Kosovo, politici e poltrone
La legge in Kosovo permette ai politici in carica di concorrere a nuovi incarichi senza rinunciare alla poltrona: una situazione che incrina il rapporto di fiducia e trasparenza tra rappresentanti politici ed elettori

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Pristina, panorama - © ColorMaker/Shutterstock
Quando Shpend Ahmeti, sindaco della capitale Pristina, ha deciso di candidarsi alle elezioni generali del 2017, senza rivelare ai suoi elettori quale incarico avrebbe ricoperto, l’opinione pubblica non si è opposta.
Da quando la legge elettorale del Kosovo consente ai politici di candidarsi per diverse cariche mantenendo il loro attuale incarico pubblico, questa pratica è diventata la norma durante la campagna elettorale. Ma è etica? E come interpretarla in relazione alla responsabilità dei politici nei confronti dei cittadini che rappresentano?
I rappresentanti della società civile la spiegano come un’opportunità concessa dalla legge, abusata dai partiti politici per ottenere maggiore potere e mantenere la propria base elettorale.
"Secondo la legge sulle elezioni locali, un candidato sindaco può candidarsi anche per le elezioni parlamentari o municipali. Tuttavia, ai sensi della stessa legge, deve ricoprire una sola carica elettiva. Allo stesso modo, se una persona viene eletta sindaco, non avrà il diritto di mantenere il proprio seggio in parlamento o in consiglio comunale", ha dichiarato a OBCT il portavoce della Commissione centrale del Kosovo, Valmir Elezi.
Sebbene questa sia una mossa comune a condizione di ricoprire una sola carica, a volte anche la fortuna gioca a favore dei politici.
Bedri Hamza, sindaco di Mitrovica, era il candidato primo ministro e capolista del Partito Democratico del Kosovo (PDK) alle elezioni parlamentari di febbraio 2025. Dopo la sconfitta del PDK, Hamza è tornato al suo incarico di sindaco. Il suo seggio in parlamento sarà occupato da un altro candidato che non ha ottenuto i voti necessari.
"Nel caso dei sindaci che si candidano al parlamento, si tratta chiaramente di un calcolo per mantenere e mobilitare l’elettorato nei comuni in cui il rispettivo partito ha vinto o mira a mantenere il controllo. Questi candidati fungono più da simbolo elettorale che da veri e propri contendenti per un mandato parlamentare", spiega a OBCT Eugen Cakolli, program manager per il Kosovo Democratic Institute , affiliato a Transparency International.
Cakolli ha inoltre affermato che questa forma di candidatura costituisce una deviazione etica dal concetto di rappresentanza e di impegno per la carica pubblica.
E mentre il Kosovo non è stato in grado di formare il nuovo parlamento e governo, Faton Peci, l’attuale ministro dell’Agricoltura della coalizione VV e della lista Guxo, ha annunciato la propria candidatura a sindaco di Mitrovica alle elezioni di ottobre 2025. Peci è uno dei politici più votati della coalizione Vetevendosje e Guxo alle parlamentari 2025. Se venisse eletto, dovrà abbandonare non solo la sua idea di rappresentare i cittadini a livello centrale, ma anche il suo seggio in parlamento.
La candidatura dei parlamentari a sindaco è vista come una strategia dei partiti politici per utilizzare figure popolari per massimizzare il risultato locale nei comuni, nonostante in alcuni casi i partiti politici vogliano concentrarsi sull’amministrazione locale.
"E questo inevitabilmente mina lo sviluppo di una struttura dirigenziale stabile incentrata sulle questioni locali o sulla costruzione di una carriera politica attraverso l’esperienza nella governance municipale", afferma Cakolli del Kosovo Democratic Institute (KDI).
Ad un livello più estremo, due sindaci della Lega Democratica del Kosovo – Gazmend Muhaxhiri , sindaco di Peja, e Imri Ahmeti, sindaco di Lipjan – si candidano in parlamento al loro quarto anno di mandato. Entrambi hanno vinto un seggio in parlamento e successivamente l’hanno abbandonato per tornare a ricoprire la carica di sindaco. Quando è stata fissata la data delle elezioni locali, entrambi sembravano candidati per il terzo mandato.
Naser Lajqi, project manager dell’organizzazione civile locale Syri i Vizionit , afferma che un sindaco che si candida come deputato crea insicurezza per la continuità dei progetti e l’impegno nei confronti dei cittadini.
"In molti casi i sindaci, soprattutto quelli che hanno vinto senza ballottaggio, come nel caso di Peja, si candidano per il parlamento con la convinzione di mantenere il proprio elettorato, sulla base del fatto che i loro elettori non sosterranno nessun altro partito o candidato", ha dichiarato Lajqi a OBCT.
Secondo Lajqi, in passato i cittadini pensavano che un sindaco si sarebbe candidato come deputato per rappresentarli a livello centrale, ma in seguito si è capito che l’obiettivo principale di questa mossa è il calcolo elettorale per rafforzare il partito politico; pertanto, il sostegno dei cittadini a questi candidati è diminuito.
“Ciò è stato osservato anche nelle ultime elezioni a Peja, dove il sindaco Muhaxheri, candidato al parlamento, non ha ricevuto il sostegno che si aspettava, proprio perché i cittadini hanno percepito la sua candidatura come una mossa guidata dagli interessi del partito piuttosto che dall’interesse pubblico", ha dichiarato Lajci a OBCT.












