La vergogna del paese numero 28

Secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, nel periodo tra il 1991 e il 1995 i serbi che lasciarono la Croazia furono almeno 300.000 .

Un esodo di proporzioni enormi, avvenuto in larga parte a seguito dell’operazione “Tempesta”, avviata dall’esercito croato nell’agosto del 1995. I responsabili militari di quell’operazione, i generali Gotovina e Markač, sono stati recentemente assolti dal Tribunale dell’Aja, così che ormai non è chiaro chi sia il responsabile dell’espulsione dei serbi, o se mai qualcuno verrà punito per la pulizia etnica. L’incapacità della giustizia internazionale, e delle Corti locali, di individuare delle responsabilità, ha dirette ripercussioni sulla situazione dei profughi.

La rivista indipendente croata H-Alter ha pubblicato tempo fa un interessante reportage (qui nella versione francese su Le Courrier des Balkans) sulla vita dei serbi di Croazia a Belgrado. La maggioranza di loro non vuol più nemmeno sentir parlare di ritorno. «Adoro la mia Daruvar – dice ad esempio Mirjana – ma non conosco più nessuno. Lì mi sento straniera, anche se vi ho abitato fino all’età di 18 anni. Qui ne ho passati 17. Per noi non c’è più possibilità di ritorno, soprattutto dopo la liberazione dei generali»

Dalla fine della guerra, in effetti, sono passati già quasi 20 anni, e la Croazia sta per diventare il ventottesimo paese dell’Unione Europea. Dei profughi non si parla più. Considerando solo quelli provenienti dalla Croazia, in Serbia ce ne sono ancora 49.000, censiti come tali dall’Alto Commissariato per i Rifugiati. Circa 5.000 vivono in centri collettivi. Gli altri sono stati in gran parte naturalizzati, mentre una parte si è trasferita in paesi terzi.

Solo 69.300 sono ritornati, secondo le stime dell’UNHCR riportate da H-Alter. Ma come vivono oggi i serbi che sono ritornati in Croazia? Il fotografo Antonio Bronić (Reuters), ha seguito alcuni ritornanti a Knin e nei villaggi vicini (Strmica, Bobodol). Le foto, pubblicate recentemente da Radio Free Europe , sembrano provenire da 15 anni fa. Invece sono del mese scorso. Quelle immagini sono una vergogna, non solo per un paese che si appresta a entrare nell’Unione, ma per tutta l’Europa.

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Brevi

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