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La piazza e le riforme

Di fronte alle continue dimostrazioni di piazza il premier greco Kostas Karamanlis ha risposto con un rimpasto di governo e la promessa di una serie di riforme. ”Il ministro dell’Educazione blandirà studenti e famiglie, quello degli Interni picchierà", riassume sarcasticamente l’autorevole quotidiano To Vima

16/01/2009, Gilda Lyghounis -

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Kostas Karamanlis

Come rimandare a casa e tenere a bada i liceali greci (e le loro famiglie) che continuano a invadere le piazze e occupare le scuole dopo l’uccisione il 6 dicembre scorso di un loro coetaneo, il 15enne Alexandros Grigoropulos, da parte di un poliziotto? La risposta del premier conservatore Konstantinos Karamanlis è delle più classiche: un bel rimpasto governativo e tanti buoni propositi, come in ogni inizio d’anno nuovo che si rispetti, visto che il nuovo esecutivo è stato annunciato il 7 gennaio. Parola d’ordine: il bastone e la carota. Cominciamo dalla promessa più allettante, vedi al capitolo "riforma della scuola e dell’università": abolire o almeno semplificare, quello che da decenni è il peggiore spauracchio di ogni ragazzo ellenico e dei suoi genitori, gli esami di accesso alle università.

Attualmente ogni adolescente delle ultime due classi del liceo passa tutto l’anno scolastico dai banchi di scuola mattutini a quelli pomeridiani del "frontistirion" (istituti privati che preparano ai suddetti esami). Per una routine quotidiana di 10 ore di lezioni, più lo studio individuale a casa.

Difficile passare il test-barriera al primo tentativo, spesso si riprova per due anni di fila. Ancora più difficile accedere alla facoltà dei propri sogni: chi vorrebbe diventare medico, a seconda dei risultati dei propri scritti ed orali, e a seconda della media dei voti riportati in quell’anno dagli altri concorrenti, può ritrovarsi a studiare da maestro elementare o da farmacista.

Promettere di abolire tutto questo – l’espressione usata il 13 gennaio dal neo-ministro dell’Istruzione Aris Spiliotopulos al riguardo è stata "tabula rasa: siamo aperti a ogni cambiamento" – ossia rendere libero l’accesso agli atenei è come fare balenare l’acqua nel deserto a un assetato. "A me e a mio marito il frontistirion costa 400 euro al mese per ogni figlio", ci racconta la signora Roula Spanoudi di Chania, cittadina nell’isola di Creta, con due adolescenti a carico. Se questa riforma passa, o almeno una delle ipotesi di riforma che vengono ventilate in questi giorni, i ragazzi dovranno frequentare un anno extra di liceo, a spese dello stato, nella materia universitaria che sceglieranno. Poi entreranno automaticamente nella facoltà. Con un vincolo però: una volta iscritti, per esempio, ad architettura, dovranno superare tutti gli esami del primo anno, come avviene in Germania. Se no, fuori.

"Per molte famiglie sarà un grande sollievo economico. Non tutti potevano permettersi le costose lezioni private come noi, che abbiamo un’attività commerciale piccola ma ben avviata. Per non parlare dei liceali sfiancati da due anni di studio intensissimo senza sapere dove andavano a parare – continua la signora Rula – almeno così potranno avere una chance vera, di frequentare per un anno la facoltà desiderata. Io non ho mai votato per la destra, anzi piuttosto per l’estrema sinistra, ma in questo caso ci farei un pensierino…". Trovare lavoro poi sarà un altro discorso, si vedrà.

E qui arriva la seconda mossa di Karamanlis, al capitolo economia. Primo: per uscire da ogni crisi, occorre un capro espiatorio da offrire all’altare del sacrificio. Questo è stato impersonato dall’ormai ex ministro dell’Economia George Alogoskoufis, fido collaboratore del premier per cinque anni, e dalla scelta del nuovo capo del dicastero Yannis Papathanassiou (che peraltro era già segretario all’Economia nel precedente esecutivo), il quale vista la crisi globale non potrà fare molto per riempire i portafogli delle famiglie, tanto più che si ritroverà ad affrontare il decennale problema del debito pubblico alle stelle e le nere previsioni della Commissione europea per l’economia ellenica del 2009: deficit del 3,5 per cento rispetto al Pil. Tuttavia, già si annunciano aiuti di 1000 euro ai disoccupati.

Terza promessa: le solite assunzioni preelettorali, 60mila. Sì, perché anche l’anno scorso, subito dopo la tragedia degli incendi che hanno distrutto una buona parte dei boschi greci, Karamanlis ha distribuito bonus (irrisori, 3000 euro) a chi aveva subito danni e assunzioni di precari nella pubblica amministrazione. La ricetta allora funzionò, Nuova democrazia fu riconfermata al potere nel settembre 2007, con un voto anticipato (l’ultimo era stato nell’aprile 2004) e forse funzionerà anche ora, visto che i sondaggi già marcano solo due punti di vantaggio per i socialisti del Pasok, mentre se si fosse votato tre settimane fa l’opposizione avrebbe stravinto.

Si ventila infatti nei palazzi del potere l’ipotesi d tornare alle urne in primavera, per non permettere al Pasok di consolidare il vantaggio e blindare, invece, il centro destra di Nuova democrazia al governo per altri 4 anni: non dimentichiamo che neppure nel momento più nero della crisi di dicembre, la persona ritenuta più preparata per fare il primo ministro era indicata dai sondaggi sempre in Karamanalis. Il leader socialista George Papandreu sconta le lotte interne al proprio partito, la sinistra comunista è divisa. "Inoltre tutti i dirigenti bancari o ospedalieri che oggi hanno 50 anni e hanno fatto carriera sono stati assunti vent’anni fa dal Pasok (al potere per 27 sui 34 anni dalla fine della dittatura dei Colonnelli ndr.) e oggi non sono ben visti dalla gente, che incontra loro quando va a chiedere un prestito o a farsi curare in cliniche pubbliche che funzionano male", commenta ancora la nostra madre di famiglia-tipo, Roula di Chania.

Passiamo infine al capitolo più delicato: l’ordine pubblico. Dopo settimane di incendi e devastazioni da parte delle frange incontrollate dei manifestanti con il passamontagna nero, e dalla sortita sulla scena di una organizzazione t[]istica, "Lotta rivoluzionaria", che con una raffica di Kalaschnikov ha gravemente ferito la settimana scorsa il poliziotto Diamanti Manzuri, 21 anni, di guardia al ministero della Cultura, qualcosa si doveva fare. In questo caso il ministro degli Interni è rimasto lo stesso. Però gli è stato affiancato il viceministro con delega all’Ordine pubblico Christos Makrighiannis, che alla precedente parola d’ordine "la polizia deve stare sulla difensiva perché non ci scappi un altro morto fra gli studenti"- linea che ha peraltro permesso la distruzione e lo svaligiamento di centinaia di negozi, supermercati e uffici pubblici nelle maggiori città greche mentre le forze dell’ordine stavano a guardare – ha sostituito il nuovo slogan "tolleranza zero verso la violenza, da qualunque parte venga". Per la prima volta dal 1974, inoltre, si parla di abrogare il divieto ai poliziotti di entrare nelle scuole e negli atenei, un "diritto di asilo" sacro nella memoria collettiva ellenica perché proprio dal Politecnico di Atene partì la rivolta che sfociò nella caduta del regime dei Colonnelli, e quella rivolta fu soffocata nel sangue dai carri armati che sfondarono allora i cancelli dell’università.

Karamanlis, insomma, ha giocato le sue carte con un "rimpasto elettorale" come lo ha definito il quotidiano ateniese "Ta nea", vicino ai socialisti. Mentre l’autorevole giornale "To Vima" riassume per tutti la filosofia del nuovo governo: "Il ministro all’Educazione blandirà gli studenti e le famiglie, quello all’Ordine Pubblico picchierà". Nel frattempo le manifestazioni parallele tenutesi ieri (15 gennaio) ad Atene, dove studenti e insegnanti sono scesi di nuovo in piazza e dove per la prima volta hanno manifestato anche gli agenti di polizia e i loro rappresentanti sindacali, si sono svolte senza incidenti.

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