La Macedonia contro il traffico di esseri umani

La polizia macedone lancia un’offensiva contro la schiavitù sessuale, principalmente nell’ovest del Paese. Diversi capi del traffico di esseri umani sono stati recentemente arrestati

02/04/2003, Redazione -

Pubblichiamo dalla Macedonia questo reportage (17.02.03) dell’Institute for War and Peace Reporting (IWPR), ripreso dai nostri partners del Courrier des Balkans
Di Zaklina Gorgevic

Tradotto da Pierre Dérens
Trad. dal francese di Giuseppe Nava

Le lacrime agli occhi, una giovane rumena di 21 anni ricorda come fu attirata in Macedonia ed obbligata a lavorare nel commercio sessuale in piena espansione nel paese.

«Mi dissero che avrei trovato lavoro in Grecia, ma non avrei mai pensato che sarei stata venduta per lavorare come prostituta». La ragazza è arrivata nel villaggio di Velesta nell’ovest della Macedonia due anni fa, attirata da trafficanti che le promisero un impiego come cameriera, ed alla fine fu obbligata a prostituirsi in un bar gestito da Dilaver Bojku, altrimenti conosciuto col nome di Leku.
È stata liberata la settimana scorsa, in occasione di una gigantesca retata della polizia contro il commercio sessuale nella quale lo stesso Leku é stato arrestato. Quest’ultimo sarà giudicato per traffico di esseri umani.

Parlando della sua vita da schiava, la giovane rumena precisa: «Certe ragazze sono riuscite a scappare ma sono state riprese, riportate indietro e picchiate. Dilaver Bojku non ci dava denaro, tranne in rare occasioni quando era di buon umore. I clienti pagavano 50 euro per una mezz’ora con noi».
Dopo l’operazione di polizia è stata condotta in un centro di transito della polizia macedone di Skopje, che è in stretto contatto con l’OIM, che si occupa delle donne vittime dei traffici umani. Dalla sua creazione, questo centro ha aiutato circa 600 giovani donne a ritornare a casa.

Una portavoce del ministero dell’interno ha confermato l’arresto di Dilaver Bokju nel raid del 7 febbraio, che s’inscrive nel quadro di una campagna anti-trafficking.
Gli esperti occidentali hanno apprezzato la retata come prova dell’impegno del nuovo governo contro la corruzione.

La polizia concentra le sue operazioni sui bar e sui club notturni dell’ovest del Paese, vicino alla frontiera albanese. Hanno trovato decine di donne straniere che erano state attirate nel Paese con promesse d’impiego come ballerine o cameriere.
Velesta è un villaggio completamente fuori dalla legge, che vanta numerosi bar ed hotel di lusso. Da queste parti, entrate ed uscite sono poste sotto sorveglianza elettronica. Secondo la polizia, ronde di uomini armati sono organizzate per controllarle.

L’ultima operazione della polizia ha avuto luogo dopo un confronto armato tra due bande di trafficanti il 24 gennaio: tre donne straniere sono state uccise ed un’altra gravemente ferita in una sparatoria al bar-caffè «Meli» nel villaggio di Dobri Dol, presso Gostivar; due persone sono state arrestate.
Dopo questo episodio, la polizia è intervenuta nei night club di Skopje, Tetovo, Gostivar, Ohrid, Struga e Bitola. Sono state trovate circa 40 donne con falsi documenti di residenza, delle quali otto sono state in seguito espulse per ordine del tribunale. All’hotel Bern, appartenente a Leku, vicino a Struga, la polizia ha trovato quattro donne Yugoslave che lavoravano illegalmente.
Il ministro dell’interno ha affermato d’aver condotto tre grosse operazioni per eliminare il traffico di esseri umani nell’ovest macedone.

Abbiamo saputo dalla polizia che diverse grandi reti della prostituzione erano già state sradicate. Oltre a Leku, è confermato che diversi altri trafficanti sospettati sono stati arrestati, compresi Agron Memedi e Peco Taskov.
Secondo l’OIM, ogni anno sarebbero 120.000 le donne e i bambini vittime del traffico di esseri umani in Europa.
L’OIM stima che i Balcani siano al centro di questo commercio e che la maggioranza delle vittime provenga dal Kosovo e dalla Bosnia-Herzégovina.

È anche stato fatto notare che la Macedonia rappresenta una meta importante oltre che un luogo di transito per la schiavitù sessuale. La polizia e coloro che collaborano in questo campo hanno parlato dell’esistenza di centinaia di bordelli che lavorano allo scoperto praticamente in tutto il Paese.
All’ufficio del procuratore di Skopje si afferma che al momento tre persone sono state condannate per traffico di esseri umani e quindici altri casi sono attualmente sotto inchiesta.

Secondo le statistiche del ministero dell’interno, donne dalla Russia, Moldavia, Ucraina, Romania, Serbia, Kosovo e Montenegro figurano tra quelle che terminano il loro viaggio in Macedonia. Attirate da promesse di alti salari, si accorgono troppo tardi d’essere state vendute per somme dell’ordine dei 1000-2000 euro in media ai capi del traffico. Picchiate e maltrattate, queste donne sono tenute in una condizione di semi schiavitù, con poche speranze di scappare.

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