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La Bulgaria? La prima a riconoscere il Montenegro dopo il congresso di Berlino …
Per i simpatizzanti di sinistra difficile accettare la definitiva frantumazione del sogno jugoslavo mentre il bulgaro medio professa indifferenza. Le reazioni a Sofia al referendum in Montenegro
"I partiti e i cittadini del Montenegro hanno superato un test particolarmente importante per la loro maturità democratica, organizzando e portando a termine il referendum per l’indipendenza secondo tutti gli standard europei", ha scritto nel suo comunicato ufficiale sui risultati della consutazione del 21 maggio il ministero degli Esteri bulgaro, assicurando che "la Bulgaria rispetta la volontà dei montenegrini e lavorerà all’ampliamento e approfondimento delle relazioni col Montenegro nella sua nuova veste internazionale".
"Il Montenegro ha messo la parola fine alla Jugoslavia" ha scritto "Troud" il giorno seguente, ricordando che, quando il Montenegro emerse come stato indipendente dopo il trattato di Berlino del 1878, la Bulgaria fu il primo stato a riconoscerlo. La notizia dell’indipendenza del Montenegro ha conquistato tutte le prime pagine dei giornali bulgari. "Montenegro: un altro stato in Europa" (Dnevnik), "Nasce il quarantaseiesimo stato europeo" (Novinar), "Lo 0,5% segna il destino del Montenegro" (Sega).
Il nuovo stato emerso dal voto del 21 maggio, che torna ad essere indipendente dopo 88 anni, è il secondo, dopo la Macedonia, ad abbandonare l’ex Jugoslavia senza che venga sparato un solo colpo. La dissoluzione della debole unione col Montenegro priva la Serbia del suo ultimo sbocco al mare, e secondo molti analisti, segna un ulteriore passo verso la probabile perdita del Kosovo.
Adesso tocca al Kosovo
Il 23 maggio "Troud" ha citato il quotidiano di Pristina "Koha Ditore", secondo il quale "adesso tocca al Kosovo", mentre il quotidiano "Express" commentava : "L’entità chiamata Jugoslavia muore all’età di 88 anni". "Ancora un punto a favore del Kosovo indipendente", ha scritto "Standart", riportando il commento di Jovan Teokarevic, analista politico di Belgrado. Secondo Teokarevic, l’unico problema nell’accettare i risultati del referendum sta proprio nel dato che rafforza la posizione degli indipendentisti kossovari. "Il Kosovo è più vicino all’indipendenza oggi di ieri", sono state le sue parole. Dopo la dissoluzione delle ultime vestigia della federazione, il Kosovo d’un tratto si trova fuori dei confini a cui appartinene secondo l’Onu, e raccoglie così un forte argomento a favore della sua indipendenza.
"Mi sento sempre in apprensione quando si parla di ex-Jugoslavia"
Due le posizioni chiave dei cittadini bulgari sulla questione montenegrina riscontrate dal ricercatore Ivan Hadjiyski dell’ Institute for Social Value and Structures di Sofia: "E’ difficile accettare la fine del grande progetto Jugoslavia", dei simpatizzanti di sinistra e "non sono affari nostri", del bulgaro medio.
Dalla ricerca emerge che, insieme alle istanze isolazioniste, emergono alcune posizioni differenziate: alcuni hanno sottolineato il carattere civile della separazione avvenuta attraverso il referendum, altri vedono un rischio in ogni nuova proclamazione di indipendenza nei Balcani. I sostenitori dell’indipendenza montenegrina si richiamano ai prinicipi di autodeterminazione e rispetto dei diritti umani, i critici sottolineano invece la frammentazione balcanica come fuori dal tempo, in un periodo in cui si costruisce l’Europa unita.
Le posizioni sull’argomento sono influenzate dall’appartenenza politica. I simpatizzanti di sinistra non accettano la secessione del Montenegro e la fine del progetto jugoslavo. Quelli di destra ricordano ancora con amarezza Tito e Milosevic, e propendono per la fazione indipendentista. Al centro ci si sofferma sui temi di economia e sicurezza che potrebbero emergere dall’indipendenza del Montenegro. "Mi sento sempre in apprensione quando si parla di ex Jugoslavia", è l’opinione del bulgaro medio, secondo Hadjiyski.
Stara Kafana, Cetinje – la vecchia "Legazione Bulgara"
"Il Montenegro ha ucciso quel che restava della Jugoslavia" ha scritto il 23 maggio "Monitor", sottolineando che l’indipendenza del piccolo stato è un "trionfo personale" del premier Milo Djukanovic. "Se il cuore del Montenegro tornerà a pulsare nella pittoresca "capitale dei re" di Cetinje", ha scritto il quotidiano, " e se la monarchia sarà restaurata, sarà il primo angolo dei Balcani a riguadagnarsi un’immagine simile ai racconti di "Tintine", una terra di costumi esotici, spie, montagne incredibili e baffi arricciati".
"24 Chassa" ha ricordato invece che, già quattro anni fa l’allora ministro degli Esteri bulgaro Salomon Passy, oggi presidente della commissione parlamentare esteri, aveva predetto "che nei Balcani stanno per nascere quattro nuovi stati, tra cui il Montenegro e il Kosovo. Sofia ha aperto ufficialmente il suo consolato a Podgorica durante il mandato dell’ex sovrano e premier Simeon Saxe Coburg Gotha. Oggi questa sede verrà probabilmente trasformata in un’ambasciata. Il quotidiano ha scritto che i politici del "partito del re", l’ NDSV, sono interessati al destino del Montenegro anche perchè l’ex sovrano bulgaro ha legami di sangue con la famiglia reale montenegrina.
Tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo la Bulgaria aveva un’ambasciata proprio al centro dell’allora capitale del Montenegro, Cetinje. La scritta bilingue "БУГАРСКО ЦАРСКО ПОСЛАНСТВО 1897 – 1916. Българска царска легация" (Legazione reale di Bulgaria) è ancora visibile all’ingresso dell’attuale Gradska Kafana, il vecchio caffè cittadino.
Nikola Petrovic Njegosh – architetto e principe del Montenegro
L’erede al trono del Montenegro, Nikola Petrovic Njegosh, architetto che vive e lavora a Parigi, e Simeone di Bulgaria, sono cugini. Al momento il principe Nikola è presidente di "Le Courrier des Balkans", sito web che si occupa della regione con sede a Parigi. I progetti dI Nikola Petrovic sono strettamente legati all’architettura in Montenegro, e il principe è l’animatore della biennale d’arte di Cetinje.
"C’è bisogno di parlare di architettura, adesso che le guerre sono finite. La ricostruzione dovrebbe iniziare da un dibattito dedicato all’architettura" ci disse Nikola Petrovic durante il nostro primo incontro a Bar, nel 1999. In una seconda occasione lo abbiamo incontrato insieme alla sua famiglia nel suo elegante appartamento a Montparnasse. Tra i vari temi discussi, quello di un eventuale ritorno della monarchia in Montenegro. "Non voglio essere un re, voglio essere un architetto, e realizzare progetti nel mio paese, impegnandomi nella conservazione ambientale culturale", ci disse l’erede al trono del Montenegro.
Era il 2001, e allora la prospettiva di un Montenegro indipendente sembrava ancora lontana. Il 21 maggio scorso però i cittadini del piccolo e pittoresco paese sull’Adriatico hanno deciso di vivere in uno stato tutto loro.
Qualche anno fa, anche l’ingresso in politica dell’ex monarca in esilio sembrava tanto strana ai bulgari da risultare eccentrica. Nel 2001, invece, Simeon è tornato in Bulgaria e ha trionfato nelle elezioni tenute nell’estate di quell’anno. Lo stesso scenario potrebbe ripetersi anche in Montenegro? Lo scopriremo presto.