Kossovo, ucciso poliziotto UNMIK

A qualche giorno di distanza da un tragico incidente, nel quale alcune persone hanno perso la vita, si riapre il dramma della situazione in Kosovo, questa volta con l’uccisione di un poliziotto dell’ONU

04/08/2003, Redazione -

Solamente il giorno dopo che si era verificato un grave incidente a Peja, dove un gruppo armato ha sparato sulla folla con fucili automatici uccidendo tre giovani e ferendone parecchi altri, in Kosovo è accaduto un altro incidente.

Un ufficiale della Polizia dell’ONU (UNMIK) del contingente indiano è stato assassinato durante il servizio, poco prima della mezzanotte del 3 agosto. L’ufficiale si trovava a bordo di un veicolo contrassegnato con lo stemma della Polizia dell’ONU, sulla strada tra Leposavic e Mitrovica, nel nord del paese, quando degli sconosciuti hanno sparato al veicolo, uccidendo il poliziotto. Le motivazioni dell’attacco rimangono tuttora sconosciute.

Il commissario di Polizia Stefan Feller ha giudicato l’omicidio come un crimine brutale e incredibile. Inoltre egli ha rivelato al pubblico che l’arma usata dagli attentatori è un fucile di precisione sniper, maneggiato da mani esperte e pronte ad uccidere.

Il presidente del Kossovo, Ibrahim Rugova, ha condannato i recenti incidenti, affermando che "questi omicidi (riferendosi ai fatti di Peja) sono diretti contro i cittadini del Kosovo e stanno rovinando l’immagine positiva del Kossovo stesso". Il presidente ha chiesto alla polizia che vengano trovati gli attentatori di questo atto e ha condannato l’uccisione del poliziotto dell’UNMIK con queste parole "Questo sembra essere un atto criminale di estremisti che si oppongono al progresso in Kossovo".
Il governo del Kossovo ha condannato l’incidente e ha accusato i paramilitari serbi che, sempre secondo il governo, operano nella zona nord del Kossovo.

Va notato, inoltre, che l’incidente è accaduto vicino al ponte ferroviario dove qualche mese fa i guerriglieri dell’AKSH avevano cercato di farlo saltare.

Il momento in cui accade tutto ciò coglie il Kossovo in una situazione veramente difficile:
le relazioni tra locali e internazionali sono meno fluide a causa della lettera piena di accuse verso l’UNMIK inviata dal ministro Krasniqi (PDK), inoltre un collasso dell’energia elettrica ha bloccato il Kossovo durante il weekend e ciò ha procurato un’ondata di critiche e disaccordi verso entrambe le autorità, internazionali e locali.

Dal nostro corrispondente da Pristina

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