La riconciliazione è Reality

Un reality che è show e riconciliazione. Sulle tv B92 in Serbia e RTK in Kosovo è stato trasmesso ”CooperaTiVa” i cui protagonisti sono ragazzi serbi e kosovari. "Lo scopo? Mostrare che il dialogo è possibile, e che sono alle prese con gli stessi problemi", affermano i promotori

03/02/2009, Danijela Nenadić - Belgrado

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"CooperaTiVa" è il primo reality show in cui i protagonisti sono ragazzi provenienti da Serbia e Kosovo e va in onda sul canale serbo B92 e sulla Radio televisione Kosovo. Questo programma è nato come progetto comune delle ONG Fractal di Belgrado, l’Accademia non profit americana per lo sviluppo dell’istruzione (AED) e la Partes Production di Skopje.

Le otto puntate di "CooperaTiVa" mostrano squadre multietniche di serbi e albanesi che si confrontano tra loro in diverse prove. I 12 ragazzi, dell’età compresa tra i 18 e 21 anni, sono stati divisi in due team da 6 persone, di cui quattro rappresentanti della comunità di maggioranza (serba e albanese) e due della minoranza ( un ungherese e un albanese che vivono in Serbia, e un turco e un serbo che vivono in Kosovo). I "gialli" e i "viola", senza alcuna caratterizzazione etnica, devono affrontare situazioni diverse, prendere delle decisioni, fare squadra, imparare gli uni dagli altri e distruggere gli stereotipi.

Come ha dichiarato Nenad Maksimović di AED alla presentazione di "CooperaTiVa" a Novi Sad, lo scopo del gioco è di "mostrare che il dialogo tra i giovani serbi e albanesi è possibile, e che sono alle prese con gli stessi problemi". Maksimović ha affermato all’agenzia Beta che questo progetto dovrebbe essere recepito come una cosa normale, ma ha sottolineato che "sfortunatamente viviamo in un paese in cui la normalità non è pane quotidiano".

"Abbiamo voluto promuovere persone giovani, intelligenti, educate, libere e tolleranti, valori vitali in una comunità" ha continuato Maksimović. "I concorrenti di "CooperaTiVa" hanno sostituito la loro identità nazionale con l’identità di squadra. Così, in una puntata i giovani serbi hanno cantato canzoni tradizionali albanesi, e i giovani albanesi quelle serbe. Sì, si sono affrontati, ma il loro compito è quello di promuovere determinati valori sociali", ha concluso Maksimović.

Questo show in cui per la prima volta partecipano serbi e albanesi insieme, è un progetto ambizioso ideato da Filip Pavlović, direttore della ONG Fractal di Belgrado, che da anni realizza progetti per facilitare i legami tra giovani serbi e albanesi. Probabilmente non si può parlare di coraggio per lanciarsi in una tale avventura, ma è importante evidenziare che «CooperaTiVa» è il primo progetto che, utilizzando i mezzi di comunicazione di oggi quali sono i reality show, si propone di raggiungere tutti gli strati della società, dalle casalinghe a coloro che forse non avrebbero occasione di seguire le «classiche» attività di una ONG. In Fractal dicono che l’idea del progetto è stata pensata come conseguenza di come alcuni temi e processi sociali sensibili, in cui sono inclusi i rapporti interetnici, vengano percepiti dai cittadini nella società e nei paesi in cui questo dialogo ha un certo rilievo. L’idea di un reality show serbo-albanese ha iniziato a ronzare nella testa di Filip Pavlović mentre guardava il reality di Donald Trump «The Apprentice» (L’Apprendista), in cui, come egli afferma, emerge con forza il lavoro di squadra. Pavlović, però, ha deciso di togliere la rude battaglia dal programma serbo-albanese, mettendo al centro contemporaneamente due squadre e dei temi rilevanti per tutta la società. Quest’idea è stata sostenuta ed elaborata poi anche da AED e Partes Production, e il progetto è stato finanziato dal Dipartimento per i diritti umani dello State Department. Così, per farla breve, è nata «CooperaTiVa».

Si sono presentati 50 ragazzi per partecipare al programma. Di questi ne sono stati scelti 12: 6 serbi e 6 del Kosovo, sulla base della conoscenza dell’inglese – lingua ufficiale di «CooperaTiVa» – talento in ballo, canto e recitazione, abilità nella comunicazione, interesse per il dialogo e la collaborazione con i membri dell’altra comunità nazionale.

Il progetto è iniziato a giugno 2007 e fino al momento della messa in onda ha attraversato diverse fasi. All’inizio sono stati scelti i luoghi per le riprese, è stato promosso il progetto, completata la prima fase delle selezioni e realizzato il training di teoria del superamento del conflitto. Questa teoria, che sta alla base di «CooperaTiVa», si fonda sull’identificazione del problema, sulle tecniche per riconoscere quali sono i nodi da sciogliere e i modi per arrivare ad una soluzione. Milica Rodić afferma che questo metodo è stato scelto in quanto i rapporti tra serbi e albanesi sono caratterizzati dal conflitto, e «noi, con i nostri concorrenti, abbiamo voluto superare questo modo di comunicare, preparandoli ad un approccio costruttivo alle situazioni problematiche che si troveranno ad affrontare non solo durante l’assolvimento dei loro compiti, ma anche fuori dal programma». Dopo questo training è avvenuta la selezione dei partecipanti, le riprese nei luoghi scelti (Montenegro e Macedonia), la messa in onda e il monitoraggio dei media e, infine, come premio, un training in Italia e Macedonia per i partecipanti.

In otto puntate, i concorrenti hanno distribuito mele in autostrada, hanno raccolto le immondizie sulle spiagge di Ada Bojana in Montenegro e, con queste, hanno realizzato delle sculture; hanno organizzato delle performance con una organizzazione rom di Herceg Novi con il fine di raccogliere dei soldi per l’acquisto di libri per i bambini rom, hanno vissuto in campagna, lavorando nei campi e prendendosi cura degli animali, e hanno realizzato dei videoclip per promuovere la vita rurale.

Inoltre, hanno realizzato altri video su due comuni montenegrini, Plav e Gusinje, al confine con l’Albania e note per la bellezza naturale delle montagne «Maledette», ma anche per la multietnicità e multireligiosità della popolazione. Nella sesta puntata i concorrenti hanno avuto il compito di organizzare un concerto per gli abitanti di Gusinje, in cui ognuno doveva cantare una canzone nella lingua dell’altra nazionalità. Milica Rodić afferma che questa è stata una delle attività più interessanti, e che è talmente piaciuto agli abitanti di Gusinje che i partecipanti non volevano più finire. Nella penultima puntata i concorrenti hanno collaborato come unica squadra per trovare un tesoro nascosto. Nell’episodio conclusivo, ripreso a Skopje, i concorrenti hanno parlato delle loro esperienze e impressioni di «CooperaTiVa» a cui è seguito il premio, i training a Ohrid e a Roma per giovani cooperanti sui temi della comunicazione non violenta.

In ogni puntata, eccetto le ultime due, c’è stato un vincitore, e il verdetto spettava ad una giuria composta da tre persone. Sui risultati delle due squadre ha deciso Žana Borisavljević, trainer TOC e collaboratore esterno durante le riprese, e in ciascuna puntata ha partecipato un ospite a sorpresa dal Kosovo o dalla Serbia, una personalità del mondo dello spettacolo, della musica o qualche autorità locale.

Secondo le parole degli attivisti di Fractal, per tutti i partecipanti è stata un’esperienza positiva, hanno conosciuto nuovi amici, sono venuti a conoscenza di nuovi metodi ma hanno anche imparato gli uni dagli altri. E sopratutto né Milica di Gračanica (Serbia) né Dardan di Drenica (Kosovo) – e come loro gli altri partecipanti – hanno ricevuto commenti negativi dai loro amici o da altre persone per aver partecipato al reality show "CooperaTiVa".

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