Kosovo, e adesso?
La scomparsa di Rugova ha lasciato un panorama politico complesso e di difficile lettura. Chi lo sostituirà alla Presidenza? Chi guiderà il Kosovo ai negoziati sullo status? E che ne pensano i rappresentanti della minoranza serba?
Ibrahim Rugova, Presidente del Kosovo, è morto sabato scorso. Negli ultimi mesi stava combattendo contro un cancro ai polmoni ed era sottoposto a sedute di chemioterapia che gli hanno progressivamente consumato il fisico.
Il Kosovo in questi giorni è in lutto nazionale: è stato dichiarato ieri dalle autorità e durerà per 15 giorni. A scuola scolari e studenti del Kosovo ritorneranno solo venerdì, dopo che a Pristina si saranno tenuti i funerali del leader kosovaro.
Ibrahim Rugova era sinonimo della lotta della comunità albanese del Kosovo per più diritti all’interno di quella che era allora la Repubblica federale socialista di Jugoslavia e poi, più tardi, della lotta contro l’oppressione del regime serbo attraverso i duri anni del conflitto e dell’intervento NATO nel 1999. Ma non solo, sinonimo anche della ricostruzione, e della creazione delle istituzioni provvisorie del Kosovo durante l’amministrazione ONU.
Ibrahim Rugova non è vissuto abbastanza a lungo per vedere il suo sogno divenire realtà. E già nelle ultime settimane non era forte abbastanza per presiedere il gruppo di negoziatori nella preparazione al primo incontro con la controparte serba, nei negoziati per lo status, che si sarebbero dovuti avviare giovedì a Vienna.
La morte di Rugova cambierà, e non vi sono dubbi in merito, il panorama politico kosovaro.
Rugova per molti anni è stato a capo della Lega democratica del Kosovo (LDK), partito politico che ha contribuito a fondare nel 1989 e che ha presieduto sino al 23 febbraio 2005 quando si è dimesso dall’incarico spinto a farlo dall’amministrazione internazionale del Kosovo. Ora il Presidente dell’LDK è Kole Berisha, che fu un vicino collaboratore di Rugova.
Rugova per due mandati consecutivi, a partire dalle prime elezioni dopo la guerra del 1999, è stato Presidente del Kosovo. Il suo posto sarà ora provvisoriamente preso dallo speaker del parlamento Nexhat Daci, non particolarmente benaccetto dall’amministrazione ONU.
Rugova era inoltre a capo della squadra kosovara per i negoziati sullo status. E’ riuscito negli scorsi mesi a riunire attorno ad un tavolo politici dalle visioni molto diverse tra loro, spesso in forte contrasto. Tutti con lo stesso obiettivo: richiedere per il Kosovo non meno dell’indipendenza.
Adesso il Kosovo si trova ad affrontare un ulteriore "esame di maturità" ed i suoi politici dovranno accordarsi il prima possibile sul nome del prossimo Presidente del Kosovo, tenendo conto che sarà la figura politica che guiderà il Kosovo al processo negoziale.
Non è un compito facile anche perché è noto che all’interno dell’LDK non vi è nessuno che goda del rispetto e dell’autorevolezza dell’ex Presidente del Kosovo. Lo stesso Nexhat Daci, speaker dell’Assemblea e tra i più influenti membri dell’LDK, non gode del supporto della maggioranza del partito. Questo fa intuire che la corsa alla presidenza sarà – innanzitutto all’interno dell’LDK – una corsa sino all’ultimo respiro.
All’orizzonte vi sono anche alcuni giovani, tra questi ad esempio l’attuale ministro all’autogoverno Lutfi Haziri. Era molto vicino a Rugova, è arrivato sulla scena politica come sindaco della municipalità di Gjilan/ Gnjilane e più tardi è divenuto presidente dell’assemblea dei comuni del Kosovo. Anche se il tema dell’autogoverno non è il suo preferito era molto vicino a Rugova e questo lo rende un potenziale candidato alla sua successione.
Ma il dinamismo all’interno dell’LDK e le posizioni degli altri partiti politici in merito alla Presidenza del Kosovo dovranno essere moderate in vista della "causa superiore". Lo sottolinea qualche analista politico, emerge chiaramente dalle parole dei rappresentanti della comunità internazionale.
Chiunque prenda il posto di Rugova dovrà lavorare duramente per guadagnare la fiducia ed il rispetto degli altri protagonisti della vita politica della Provincia, per guidare quest’ultima in uno dei più difficili periodi della sua storia recente.
Anche se la comunità internazionale preferirebbe su tutti Veton Surroi, a capo del movimento ORA e analista politico molto conosciuto a partire dagli anni ’80, quest’ultimo difficilmente potrà aspirare alla presidenza del Kosovo visto che non gode del supporto dell’elettorato kosovaro.
Il panorama politico kosovaro nelle prossime settimane subirà cambiamenti e scossoni. La Comunità internazionale ha auspicato che la morte di Rugova non causi lo stallo del processo di determinazione dello status, che doveva avviarsi in settimana.
Mentre l’intero Kosovo è in lutto e migliaia di condoglianze vengono spedite alla famiglia di Rugova, al suo partito politico e al Kosovo intero sono poche le reazioni che arrivano dalla enclaves serbe del Kosovo e dai rappresentanti politici della comunità serba.
La gente per strada si dice dispiaciuta ma preferisce poi non commentare su come la scomparsa di Rugova influirà sulla loro vita. L’unico commento emerso anche tra i leader della comunità serba del Kosovo è che si augurano che il successore di Rugova sia un moderato e non un radicale.
Questa preoccupazione è condivisa anche da Sanda Raskovic Ivic, a capo del Centro per il coordinamento in Kosovo, che ha affermato che tranne Rugova e Oliver Ivanovic non vede all’orizzonte vere e proprie controparti politiche ma "democratici col fucile in mano" e questo a suo avviso è preoccupante.
Oliver Ivanovic, a capo della Lista Serbia per il Kosovo, ritiene che la comunità serba deve stare molto attenta a non farsi immischiare in contrapposizioni interne alla leadership kosovara.
Di opinione opposta è Milan Ivanovic, presidente del Consiglio nazionale serbo del Kosovo settentrionale secondo il quale la morte di Rugova non destabilizzerà il Kosovo e che sia la Comunità internazionale che gli albanesi del Kosovo erano pronti a questa eventualità e che si sono già accordati sul nome di Hashim Taqi come guida della squadra negoziale kosovara a Vienna.
I funerali di Rugova si terranno giovedì. Il Kosovo senza di lui dovrà risolvere molte questioni delicate. Sarebbe stato più facile sotto la sua guida? La risposta se l’è portata con lui.
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