La Serbia si affaccia sul turismo mondiale

Mentre Novi Sad si prepara a vivere il suo anno da Capitale europea della cultura, una rivista mette la Serbia tra le 22 migliori destinazioni turistiche dell’anno a venire e la località di Mokra Gora vince un premio come uno dei migliori villaggi turistici al mondo

28/12/2021, Nicola Dotto - Belgrado

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Novi Sad - foto © Irma eyewink/Shutterstock

Per il turismo della Serbia il 2019 era stato un anno record in termini di numero di arrivi e pernottamenti; in quell’anno nel paese balcanico avevano soggiornato più di 3,6 milioni di turisti a fronte di 10 milioni di pernottamenti, numeri che segnavano un +8% rispetto all’anno prima (già da primato) e confermavano il trend positivo in atto. L’altra buona notizia era stata che per la prima volta il numero degli ospiti stranieri superava quello dei locali, grazie soprattutto al fascino della camaleontica Belgrado e alla sua vivacissima vita notturna; la capitale infatti, finalmente entrata nel circuito internazionale e collegata alle principali rotte di viaggio, attira sempre più turisti da tutto il mondo assicurando degli standard di accoglienza ed esperienza gastronomica ormai di primo livello; dall’altra parte, i massicci investimenti governativi su autostrade e infrastrutture e i vari ammodernamenti portati avanti tra centri termali e stazioni sciistiche, insieme all’effettiva esplosione del turismo rurale, incentivano anche i locali a visitare il paese.

Il 2020 si apriva quindi sotto ottimi auspici e all’insegna dell’ottimismo e invece l’annus horribilis segnato dal coronavirus ha di fatto gambizzato un settore in piena espansione che dava lavoro a migliaia di persone, e ha portato alla chiusura centinaia di agenzie turistiche, lasciando letteralmente per strada migliaia di operatori dell’indotto.

L’anno che sta per finire, secondo le ultime statistiche, ha per fortuna già visto una buona ripresa , (soprattutto nel secondo semestre), sebbene manchi ancora in gran parte l’apporto del turismo straniero e i movimenti riguardino nella maggioranza dei casi persone che si spostano all’interno dei confini. L’ottima stagione estiva registrata in montagna e nelle località termali apparentemente continuerà durante l’inverno se è vero che la capacità ricettiva nei centri di montagna per la stagione invernale raggiunge già circa l’80% della disponibilità . E ora, una serie di buone notizie ridà ulteriore speranza per un proficuo 2022, nonostante la spada di Damocle del coronavirus.

Belgrado nella mappa mondiale del turismo

All’inizio di dicembre la rivista di viaggi di lusso, “Condé Nast Traveller ”, che si rivolge a un viaggiatore esclusivo e di alto livello, ha nominato la Serbia come una delle destinazioni da non perdere nel 2022. Nel sito si legge che “dalla disgregazione della Jugoslavia, 30 anni fa, molti dei suoi stati costituenti (Croazia, Slovenia, Montenegro) sono emersi come importanti centri turistici. Tuttavia, finora la Serbia era rimasta sempre sullo sfondo. Caratterizzata da influenze greche, turche, ungheresi e balcaniche, non sorprende che finalmente la Serbia, e più specificamente la sua vivace capitale Belgrado, abbia attirato anche l’attenzione della Guida Michelin che, dopo alcuni rinvii, dovrebbe lanciare una guida, rivolta soprattutto alla sua gastronomia, fiore all’occhiello dell’offerta turistica”. Di lì a poco la prestigiosa “Guida” ha apeto le sue pagine per la prima volta sul paese , includendo 14 ristoranti, solo della capitale, nella sua selezione e mettendo la scena gastronomica belgradese sulla mappa mondiale dei palati più esigenti.

Sempre la “Condé” ha continuato nella sua analisi paragonando Belgrado, nota per la sua ricca vita notturna, alla Berlino degli anni ’90, ”un’inebriante miscela di vecchio e nuovo , un luogo in cui il brutalismo a blocchi di cemento armato e l’era “NATO” sorgono a pochi metri da opulenti wine bar e appartamenti alla moda con facciate di vetro”.

…ma c’è di più

Gli stessi giorni, durante la sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite a Madrid (UNWTO), la località di “Mokra Gora” è stata nominata uno dei migliori villaggi turistici del mondo , primeggiando su 170 concorrenti da altre 75 nazioni che ambivano al prestigioso riconoscimento.

“Il premio conferma che Mokra Gora, pittoresco paesino tra le montagne di Tara e Zlatibor, ricco di ambienti naturali di bellezza paesaggistica, sta diventando una destinazione turistica sempre più importante anche a livello mondiale, alimentando la cultura e preservando la tradizione, celebrando la diversità, offrendo opportunità per lo sviluppo del turismo sostenibile e della biodiversità”, ha dichiarato alla consegna del premio, la ministra del Commercio, Turismo e Telecomunicazioni Tatjana Matić.

Non si può non rimarcare che lo stesso luogo è già una meta turistica tra le più in visitate in Serbia da parecchi anni grazie a un’idea del regista serbo Emir Kusturica, che nel 2004 per le riprese del suo film “Life is a Miracle”, fece qui allestire la scenografia con la costruzione della cittadina di legno di “Drvengrad” o “Kustendorf” (sebbene non manchino polemiche e controversie giudiziarie a riguardo) attirando il jet set internazionale e organizzando in seguito varie manifestazioni culturali tra cui un importante festival del cinema. Lo stesso regista ha dichiarato che il premio è un riconoscimento alla perseveranza e all’idea visionaria: “Ho investito qui tutto ciò che ho guadagnato facendo il film. Ora, centinaia di migliaia di persone vengono da noi ogni anno. Non abbiamo permesso a Mokra Gora di diventare una vittima del selvaggio spirito capitalista perseguendo uno sviluppo sostenibile”.

Un’altra ottima notizia arriva dalla rivista americana “Forbes” che inserisce il vicino Parco nazionale della montagna Tara tra le cinque bellezze naturali dei Balcani assolutamente da visitare. “Forbes” scrive che quando si tratta di turismo, i paesi balcanici tendono a rimanere all’ombra rispetto ad altri dell’Europa occidentale, ma ciò non significa che non ci sia un mondo di spettacolare bellezza anche in questa regione. “A quattro ore da Belgrado c’è un’oasi di bellezza naturale incontaminata, il Parco nazionale del Tara, zona non solo ricca di flora e fauna incontaminate, ma che nasconde affascinanti monumenti storici e culturali, come il monastero di Rača dell’XI secolo”.

Tutto questo succede mentre la seconda città della Serbia, Novi Sad, si prepara a entrare nel 2022 come una delle tre Capitali europee della cultura (una delle prime città al di fuori dell’UE ad avere questo onore), grazie alla sua ricchezza fatta di diversità e interculturalità. La città, situata lungo il Danubio, è diventata un centro progressista per la musica, le arti e la letteratura e nell’ultimo tempo sono stati qui ricostruiti, ammodernati e inaugurati diversi spazi fatiscenti: un ex pastificio, una tintoria della seta e un castello del 1890, trasformati in gallerie d’arte contemporanea e spazi performativi, ospiteranno eventi e mostre durante tutto l’anno a venire.

I siti del patrimonio UNESCO

Da ricordare infine che la Repubblica di Serbia è membro dell’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura fondata nel 1945, dal 20 dicembre 2000 e sono 5 i siti Unesco del paese protetti e iscritti nella lista del patrimonio mondiale.

  • “Stari Ras i Sopoćani” (dal 1979). Un impressionante gruppo di monumenti medievali costituiti da fortezze, chiese e monasteri nella regione di Raška nel sud della Serbia.
  • “Monastero di Studenica” (dal 1986). Fondato nel 1190 dal padre dello Stato moderno serbo, Stefan Nemanja, è noto per i suoi splendidi affreschi in stile bizantino del XIII e XIV secolo.
  • “Gamzigrad-Romuliana” (dal 2007). Complesso situato nell’est della Serbia, fu commissionato dall’imperatore Caius Valerius Galerius Maximianus, tra la fine del III e l’inizio del IV secolo. Conosciuto come Felix Romuliana, è costituito da fortificazioni, palazzi, basiliche, templi, bagni termali, un complesso commemorativo e un Tetrapilone.
  • “Stećci” (dal 2016 insieme a Bosnia Erzegovina, Montenegro e Croazia). Pietre tombali monumentali risalenti al Medioevo per lo più scolpite su pietra calcarea che presentano una vasta gamma di motivi decorativi e iscrizioni.

Di enorme importanza per la Repubblica di Serbia è la tutela dei monumenti medievali in Kosovo e Metohija, ex provincia e ora Repubblica indipendente che l’UNESCO non ha ancora ammesso nella sua organizzazione; qui si trovano 458 beni culturali immobili, di cui 61 di grande importanza per la Serbia e 1.300 chiese e monasteri considerati patrimonio culturale del popolo serbo di prima importanza. In Kosovo, nella lista UNESCO dal 2006 come monumenti in pericolo a causa dell’instabilità politica della regione e la conseguente difficoltà nella conservazione degli stessi, ci sono quattro edifici che rappresentano i punti più alti della cultura ecclesiastica romanico-bizantina: questi sono il monastero Visoki Dečani, costruito a metà del XIV secolo dal re serbo Stefan Dečanski (è anche il suo mausoleo), il monastero di Gračanica, il monastero del Patriarcato di Peć, un gruppo di quattro chiese a cupola con una serie di dipinti murali e la cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš.

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