Kabardino Balkaria, missione “Lago blu”
Un lago di cui narrano le leggende e oggetto di esplorazioni scientifiche durante l’Unione Sovietica. Due speleologi, Giovanni Badino, dell’Università di Torino, e Ulyana Zhakova, dell’Università di Perm’, hanno organizzato una spedizione per saperne di più di questo lago tra i monti della Kabardino Balkaria. Un’intervista
Cos’è il progetto "Lago blu"? Come è nata la sua partecipazione alla spedizione?
Badino: Si è trattato di una prima ricognizione per verificare la fattibilità di un progetto di ricerca. Siamo andati Ulyana Zhakova e io, a nostre spese. Sono sempre in cerca di zone con carsismo inesplorato, anche attraverso l’associazione che presiedo, La Venta.
Che tipo di osservazioni avete condotto durante la spedizione?
Zhakova: Durante la spedizione del 2011-2012 abbiamo condotto osservazioni sul regime idrogeologico, e ricerche mineralogiche del substrato roccioso e dei sedimenti del fondo. Abbiamo anche effettuato ricerche microbiologiche. La vita e i processi biologici nel lago sono determinati dal paesaggio e dalle condizioni geografiche, tra cui le principali sono il tipo di terreno, associazioni di piante, quantità di precipitazione. I batteri sono soprattutto adattati a condizioni ambientali sfavorevoli nei bacini idrici, ma allo stesso tempo reagiscono rapidamente ai cambiamenti.
Le indagini microbiologiche degli oggetti naturali sono spesso basate su colture tecniche, il che vuol dire lavoro e molto tempo. Per esempio per determinare il numero dei batteri nitrificanti chemolitoautotrofi potrebbero volerci tre mesi, se non più. Dal momento che non avevamo così tanto tempo a disposizione, abbiamo condotto le indagini preliminari, che sono più rapide e meno ardue, vale a dire la valutazione del numero dei batteri eterotrofi e ammonizzanti nelle acque del lago e fra i sedimenti.
Quali sono gli obiettivi che vi ponete?
Zhakova: In futuro prevediamo di svelare la genesi del lago, la formazione delle leggi naturali, la situazione contemporanea e le caratteristiche dell’interazione con i componenti ambientali, le dinamiche e il regime chimico dell’acqua utilizzando tecniche e metodi moderni. Creeremo un modello (utilizzando parametri cartografici, grafici e matematici) di una fonte carsica unica che potrà poi essere usato per sviluppare nuovi metodi di protezione delle acque sotterranee della regione e anche come base scientifica per un uso efficiente e la conservazione di una fonte carsica unica.
Il lago è già stato esplorato in passato?
Zhakova: La prima citazione del Lago blu data al 1887-1890 (Dinnik, 1890). L’esplorazione geografica attiva della regione del Lago blu iniziò all’inizio del XX sec. con Shookin. Il Lago blu fu parzialmente studiato e descritto da un professore dell’Istituto Statale Minerario di San Pietroburgo, Ivan Kuznezov, nel 1926/1927. Per il suo lavoro ricevette la medaglia d’argento della Società Geografica Russa. L’esplorazione successiva fu realizzata da una spedizione dell’Istituto Geografico dell’Accademia delle Scienze Georgiana nel 1980. Effettuarono una ricerca morfologica del lago (lungo 233m, largo 146m). Per i rilievi batimetrici hanno utilizzato un ecoscandaglio portatile Yaz.
L’instabilità politica della regione ha posto problemi di sicurezza o particolari limitazioni?
Il video: Lago blu, anche per i sub
Video realizzato dal club di immersione di Rostov, Russia
Badino: Assolutamente no, a differenza di un mio precedente viaggio del 2004. I problemi reali che rendono molto difficile visitare quei luoghi sono piuttosto quelli organizzativi. Ora come ora per fare i 2500 km che ci sono dall’Italia al Caucaso si passano tre giorni fra aeroporti e taxi. Non esiste alcun tipo di struttura che favorisca e semplifichi il viaggio ai potenziali turisti.
È curioso come gli interlocutori che ho incontrato non capissero le esigenze di possibili escursionisti. Ci si preoccupa di stanze o hotel, mentre ciò che serve davvero per sviluppare il turismo e recuperare le vecchie vie di trekking sovietiche è la possibilità di fare spostamenti rapidi e chiari e di avere informazione su ciò che offre e non offre la zona. Va bene tutto, si fanno trekking ovunque, ma bisogna sapere quali condizioni si incontrano.
I laghi blu sono contornati di leggende, un po’ come Loch Ness… ce ne racconta una?
Zhakova: Come la maggior parte dei laghi molto profondi, il Lago blu ha la reputazione di essere insondabile. Esistono numerose storie di persone e animali che sono caduti nel lago e sono ricomparsi alla superficie nel Mar Caspio. Si dice anche che sul fondo del lago si trovi forse la cavalleria di Tamerlano, o quella di Alessandro Magno, con oro, argento e gemme preziose. Si parla anche di abbondante attrezzatura militare tedesca e romena, abbandonata durante la ritirata nel corso della Seconda guerra mondiale. E, in più, una statua di Stalin. Per farla breve, sul fondo del Lago Blu c’è un museo in attesa di visitatori.
Per quanto riguarda la genesi del Lago blu, c’è una vera e propria leggenda, diffusa in tutto il Caucaso. C’era una volta una bellissima principessa, che si innamorò di un giovane nobile e coraggioso. Il giovane era un pastore. Ovviamente, c’era anche un principe potente e ricco del vicinato, innamorato della principessa. L’orgoglioso principe non poteva sopportare l’idea di avere un rivale. Il pastore fu catturato e gettato nell’abisso senza fondo. Quando la principessa lo seppe, corse sull’orlo dell’abisso senza fondo, che si riempì delle sue lacrime cocenti. L’amore di questa donna era puro e luminoso, i suoi occhi blu, e questo è il motivo per cui l’acqua del lago è blu e pura. Nessuno sa cosa sia accaduto al corpo del giovane uomo.