La Slovenia, il Parlamento europeo e lo stato di diritto

Il 17 novembre scorso sono stati presentati gli esiti di una missione di monitoraggio sullo stato di diritto effettuata in Slovenia in ottobre da alcuni esponenti del Parlamento europeo

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Il primo ministro sloveno Janez Janša - © Alexandros Michailidis/Shutterstock

Nel luglio 2020 i partner del consorzio Media Freedom Rapid Response (MFRR) avevano espresso grave preoccupazione per un pacchetto di emendamenti ad alcune leggi sui media presentato, quello stesso mese, dal governo sloveno del primo ministro Janez Janša. In quell’occasione MFRR sottolineava il "rischio di indebolire finanziariamente l’emittente pubblica nazionale e consentire un controllo maggiore del governo sui media del servizio pubblico" nel paese. Anche l’International Media Watchdog era intervenuta denunciando la perdita di 13 milioni di finanziamenti pubblici per l’emittente pubblica RTV Slovenija e il licenziamento del direttore dell’Agenzia di Stampa Slovena (STA) Igor Kadunc.    

Da quando Janez Janša, del Partito Democratico Sloveno, è arrivato al potere nel marzo 2020 è divenuto la norma fomentare l’odio contro i giornalisti e i redattori dei media pubblici. Utilizzando i social media, soprattutto Twitter , Janša ha definito ad esempio la STA una "disgrazia nazionale" o la RTV "un’irresponsabile diffusore di virus", accusandola di "bugie" e di ingannare il pubblico.

Per valutare gli ultimi sviluppi dello stato di diritto, della libertà dei media e della lotta alla corruzione nel paese, dal 13 al 15 ottobre 2021, il Gruppo di monitoraggio della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali (DRFMG) della LIBE – una delle commissioni del Parlamento europeo – ha visitato il paese. A guidare la missione – composta da otto deputati – Sophie In ‘t Veld, parlamentare europea olandese del gruppo Renew Europe. Tra i partecipanti al monitoraggio anche Mikuláš Peksa della Commissione bilancio per chiarire il ritardo del governo sloveno nella nomina di due procuratori delegati alla Procura europea (EPPO).

Il clima in cui la missione ha effettuato il suo monitoraggio non è stato tra i migliori. Basti riferire che durante la visita il primo ministro Janez Janša ha twittato una foto che mostrava alcuni politici europei, con una freccia rossa che indicava Sophie In ‘t Veld, con la frase: "13 dei 226 noti burattini di Soros nel parlamento UE".

La relazione sulla missione è stata resa pubblica lo scorso 17 novembre. "Abbiamo osservato che le istituzioni pubbliche nel complesso funzionano bene”, si è evidenziato durante la presentazione alla LIBE del Parlamento europeo. Ciononostante la delegazione del PE si è detta preoccupata per il "clima di ostilità, sfiducia e profonda polarizzazione" che la Slovenia presenta.

Nella relazione sono stati riportati anche esempi di pressione sulle istituzioni pubbliche e sui media da parte del governo. Secondo alcuni degli interlocutori intervistati le istituzioni slovene in questi anni hanno promosso campagne diffamatorie, calunnie, indagini penali e azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP ).

La delegazione del Parlamento europeo ha inoltre espresso la sua preoccupazione per il ritardo nel finanziamento della STA da parte del governo ed ha esortato l’amministrazione slovena ad attuare una sentenza della Corte Suprema della Slovenia in cui quest’ultima sancisce che "lo stato deve fornire finanziamenti alla STA per il 2021 in linea con il business plan dell’agenzia". Nel settembre 2021 anche Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea, era intervenuta scrivendo a Vasko Simoniti, ministro della Cultura sloveno, affinché venissero concessi i finanziamenti dovuti alla STA. "Gli stati membri devono astenersi da qualsiasi tentativo di fare pressione diretta o indiretta sui media, anche trattenendo i finanziamenti necessari", aveva affermato in quell’occasione la Jourová.     

In novembre la STA ha poi sottoscritto un accordo con il governo sloveno che le garantisce l’accesso al finanziamento statale. “Il nuovo contratto garantirà il normale finanziamento e quindi anche le attività della STA quest’anno, mentre ci rimarrà qualcosa per l’anno prossimo", ha dichiarato in quell’occasione il direttore della STA Igor Kadunc. Anche se il personale della STA ha accolto con favore l’accordo, in un comunicato stampa ha messo anche in guardia contro iniziative che comunque potrebbero indirettamente influenzare l’indipendenza editoriale. Si è inoltre osservato che dopo mesi senza finanziamenti statali, parte del personale della STA ha già lasciato l’agenzia e che l’agonia durata più mesi ha compromesso la qualità dei suoi servizi.

Durante la visita di monitoraggio in Slovenia Mikuláš Peksa, della Commissione per il controllo del bilancio, si è informato sul ritardo nella nomina di due procuratori delegati all’Ufficio del procuratore europeo (EPPO) nonché dei ritardi nella nomina di diversi procuratori locali. In questo contesto Peksa ha evidenziato di aver notato una situazione in peggioramento in cui, anche a causa delle dimensioni del paese, la mancanza di concorrenza è evidente. "Una sola azienda può vincere la maggior parte degli appalti di costruzione perché è molto legata all’establishment", ha specificato Peksa.

Il 24 novembre scorso il collegio dell’EPPO ha finalmente annunciato la nomina di due procuratori europei dalla Slovenia per i prossimi cinque anni. Una decisione accolta con sollievo a Bruxelles dopo i diversi mesi di stallo causati dal governo Janša.

Sulla questione Laura Kövesi, procuratore capo europeo, in una dichiarazione dello scorso maggio , era stata particolarmente dura. "L’EPPO può iniziare le attività senza i procuratori europei delegati sloveni. Tuttavia, questo significa che il livello di protezione degli interessi finanziari dell’UE diminuirà in Slovenia (…) La manifesta mancanza di una sincera cooperazione delle autorità slovene con l’EPPO mina seriamente la fiducia nel funzionamento efficace dei sistemi di gestione e controllo dei fondi UE in Slovenia", aveva affermato.  

Monitoraggio

Nel giugno 2018, all’indomani degli omicidi della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, e del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata, la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo ha deciso di creare il DRFMG. Questo gruppo di lavoro sullo stato di diritto si è concentrato sulle minacce alla democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali, e la lotta contro la corruzione all’interno dell’UE in tutti gli stati membri. La sua funzione è solo di monitoraggio.

EPPO

L’EPPO è una procura indipendente e decentralizzata dell’Unione europea, con la competenza di indagare, perseguire e portare a giudizio i crimini contro il bilancio dell’UE, come la frode, la corruzione o le gravi frodi IVA transfrontaliere. Ha avviato le sue attività operative il primo giugno 2021.

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Parlamento dei diritti 3", cofinanziato dall’Unione europea (UE) nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo (PE) per la comunicazione. Il PE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è di OBC Transeuropa e non riflette in alcun modo l’opinione dell’UE. Vai ai materiali “Il Parlamento dei diritti 3”.

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