Kosovo e diritti di proprietà

A che punto al restituzione degli immobili illegalmente occupati in Kosovo? Chi se ne occupa? Come ha influenzato il ritorno delle minoranze? Un approfondimento a cura dell’ICHR

08/05/2006, Redazione -

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Pristina

Di Francisco Prata* – ICHR

Della questione dei diritti di proprietà nel Kosovo post-1999 se ne è occupata inizialmente l’HPD (Housing and Property Claims Directory) e la HPCC (Housing and Property Claims Commission). L’HPD è stata recentemente sostituita dalla Kosovo Property Agency e con quest’ultima il Kosovo è entrato in una nuova fase per quanto riguarda la restituzione delle proprietà di immobili.
HPD e HPCC, cosa dietro le sigle?
Nel tentare di riparare alle conseguenze del conflitto in Kosovo ed alle vigenti discriminazioni l’UNMIK (amministrazione ONU in Kosovo, ndt) il 15 novembre 1999 ha approvato il regolamento 1999/23 alla base della creazione dell’HPD e dell’HPCC. La prima con il compito di provvedere a una "direzione generale di tutte le questioni in Kosovo relative ai diritti di proprietà in attesa che Rappresentante Speciale UNMIK e Segratario Generlae ONU decidano di che funzioni possano occuparsi direttamente le istituzioni locali".

Tra i compiti dell’HPD la realizzazione di un inventario di tutte le case abbandonate, valutando anche l’utilizzo di parte di queste ultime per scopi umanitari, l’indicazione di modalità d’azione in merito a questioni di propeietà per gudiare l’azione di UNMIK, UNHCR e KFOR e la realizzazione di studi sulla base dei quali sviluppare politiche e una legislazione adeguata.

Vi era anche un’altra previsione del regolamento 1999/23: la giurisdizione dell’HPD avrebbe prevalso su quella delle corti locali in tre casi: nel caso di persone che hanno visto prevaricati i loro diritti di proprietà a causa di discriminazioni dopo il 23 marzo 1989; nel caso di persone che hanno effettuato transazioni volontarie ma informali tra il 23 marzo 1989 e il 13 ottobre 1999; nei casi di persone che hanno perso i propri diritti di proprietà in seguito al 24 marzo del 1999.

Infine il mandato dell’HPD comprendeva anche l’amministrazione delle proprietà residenzaili abbandonate sino a quando ne sarebbero rientrati in possesso i legittimi proprietari. Circa il 90% dello staff dell’HPD era locale. La componente internazionale in particolare copriva in particolare il management, i controlli di qualità, le consulenze e in particoalre hanno costituito uno schermo di protezione rispetto alle pressioni esterne.

L’HPCC. Composta da un rappresentante nazioinale e da due commissari internazionali, operava da organo giudiziario indipendente. Le decisioni adottate da quest’ultimo erano definitive e non potevano essere appellate presso le istituzioni giudiziarie kosovare. Venivano poi implementate dall’HPD. Sino al primo luglio 2003, data alla quale si chiudeva il termine di presentazione di istanze presso i deu organismi, ne sono state raccolte più di 29.000.

Dato l’alto numero di casi da affonrntare e la necessità di salvaguardare diritti fondamentali l’HPD/HPCC ha applicato le cosiddette procedure di istanze di massa già adottate da altre commissioni ad hoc come ad esempio la Commission for Real Property Claims, in Bosnia e la United Nations Compensation Commission in Kuwait.

Le attività iniziali dell’HPD/HPCC sono state rese difficili da forti limiti di budget e falle strutturali e organizzative. E’ stato solo nel 2003, dopo che l’HPD è passata direttamente sotto la responsabilità diretta dell’UNMIK, che l’istituzione ha avviato il controllo e l’analisi delle istanze che le erano state presentate con una certa efficienza.

Su queste due istituzioni, per tutti i 4 anni del loro operato ha pesato comunque l’incertezza dovuta al fatto che dipendevano da fondi di donatori internazionali e la lor copertura finanziaria non rientrava direttamente nel budget UNMIK.
Cosa è andato
L’analisi delle pratiche da parte dell’HPD/HPCC e l’adozione di decisioni in merito è stata quasi completatta. Al febbraio 2006 il 99,7% delle richieste erano state analizzate e circa l’84% delle decisioni prese. Per il giugno 2006 si ritiene si possa arrivare all’espletamento del 100% delle pratiche. Non si è ancora raggiunto quest’obiettico perché in alcuni casi non si sono ottenute risposte da chi aveva presentato richiesta di restitutzione di immobili, si è ad roa nell’impossibilità di contattarne circa il 5%. Per questa ragione alla fine dello scorso marzo si è posto termine alla possibilità di contattare l’HPCC o la KPA per presentare eventuali reclami altrimenti le pratiche si sono intese da quella data chiuse.

L’Agenzia del catasto in Kosovo ha inizitao a registrare i titoli di proprietà dei casi risolti positivamente dall’HPD di persone che hanno effettuato transazioni volontarie ma informali tra il 23 marzo 1989 e il 13 ottobre 1999. Finito questo processo, nel giugno del 2006, tutta la doumentazione verrà trasferita presso gli archivi centrali del ministero della Giustizia. Sino ad ora la documentazione digitale emessa da queste istituzioni è stata accettata senza nessun problema dalle corti locali. Queste ultime non hanno comunque potestà di riaprire i casi già risolti da HPCC e HPD.

Dal punto di vista finanziario l’HPD è risultata efficiente ed è stato calcolato che risolvere ciascun caso è costato in media 878 dollari. Inoltre l’HPD dopo aver migliorato la propria organizzazione interna e modalità gestionali ha ottenuto maggiore credibilità e di conseguenza anche la possibilità di raccogliere dai donatori internazionali i fondi necessari a portare a termine il proprio mandato.
Cosa invece non è andato
L’HPD ha sviluppato un piano di affitti dell 5.500 proprietà sotto la propria amministrazione. Questo schema oltre a garantire i diritti dei legittimi proprietari aveva lo scopo di garantire a questi ultimi delle entrate finanziarie. Questo avrebbe dovuto rappresentare un sistema di "edilizia popolare" per tutto il Kosovo, ma non si è riusciti ancora ad implementarlo perché non ha mai rivcevuto l’avvallo ufficiale né dell’UNMIK e neppure delle istituzioni kosovare (PISG). Allo stesso tempo la mancanza di provvedimenti legislativi specifici dell’UNMIK e delle autorità kosovare ha fato si che non venisse mai avvaito un meccanismo di compensazione a vantaggio di coloro i quali hanno visto le loro proprietà distrutte o seriamente danneggiate.
Il futuro: la Kosovo Property Agency
Se il compito di risolvere le questioni pendenti in merito alle proprietà residenziali rientrava nel mandato dell’HPD/HPCC le diatribe riguardanti le proprietà commericali ed i terreni agricoli erano state lasciate inizialmente alla competenza della corti locali. Di fonte all’evidenza che queste ultime non se ne stavano di fatto occupando è stato solo il 4 marzo del 2006 che il Rappreentante Speciale (a capo dell’amministrazione internazionale UNMIK, ndt) ha sottoscritto il regolamento 2006/10 che ha previsto la creazione di un’agenzia indipendente, la Kosovo Property Agency (KPA). Al suo interno una specifica commissione, la Property Claims Commission, effettuerà ricerche e si esprimerà in merito alle istanze di restituzione di questa tipologia di proprietà. Decisioni in merito verranno poi adottate dalle corti locali e si potrà poi ricorrere in appello presso la Crte suprema del Kosovo.

La KPA ben rappresenta i cambiamenti di questi anni tutti volti a diminuire le competenze dell’UNMIK a favore delle autorità kosovare. In questo processo si è cercat di valorizzare anche le competenze sviluppatesi in qusti anni in seno all’HPD e quindi le questioni ancora pendenti (in particolare lo schema di affitti ed il meccanismo di compensazioni passeranno da quest’ultima alla KPA, sua erede naturale.

Se la creazione della KPA, soluzione per nulla rivoluzionaria o inaspettata, fosse arrivata prima i diritti di coloro i quali hanno perso il diritto d’accesso a propri terreni o hanno perso proprie attività commerciali sarebbero stati garantiti molto meglio. Ed il numero di sfollati che avrebbero deciso di rientrare in Kosvo sarebbe probbailmente stato superiore. Si sarebbe garantita inoltre maggiore giustizia.

* Francisco Prata lavora in Kosovo dal 2003, e dal 2004 per l’HPD. E’ membro dell’associazione ICHR dal 2005.

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