La Transilvania dice no a Simion
Nonostante le affinità ideologiche tra il premier ungherese Viktor Orbán e il candidato sovranista di estrema destra George Simion, al ballottaggio per le presidenziali in Romania la minoranza ungherese ha votato compatta per l’ex sindaco di Bucarest, Nicușor Dan

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Seggio elettorale in Romania - S.Kelner
Il candidato indipendente ed ex sindaco di Bucarest, Nicușor Dan, ha inaspettatamente vinto le elezioni presidenziali romene, riaffermando l’appartenenza del Paese al campo democratico ed europeista.
A determinare la sua vittoria è stata un’affluenza alle urne storica, pari al 64,72%. Una mobilitazione senza precedenti, a cui ha contribuito in modo significativo anche la minoranza etnica magiara, che ha espresso in maniera compatta il proprio sostegno a Dan.
Su una popolazione romena di circa 20 milioni di abitanti, 1,2 milioni appartengono alla minoranza etnica magiara, pari al 6,1% del totale. La convivenza con la maggioranza romena è stata, a tratti, segnata da momenti di tensione.
Durante gli anni della dittatura di Ceaușescu, si registrarono discriminazioni istituzionalizzate contro tutte le minoranze etniche, inclusa quella ungherese, che fu oggetto di un progetto di “romenizzazione”.
Le tensioni si acuirono subito dopo la caduta del comunismo: nel 1990, a Târgu Mureș, si verificarono i più violenti scontri interetnici della Romania post-comunista. Nonostante le tensioni occasionali, spesso alimentate da fazioni politiche di entrambe le parti, la convivenza resta oggi in gran parte pacifica.
Interlocutore politico privilegiato della minoranza magiara è l’Unione Democratica Magiara di Romania (UDMR). Il movimento, fondato nel dicembre 1989, è presente in parlamento dal 1990.
Nel corso della storia della repubblica l’UDMR ha partecipato a numerose coalizioni di governo, governando al fianco del Partito Nazionale Liberale (PNL) e del Partito Social Democratico (PSD) negli ultimi dieci anni. Non a caso, Hunor Kelemen, leader dell’UDMR, durante una passata tornata elettorale ha sostenuto Crin Antonescu (PNL), candidato della coalizione governativa.
Tuttavia, la débâcle di Antonescu deve aver suscitato un certo imbarazzo nelle fila dell’UDMR. L’infatuazione degli ungheresi di Romania per il premier ungherese Viktor Orbán è ben nota, così come la vicinanza tra le agende sovraniste di Orbán e Simion.
Del resto, il legame tra la minoranza ungherese di Romania e Budapest trascende la lingua comune. Si stima che circa il 60% dei magiari di Romania possieda anche la cittadinanza ungherese.
Non a caso, la Transilvania rappresenta una roccaforte dell’elettorato del premier ungherese Viktor Orbán, il quale, nelle elezioni politiche ungheresi del 2022, ha ottenuto circa il 90% delle preferenze tra gli ungheresi di Romania con doppia cittadinanza.
L’imbarazzo si è trasformato presto in disagio quando il 9 maggio, durante un’apparizione pubblica sul lago Balaton, Orbán aveva tentato un endorsement di Simion, affermando di condividere le sue dichiarazioni a favore di "un’Europa delle nazioni” fondata su valori cristiani.
Di fronte al trionfo elettorale di Simion al primo turno, il premier ungherese ha rassicurato che l’Ungheria non avrebbe mai imposto sanzioni nei confronti della futura leadership romena, un chiaro messaggio distensivo nei confronti di AUR.
Simion ha accolto con entusiasmo il sostegno implicito, lanciando la sua campagna proprio nei distretti a maggioranza ungherese utilizzando la foto di Orbán su volantini e manifesti scritti in lingua magiara. Una mossa che ha sconcertato la comunità ungherese in Romania.
Il sostegno di Orbán si è scontrato con una resistenza civica profonda. I parroci delle chiese ed una serie di figure pubbliche della minoranza magiara hanno lanciato appelli contro la deriva sovranista, evocando episodi recenti legati all’ostilità di Simion nei confronti della comunità ungherese.
Tra questi, gli appelli alla soppressione dei diritti delle minoranze e gli incidenti del 2019, quando Simion guidò un gruppo di nazionalisti romeni che profanarono un cimitero ungherese nel distretto di Harghita, risalente alla Prima guerra mondiale. Non va dimenticato poi che, nella primavera del 2023, Simion definì l’UDMR un “partito terrorista etnico”.
Inizialmente prudente, il leader UDMR Hunor Kelemen ha infine preso una posizione netta: il 10 maggio ha pubblicato un video sui propri canali social, affermando senza mezzi termini: “George Simion non è il nostro rappresentante; è un politico anti-magiaro. (…) Chi non conosce Simion è invitato a guardare i video che documentano l’ascesa dell’AUR, ad analizzare i suoi discorsi parlamentari e a osservare la violenza verbale e fisica che ha più volte dimostrato come deputato dell’opposizione. George Simion non è e non sarà mai un amico degli ungheresi.”
A ridosso della data del ballottaggio, Kelemen ha lanciato un appello accorato contro quello che sembrava essere il rischio più concreto tra i magiari di Romania: l’astensionismo. Il leader UDMR ha invitato i propri sostenitori a recarsi alle urne: “Invito tutti a non rimanere a casa. Venite a votare e convincete un amico, un conoscente, un vicino – chi non è andato al primo turno.”
Il messaggio ha funzionato. La minoranza ungherese ha votato in massa per Nicușor Dan. Le percentuali di consenso più elevate per l’ex sindaco di Bucarest si sono registrate proprio nei distretti dove i magiari costituiscono la maggioranza: Harghita (90,78%), Covasna (84,42%) e Mureș (67,02%).
Dan ha ottenuto risultati migliori in queste aree che nella stessa capitale, che governa dal 2020. In alcune municipalità del distretto di Harghita, il consenso per Dan ha superato il 97%, come a Lueta (Lövéte), Mădăraș (Csíkmadaras), Vlăhița (Szentegyháza) e Ciceu (Csíkcsicsó).
Durante un incontro dello scorso lunedì, Kelemen è volato a Budapest per un incontro chiarificatore con Viktor Orbán. Al termine del vertice, la leadership ungherese ha corretto il tiro, ribadendo che l’UDMR resta l’interlocutore di riferimento nelle relazioni tra ungheresi e romeni . Sedici ore dopo la chiusura dello spoglio, anche Viktor Orbán ha preso atto del risultato, congratulandosi con il nuovo presidente della Romania.
Gli osservatori magiari sperano che questa presa di coscienza dell’elettorato della minoranza segni una svolta anche rispetto alle inclinazioni politiche filo-Orbán degli ungheresi di Romania.
Secondo Emese Vig, redattrice della testata transilvana in lingua ungherese Transtelex : “Questo risultato elettorale non è una vittoria per l’UDMR. È stato un gesto disperato, ma anche dignitoso: un rifiuto della soffocante retorica sovranista che ci circonda. Con questo voto, gli elettori hanno detto no non solo a Simion, ma anche a Viktor Orbán.”













