Kladovo, sulle porte del Danubio

Dopo aver attraversato la strettoia delle Porte di Ferro, il Danubio continua il suo lento scorrere verso il mar Nero in strette anse. Qui sulla riva rumena del fiume, si trova la città di Drobeta – Turnu Severin, su quella serba c’è invece quella di Kladovo.

Kladovo – fmartino/OBCT

La vita di Kladovo ha sempre gravitato intorno al grande fiume. Per controllare i vitali passaggi sul Danubio, nel XVI secolo gli ottomani costruirono alle porte di Kladovo la fortezza di Fetislam (originariamente Feht-ul-Islam, cioè "le porte dell’Islam"), attualmente in fase di restauro.

Più recentemente, la vita in città è stata trasformata in modo profondo dalla costruzione delle due grandi dighe di Đerdap I, iniziata nel 1964, e Đerdap II, terminata nel 1984 grazia alla collaborazione tra Jugoslavia e Romania. Alla data della sua inaugurazione nel 1972, Đerdap I era la diga più grande al mondo. Ancora oggi, buona parte della vita economica di Kladovo – segnata negli ultimi decenni da difiicoltà e forte emigrazione verso l’estero – ruota intorno alle due centrali.

L’innalzamento delle enormi dighe ha avuto pesanti ricadute sull’ecosistema fluviale: gli storioni che risalivano il Danubio, e che venivano pescati per il prezioso "Caviale di Kladovo", rinomato per la sua qualità ed esportato in tutto il mondo, hanno smesso di raggiungere la cittadina, portando prima al declino della pesca e poi alla completa scomparsa sia del pesce che del famoso caviale.

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