Kosovo: nasce l’Associazione delle municipalità serbe
Con gli accordi Pristina- Belgrado del 25 agosto, le municipalità kosovare a maggioranza serba si uniranno in un’Associazione. Uno sviluppo che si presta a letture contrastanti
Il Kosovo e la Serbia hanno firmato a Bruxelles un pacchetto di accordi che, secondo il parere dell’Unione Europea, segna una svolta nel processo di normalizzazione delle difficili relazioni tra i due paesi a seguito del conflitto del 1999 e della dichiarazione di indipendenza del Kosovo del 2008.
Chiave è l’accordo che istituisce l’Associazione delle municipalità serbe del Kosovo, che garantisce alla comunità serba una maggiore autonomia, insieme a quelli sulla rimozione dei blocchi sul ponte di Mitrovica, che divide in due la città, su un nuovo prefisso telefonico per il Kosovo e quello sull’energia.
Le autorità di Pristina sostengono che gli accordi renderanno possibile l’estensione della sovranità del Kosovo anche nella parte settentrionale del paese, in cui la comunità serba è predominante, e quindi di migliorare l’integrità territoriale del Kosovo.
Letture contrastanti
Dopo un lungo incontro a Bruxelles e quindi la firma degli accordi, il primo ministro kosovaro Isa Mustafa ha dichiarato che si è riusciti a mantenere intatta l’indipendenza del Kosovo. “Tutti gli accordi sono conformi alla Costituzione ed alle leggi kosovare. Attraverso l’Associazione si potrà attivare l’assistenza ai comuni a maggioranza serba, ma questa non avrà alcun potere esecutivo”, ha sottolineato Mustafa. L’ex primo ministro Hashim Thaçi ha inoltre spiegato che l’Associazione delle municipalità serbe sarà di fatto una semplice ONG, su base volontaria e non obbligatoria, sul modello dell’Associazione delle municipalità del Kosovo, che ha sede a Pristina.
La comunità serba di Mitrovica ha letto l’accordo come una vittoria e ha festeggiato l’evento con fuochi d’artificio. Il sindaco di Mitrovica Nord, Goran Rakić, ha dichiarato che con questo accordo Belgrado ha garantito condizioni migliori per la vita dei serbi in Kosovo. Al contrario, i leader radicali si oppongono all’integrazione dei serbi nelle istituzioni kosovare e ritengono che non avranno nessun vantaggio nella creazione dell’Associazione. “Non aiuterà i serbi a rimanere in Kosovo. L’Unione dei pescatori avrà maggiori competenze rispetto all’Associazione delle municipalità serbe. Questo accordo è un effettivo trasferimento di competenze al Kosovo da parte della Serbia”, ha dichiarato ai media locali il politico Marko Jakšić.
La creazione dell’Associazione ha provocato dure reazioni anche nei partiti di opposizione e nelle organizzazioni della società civile a Pristina, che hanno invitato la popolazione ad opporsi all’attuazione dell’accordo sull’Associazione delle municipalità serbe. Inoltre, il principale partito di opposizione kosovaro, Vetëvendosje (“Autodeterminazione”) non ha escluso la possibilità di usare metodi violenti per opporsi all’accordo; i leader dell’opposizione sostengono infatti che la creazione di questa Associazione porterà alla sostanziale divisione etnica del Kosovo.
Integrazione o divisione?
“Ora il Kosovo avrà due parlamenti, due Presidenti, con un governo e un consiglio per l’Associazione dei Comuni a maggioranza serba, due compagnie telefoniche, due compagnie energetiche, il sistema giudiziario diviso, il corpo di polizia diviso ed un numero crescente di funzionari statali – il numero di funzionari dell’Associazione dovrebbe oscillare tra i cinque ed i dieci mila -, due sistemi sanitari e due sistemi scolastici. Il Kosovo diventerà dunque quel paese dove il Governo di Pristina governerà su gli albanesi, i bosniaci, i turchi ed i rom, mentre i serbi saranno governati dall’Associazione delle municipalità a maggioranza serba” sostiene Ilir Deda, parlamentare di Vetëvendosje.
Ramush Haradinaj, leader dell’Alleanza per il Futuro del Kosovo (AAK), ritiene che l’accordo sull’Associazione metta a rischio il funzionamento, la sovranità, l’integrità e l’indipendenza del Kosovo. Secondo Haradinaj, l’opposizione formerà un gruppo di lavoro incaricato di “trovare le discrepanze tra gli ultimi accordi presi a Bruxelles e la Costituzione, il piano Ahtisaari e l’accordo per la normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia”.
I membri della società civile ritengono che l’accordo sull’Associazione delle municipalità serbe non crei un’organizzazione ma un vero e proprio terzo livello di governo. A parer loro, una completa supervisione su educazione, riforme della sanità, sviluppo dell’economia locale, coordinamento della pianificazione urbana e rurale ed infine il permesso di ricevere in delega poteri dal governo di Pristina sono alcune delle ragioni per le quali si può sostenere che questa Associazione sia a tutti gli effetti un terzo livello di governo tra i comuni e Pristina.
Jetmir Bakija, dell’Istituto Democratico del Kosovo (KDI), confuta la dichiarazione dell’ex primo ministro Thaçi, che sostiene che l’Associazione sarà una semplice ONG, elencando cinque motivazioni: “L’Associazione potrà intraprendere procedimenti alla Corte Costituzionale, i suoi dipendenti saranno assunti come funzionari pubblici, il budget sarà amministrato secondo la legge per gli appalti pubblici, revisionato dal Revisore Generale e infine l’Associazione proporrà il comandante della polizia per il Kosovo settentrionale”. L’Istituto Democratico del Kosovo inoltre afferma che l’Associazione accresce le divisioni etniche in Kosovo e inibisce l’integrazione dei serbi nelle istituzioni kosovare.
Gli altri accordi
In risposta a queste forti resistenze e svariate interpretazioni dell’accordo tra Pristina e Belgrado, il governo kosovaro ha pubblicato un lungo comunicato in cui si cerca di convincere gli oppositori che la sovranità kosovara sarà da ora applicata a tutto il territorio statale. Finalmente il Kosovo avrà un prefisso telefonico indipendente, il +383 (la richiesta ufficiale verrà fatta – per interposta persona – dal governo austriaco) e i codici correntemente usati (come il +381 usato dai serbi in Kosovo) verranno soppiantati, hanno spiegato rappresentanti del governo. Inoltre la Serbia si è impegnata a rimuovere tutti gli ostacoli all’ingresso del Kosovo nel Network Europeo per gli Operatori di Sistemi di Trasmissione per l’Elettricità e a chiudere i fornitori energetici serbi nel nord del Kosovo.
Il governo ha ribadito che l’Associazione delle municipalità serbe sarà una struttura composta dai comuni a maggioranza serba con il compito attuare progetti locali. Non da ultimo, l’accordo per la rimozione dei blocchi sul ponte di Mitrovica, che verrà effettuata il 15 ottobre 2015 e, entro la metà di giugno 2016, il passaggio verrà aperto a pedoni ed autoveicoli, facendo diventare il ponte, così come si legge nel comunicato del governo, un ponte che “unisce le comunità”.
Il pacchetto di accordi tra Kosovo e Serbia è arrivato dopo una serie di incontri difficili e senza successo a Bruxelles e grazie alla pressione internazionale su entrambe le parti affinché venisse aperta una strada verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali. Il compromesso sulla firma degli accordi è stato raggiunto dopo che sia Pristina che Belgrado hanno percepito maggiori speranze di un ingresso più rapido nell’Unione Europea.