Kosovo underground
La ricchezza del sottosuolo del Kosovo è stata confermata da uno studio della Commissione Indipendente per le Miniere ed i Minerali (CIMM). Le zone più ricche, i metalli presenti e le metodologie adottate per la rilevazione: intervista con Naser Peci
Forse parlare di "Eldorado" è davvero un’esagerazione, ma le ultime analisi geofisiche, effettuate dall’alto, hanno ribadito la grande ricchezza del sottosuolo in Kosovo. Lo studio, effettuato dalla Commissione Indipendente per le Miniere ed i Minerali (CIMM), rappresenta il tentativo più approfondito fatto finora per creare una mappatura completa delle risorse minerarie della regione. Per realizzarlo, sono state utilizzate le tecniche più moderne del rilevamento aereo, un’operazione completa finora fatta soltanto sul territorio dell’Irlanda del Nord. Osservatorio ne ha parlato con Naser Peci, vicedirettore del CIMM.
Qual è lo scopo della ricerca da voi promossa sulla ricchezza mineraria del Kosovo?
Quella realizzata è una ricerca geofisica aerea. Lo scopo del nostro progetto, era quello di creare una buona base dati complessiva, che possa fare da punto di partenza per ricerche in aree più specifiche, e per dare la possibilità di sfruttare al meglio quelle che sono le risorse minerarie del Kosovo. A quanto ne sappiamo, questo tipo di ricerca globale fino ad oggi è stato realizzato soltanto in Irlanda del Nord, ed è quindi un metodo scientifico di assoluta attualità.
E quali sono i risultati ottenuti?
Innanzitutto vorrei spendere due parole sulle metodologie applicate nella ricerca, che è stata realizzata sul campo da esperti britannici e finlandesi. Sono stati applicati tre metodi ricerca, tra cui quello magnetico, per permette di evidenziare la presenza di metalli radioattivi, come il callio, il torio e l’uranio. Per questo tipo di risorse minerarie, sono state messe in evidenza alcune zone di potenziale sfruttamento economico. Lo studio ha poi riguardato la presenza di cromo, oro, nichel, rame, e la presenza di minerali del piombo e dello zinco.
Come possono essere letti in termini generali questi risultati? Si può dire che il Kosovo è un paese ricco di minerali sfruttabili economicamente?
Senza dubbio questa ricerca ha riconfermato il fatto che il Kosovo sia una regione ricca di minerali. Non dobbiamo però perdere di vista la parola chiave che emerge dall’intero studio, e cioè "potenziale". Questo vuol dire che sono state evidenziate zone che presentano, appunto, un forte potenziale di sfruttamento, ma nella ricerca non si parla né di siti concreti né di quantità o qualità dei minerali relativi a località particolari. In altre parole, i risultati dello studio ci indicano quelle che sono le zone in cui cercare i metalli in questione, come appunto nichel, piombo, zinco ecc.
Quali sono, più in dettaglio, le zone che risultano essere più promettenti?
Innanzitutto alcune zone legate al bacino minerario di Trepca, che è sicuramente molto ricco. Potrebbe essere ricco anche di oro, ma specifico che esiste la possibilità di trovare veri e propri nuovi filoni. Fino ad oggi l’oro estratto in Kosovo è quello legato a riserve già note, oppure quello estratto durante le lavorazione dei minerali di piombo e zinco. Ci sono poi altre zone di particolare interesse. Molte delle miniere già sfruttate, ad un’analisi più approfondita, hanno mostrato anomalie geofisiche, il che può significare che in queste potenzialmente si nascondono minerali ancora non sfruttati. Altre zone probabilmente ricche di minerali sono il Kosovo centrale, dove si pensa ci siano buone riserve di nichel. Interessante è anche tutta la zona geografica che rappresenta una continuazione ideali del complesso orografico di Mirdita, in Albania, che include appunto parte del Kosovo centrale e le montagne ultrabasiche di Rahovec/Orahovac.
Ci sono altri tipi di metalli di cui la ricerca ha rilevato un potenziale sfruttamento economico?
Buona parte di questi metalli ci erano già noti, come il piombo-zinco, il nichel, appunto, il cromo e il rame. Oltre ai minerali metallici,ci sono poi quelli energetici, di cui fa parte la lignite, di cui siamo particolarmente ricchi o la magnesite. Ripeto però, che il nostro studio non individua con certezza, località, quantità e qualità dei bacini minerari, ma rappresenta un primo passo fondamentale per ricerche più approfondite.
E’ vero che non siete riusciti a monitorare le zone di confine con la Serbia e con il Montenegro?
Sì, non è stato possibile effettuare le nostre ricerche aeree in una fascia di cinque chilometri dal confine con questi due stati. La compagnia che ha realizzato lo studio, infatti, non è riuscita ad ottenere i necessari permessi dalle autorità di Podgorica e Belgrado. Questa fascia è considerata una zona di sicurezza, e per questo al suo interno vengono proibite riprese dall’alto. Anche queste zone, però, sono interessanti dal punto di vista mineralogico, visto che rappresentano spesso un proseguimento di zone ad alto potenziale di sfruttamento. Credo, comunque, che la decisione di non permettere le ricerche sia stata presa soprattutto a livello politico.
I risultati del vostro studio ci permettono di affermare che il Kosovo è una regione attraente per investitori stranieri interessati all’attività estrattiva?
Mi sembra evidente che questo studio abbia evidenziato il fatto che il Kosovo ha un interessante potenziale nel settore, senza contare le miniere già conosciute e attive. Questo rende il Kosovo una regione attraente nella ricerca di alcune categorie di metalli. Con la ricerca da noi portata avanti, abbiamo voluto costruire una base dati di conoscenze geologiche con standard internazionali, per avere a disposizione le informazioni necessarie a studi più approfonditi, e per fornire ai potenziali investitori idee guida per quelli che possono essere i minerali più attraenti dal punto di vista dello sfruttamento economico. Sempre con questo obiettivo, abbiamo completato le mappe e geomappe del Kosovo, includendo, oltre alla mappa geologica, quella tettonica, quella mineralogica, quella idrogeologica, e costruendo dal nulla la mappa delle pietre e quella dei materiali da costruzione. Abbiamo poi fatto, in parte del Kosovo, misurazioni geochimiche delle acque fluviali e dell’aria.
Possiamo definire il Kosovo un "nuovo Eldorado"?
Sicuramente si tratta di una definizione esagerata. Più realisticamente, il Kosovo ha risorse minerarie e zone potenzialmente molto interessanti per lo sfruttamento di specifici minerali.