettore, non lo considera immaturo, anzi riconosce il suo ruolo. Infatti, nelle opere di Krypa non esistono elementi ridondanti, la semplicità del disegno va di pari passo con la complessità del significato. Alcuni messaggi dell’autore appaiono espliciti, senza ambiguità, senza equivoci. Comunque sia, al lettore è riservato sempre la prima fila, ma anche il diritto di cambiare punto di vista. Krypa non si considera un semplice "imboccatore", ma un interlocutore, dimostrando grande rispetto per sé e per quest’arte meravigliosa.
Il piacere tra giochi e dettagli
La tavola di Krypa è senza dubbio ricchissima dal punto di vista tematico. La realtà albanese è al centro dell’attenzione, anche quando si nasconde nei meandri più scuri della psicologia. Ma lo spazio in cui il vignettista si muove è molto più ampio di quello che corrisponde all’Albania e all’albanesità, reale oppure virtuale che sia. Gran parte delle vignette sono dedicate alla politica albanese, con le caricature dei suoi protagonisti, e questo è indubbiamente la parte più comprensibile dell’autore. Krypa non può non chiamarsi albanese (lo dice anche il nome che in dialetto ghego significa "sale"), ma sarebbe riduttivo se lui fosse inquadrato solo nelle tematiche albanesi. Lo provano i topics contemporanei: modernità, media, psicologia, individuo, religioni, e via di seguito, argomenti che ovviamente valgono a livello globale.
Se nella vignetta "Privacy" le note dello scrittore albanese del risorgimento Çajupi sono abbastanza evidenti, in "The door" l’albanesità si può cogliere nel modo assurdo con cui gli albanesi vedono talvolta le cose, ma sempre all’interno dell’universalità che questa vignetta esprime. Ci sono altre vignette, ad es. "Roadside tourism", "The game must go on", oppure "Kompromis", dove la realtà albanese (sebbene rappresentata a forma di scacchiere, ombrelli o bagni) si interseca con quella estera in maniera così naturale quanto grottesca.
A differenza di alcuni vignettisti tradizionali Krypa non ha paura di avventurarsi nella giungla della società albanese. Il vignettista deride senza esitazione i moderni difetti albanesi, la cui assurdità gli è sicuramente d’aiuto. Krypa lo fa con coraggio e non teme gli equivoci. Le donne ed i rapporti tra i generi in Albania costituiscono una delle tabelle preferite delle sue freccette. Gli aspetti tradizionali evidenziati nella vignetta "Privacy" e "Double fantasy" costituiscono solo una parte della medaglia. Addirittura in quest’ultima Krypa mette nella carta "donna" le due facce della donna albanese, la contadina e la cittadina, la tradizionale e la moderna, la rispettosa e la trasgressiva, che vengono presentate incompatibili laddove dovrebbero essere complementari.
Tramite la crisi della donna albanese l’autore stigmatizza tutta la società albanese, anche il maschio stesso, il quale è vittima ma anche responsabile. Tuttavia, le infinite sfumature semantiche delle vignette quali "The shell", "Mall Walker", "Amori difficili", The attempt", "Solitude", "Motel", "Dolls ‘R’ us", "Business Eve", "Talk Talk", "Limited Resources", ecc. difficile possano essere addebitati esclusivamente alla società albanese sebbene vi abbiamo trovato lo spunto.
I media e la società costituiscono un’altra "fissazione" di Krypa. "Sweet loop", "Freedom Press", "The Evening News", "Mass media (1-9)", ecc. sono esempi evidenti. Qualsiasi "lettore" si accorge che Krypa vive mentalmente tra diversi mondi. Questo autore è moderno perché usa linguaggi moderni per parlare della modernità e le sue contraddizioni. Fanno da testimoni le vignette come "Buble gum", "Bird flu medley", "Las Vegas", "Chemestry", "Deadlock", "Assasin", "In hoc signo vinces", "Market place solution", "Globalisation", ecc.
Toccare tutti i temi trattati da Krypa è quasi impossibile. Quando l’autore parla dell’Albania e degli albanesi, o meglio dell’identità, tradizione, psicologia, mentalità, politica e società albanese, lo fa a volte con i mezzi convenzionali del vignettista tipico, a volte con gli strumenti moderni del disegnatore atipico. Altrimenti non si spiega l’atmosfera onirica tra associazioni e illusioni, oppure l’ambiente pitturale con elementi cubistoidi, oppure l’assurdità delle dimensioni e/o dei significati in cui inserisce le proprie vignette.
Definire la comicità di Krypa non è semplice, anche perché non siamo di fronte ad un unico tipo di comicità. Parte di essa si basa sugli stravolgimenti logici, sulle contraddizioni, sull’assurdo, sul nonsense. Per questo l’umorismo di Krypa è spesso astratto, preparato con cura con contrasti fulminei, associazioni extravaganti, contrasti bizzarri. Sembra che l’autore sia il primo a divertirsi con l’arte dell’alchimia della caricatura, per poi dilettarsi con il piacere del pubblico, ma anche i cortocircuiti mentali che gli causa intenzionalmente e non.
Il gioco e il dettaglio: sono questi due elementi che ricorrono in tutta l’opera di Krypa. Le metafore contenute nei vari giochi (scacchi, carte, domino, tavla) vengono usati continuamente dall’autore, fino a diventare tratti salienti. La saga delle vignette con il gioco degli scacchi o suoi elementi è molto ricca: "Putsch", "Queen", "Career Opportunities", "Anatomy of order", "The art of protest", "Autonomy", "Identities", "Court martial", ecc.
Le opere di Krypa non sono enigmi, sebbene appaiano spesso come tali. Ci sono vignette che non hanno bisogno di commenti, non in quanto perfettamente leggibili, ma perché il commento rischia di stringerne il senso, il raggio di significazione, infine il piacere di interpretarlo. Alcune di esse vanno semplicemente consumate esteticamente, memorizzate graficamente, interiorizzate senza filtri. È sicuro che verranno a galla sotto forma di associazioni o illustrazioni nel momento meno atteso, ma più opportuno. E forse in quell’attimo si capirà anche il senso della vignetta indecifrabile.
Il piacere che si prova nel vedere le vignette di Krypa viene proprio dal gusto della ricerca. L’autore inebria il pubblico con stimoli inesauribili. Probabilmente lo stesso Krypa si diverte come un matto, con la matita in mano, disegnando mappe misteriose di interpretazione. Infatti, molte delle sue vignette sono veramente isole esotiche, dove la ricerca del senso corrisponde alla ricerca del tesoro, dove l’avventura della caccia al tesoro corrisponde al piacere della lettura. Ma come nella vita reale, non è forse il percorso più importante della meta stessa?