Kosovo: la sfida della presidenza

E’ professore di giurisprudenza ed è stato uno dei più stretti collaboratori di Rugova. E’ il candidato designato alla presidenza del Kosovo da parte dell’LDK, maggior partito del Kosovo. Oggi le votazioni in aula

10/02/2006, Alma Lama - Pristina

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L'Assemblea del Kosovo

Nessuno ipotizzava che si sarebbe arrivati in tempi così brevi alla definizione di un nome per sostituire Rugova alla Presidenza del Kosovo. Il mito di quest’ultimo è infatti ancora tanto vivo ed ingombrante che era difficile solo immaginare qualcuno seduto sulla poltrona che era stata la sua. Ma il Kosovo non ha tempo da perdere. E’ questo sembra essere stato compreso prima di tutti dalla Lega democratica del Kosovo, partito fondato e guidato sino alla sua morte da Rugova, che è stata rapida nel designare il suo candidato per la successione. Si tratta di Fatmir Sejdiu, professore presso l’Università di Pristina e tra i più stretti collaboratori dello stesso Rugova.

Sejdiu è noto per la sua personalità che tende a non accentuare gli scontri, sia in seno al suo partito di appartenenza che con quelli dell’opposizione. E forse proprio per questo è riuscito a guadagnarsi la maggior parte dei consensi nell’LDK. Di fatto la sua possibile candidatura era emersa già mesi fa quanto le condizioni di salute di Rugova si erano drammaticamente aggravate.

Dopo la morte di colui il quale ha guidato il Kosovo negli ultimi 15 anni era stato lo stesso plenipotenziario per la politica estera dell’UE Javier Solana ad aver chiesto ai politici kosovari un "presidente consensuale". Questo per il timore che la politica kosovara potesse sprofondare nella crisi proprio durante le negoziazioni sullo status futuro.

Tre sono le poltrone lasciate vuote da Rugova con la sua morte: quella di presidente del Kosovo, quella di capogruppo della delegazione per le negoziazioni con Belgrado ed infine quella non formale ma di fatto di presidente dell’LDK.

Chi gli succederà senza dubbio non le occuperà tutte. Sarà a capo con tutta probabilità anche del gruppo per i negoziati ma è difficile dire ora se riuscirà ad ottenere il consenso di tutte le forze politiche del Kosovo per farlo. Hashim Thaci, a capo del PDK, il maggiore partito dell’opposizione, sino ad ora ha rifiutato di rispondere a domande sulla questione. Sui quotidiani vicini a quest’ultimo sono stati pubblicati articoli nei quali si sottolineava che a capo della delegazione per i negoziati dovrebbe sedere qualcuno nominato dall’opposizione. La verità è che le contrapposizioni in seno al gruppo negoziale sono state forti anche quando Rugova era in vita, e non si sono mai affievolite.

E’ comunque chiaro che più che la presidenza del Kosovo sarà la presidenza del gruppo negoziale il ruolo più difficile da assumere per il professore di giurisprudenza, ed in molti temono che quest’ultimo non possa avere la forza a sufficienza per imporre una posizione chiara ed unitaria ai negoziati.

Fatmir Sejdiu è uno dei più "anziani" in seno all’LDK. Ha partecipato a redigere tutti i documenti principali del partito ed il suo apporto è stato prezioso anche per i lavori dell’Assemblea.

Sejdiu è considerato un politico moderato. E perlomeno in seno all’LDK è riuscito ad ottenere un consenso ampio. Cosa non scontata dato che nel partito esistono da tempo varie correnti sino ad ora tenute assieme solo dall’autorevolezza di Rugova. Per molti analisti il suo nome è il più adatto anche per il buon rapporto che ha nei confronti degli altri partiti del panorama parlamentare kosovaro.

La sua biografia politica è però breve. E non è mai stato "il primo violino" nei processi politici del Kosovo. E questa sarà la sfida più difficile: diventarlo.

Oggi l’Assemblea voterà sul suo nome. Nel caso venga eletto dovrà subito mettersi a preparare il primo incontro dei negoziati sullo status, a Vienna, dove si discuterà di decentramento, programmato per il 20 di febbraio.

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