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Kosovo
Con la dichiarazione unilaterale di indipendenza del 2008, il Kosovo è diventato lo stato più giovane d’Europa e la più giovane d’Europa è anche la sua popolazione. Per saperne di più naviga questo fotoracconto
Il Kosovo si estende su un’area di circa 10.800 kmq (poco più grande di una regione come l’Umbria). È un altopiano situato a circa 500 metri di altitudine, circondato da catene montuose che lo separano a nord-ovest dal Montenegro, a nord-est dalla Serbia e a sud da Albania e Macedonia. Il Kosovo ha autoproclamato la propria indipendenza dalla Serbia nel 2008. Quest’ultima non l’ha mai riconosciuto. La capitale è Pristina (200.000 abitanti). Altre città importanti sono Prizren e Peć/Peja. La moneta ufficiale è l’euro: il Kosovo non fa parte dell’Unione europea, ma ha demandato alla Banca Centrale Europea la politica monetaria. Nelle zone a maggioranza serba circola anche il dinaro.
Nella foto: la mappa del Kosovo / Shutterstock.com
Il clima del Kosovo è prevalentemente continentale, essendo la regione limitata a ovest dalle Alpi albanesi settentrionali (Prokletije) dove la cima più elevata, la Gjeravica, raggiunge i 2.656 metri, a nord dal monte Kopaonik, a sud-sud ovest dai monti Šar. Le pianure principali sono il bacino della Metohija/Dukagjin a ovest e la piana di Kosovo a est, separate da una zona di basse colline colline (Golak). Tra i principali corsi d’acqua il Drin bianco, la Morava meridionale e l’Ibar.
Nella foto: una veduta di Prizren, città nel sud-est del Kosovo / Shutterstock.com
La composizione demografica del Kosovo è figlia della guerra recente e della fuga della gran parte della comunità serba e di una fetta di quella rom che l’abitavano fino al 1999. . Inoltre, l’ultimo censimento, del 2011 è stato boicottato dai serbi che ancora vi risiedono. I dati sono quindi parziali: a rispondere al censimento sono stati in 1.739.825. Di questi il 92.9% si è dichiarato albanese, l’1,5% serbo . Altre minoranze sono quella rom, turca, montenegrina, bosniaca e gorana. La popolazione kosovara è la più giovane d’Europa: circa il 50% degli abitanti ha meno di 20 anni.
Nella foto: Kosovo, Daniele Dainelli
Il territorio del Kosovo, abitato da serbi e albanesi, fu per secoli governato dall’Impero ottomano. A seguito delle Guerre balcaniche (1912-13) fu inglobato dalla Serbia. Dopo la sconfitta degli Imperi centrali nella Prima guerra mondiale il neonato Regno di Jugoslavia si vide riconosciuto il controllo del Kosovo. Nell’aprile 1941, a seguito dell’invasione della Jugoslavia gli occupanti nazi-fascisti incorporarono il Kosovo e parte della Macedonia all’Albania. Alla fine del 1944 divenne una provincia autonoma della Serbia nella nuova Jugoslavia socialista e qui dal 74 all’89 godette di ampia autonomia.
Nella foto: In una cartolina d’epoca la città di Pristina nel 1911
Nel 1989 il Presidente della Serbia Milošević revocò l’autonomia di cui la provincia del Kosovo godeva dal 1974. Inizialmente la comunità albanese reagì col boicottaggio delle istituzioni e la resistenza non violenta ma dal 1996 una parte scelse la lotta armata. Belgrado rispose con il pugno di ferro provocando la fuga di migliaia di civili albanesi. A protezione della comunità albanese, nel 1999 la NATO intervenne militarmente con una campagna di bombardamenti anche su Serbia e Montenegro. L’esercito e la polizia serba si ritirarono dal Kosovo e con loro fuggirono anche decine di migliaia di civili serbi.
Nella foto: un ragazzo kosovaro rifugiato nel 1999 / Shutterstock.com
Al termine del conflitto, nel 1999, viene approvata dalle Nazioni Unite la Risoluzione 1244: il Kosovo è provvisto di istituzioni provvisorie e posto sotto il controllo di una missione Onu (Unmik) e della NATO. Gli anni successivi sono caratterizzati dal braccio di ferro tra Belgrado e Pristina, la prima tardivamente disposta a concedere forte autonomia, la seconda convinta che l’unica soluzione sia la piena indipendenza. Nel febbraio 2008 le autorità kosovare dichiarano l’indipendenza, riconosciuta da molti paesi europei, tra cui l’Italia, e dagli USA ma non dalla Serbia. L’Unione europea ha oggi dispiegato in Kosovo una missione (EULEX) per rafforzare lo stato di diritto e garantire piena dignità a tutte le comunità che vivono nel Paese.
Nella foto: Pristina 2008, il giorno della dichiarazione di indipendenza / Bruno Maran
A maggio, sulle montagne della "Gora", in Kosovo sud-occidentale, l’aria risuona di tamburi e zufoli. È "Djuren", la festa più sentita nella comunità dei gorani, slavi di religione islamica, noti in tutti i Balcani per la propria abilità di carpentieri e pasticcieri. Per i tanti emigranti, che si guadagnano da vivere lontano dalla terra natia "Djuren", festa che unisce in modo eclettico elementi cristiani e musulmani, è un momento unico ed irripetibile: si rinsaldano i rapporti di parentela e si ritrovano amici e conoscenti. Veri protagonisti della festa, però, sono i giovani: per tanti, "Djuren" è il momento in cui cercare (e spesso trovare) la propria "dolce metà".
Nella foto: La festa del Djuren, Kosovo / Aljabak85 flickr
Formaggio e grappa. Due protagonisti insostituibili della tavola kosovara (e balcanica). Sono le specialità più note della comunità di Klina (Kosovo centrale), alla confluenza dei fiumi Klina e Drin Bianco. Al “djath”, qualità di formaggio bianco e salato che la comunità lavora ancora in maniera tradizione, si dedicano naturalmente i pastori dell’area. Il prodotto è poi consumato dalla stessa comunità o venduto nei mercati locali. Quanto al “raki”, grappa prodotta da prugne e uve locali, quella distillata a Klina (e raffinata con un doppio filtraggio, effettuato per ottenere un prodotto di altissima qualità) è conosciuta e apprezzata in tutto il Kosovo.
Nella foto: Colline in Kosovo / Shutterstock.com