Italia: le europee della comunità romena
Rispetto alle europee del 2009 sono in 15.000 in più ad essersi iscritti alle liste elettorali aggiunte. E nelle concomitanti elezioni amministrative che si terranno in alcuni comuni italiani molti sono i candidati in lista. La comunità romena in Italia, il voto e l’integrazione
Nel 2009 erano stati in 30.000 a iscriversi alle liste elettorali aggiunte in Italia per le elezioni europee, quest’anno i romeni d’Italia che hanno chiesto di esercitare il proprio diritto di voto e sono riusciti a iscriversi nonostante la poca informazione e le scadenze infauste, sono stati 45.402 secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno. Non proprio una corsa alle urne, ma un segnale di crescente integrazione nella vita dell’Italia e dell’Europa vista dal Belpaese: rispetto alle ultime elezioni, infatti, è il 50% in più.
I romeni – che non hanno in passato brillato per partecipazione elettorale (anche in Romania nel 2009 votò appena il 29% degli aventi diritto) – sentono comunque il desiderio di prendere parte alla vita politica in Italia e lo dimostrano sia i dati di iscrizione alle liste elettorali aggiunte sia le candidature presentate in quei 4.000 comuni in cui, nello stesso giorno delle europee, si voterà per il rinnovo delle amministrazioni comunali. Secondo i dati ufficiali ben 157 candidati a consigliere sono di nazionalità romena e il numero sale, ma non è facilmente quantificabile, se si aggiungono coloro che hanno la doppia cittadinanza. Il 25 maggio, quindi, la diaspora romena in Italia farà parte sia dell’elettorato attivo che passivo.
I 45mila romeni che si sono iscritti in Italia sono più della metà dell’intero piccolo gruppo di comunitari aventi diritto che intende esercitare il proprio diritto di voto nel paese di residenza: 80.356 secondo i dati del Viminale. La seconda comunità per iscritti, ma molto distaccata è quella polacca con 7.171 iscritti in Italia. La risposta a questi numeri arriva da più parti e insistentemente: la voglia di votare e partecipare è ancora frenata dalla burocrazia, da leggi rigide con scadenze troppo anticipate e dalla poca informazione. In questa occasione, infatti, i cittadini comunitari residenti in Italia che avessero voluto votare per le europee avrebbero dovuto iscriversi entro il 25 febbraio, mentre per le comunali entro il 15 aprile. In molti casi, però, le amministrazioni comunali da cui dipendono le registrazioni hanno avviato in ritardo o per nulla le campagne informative, escludendo una parte di possibili votanti.
Le città che vedranno il maggior numero di elettori saranno Torino e Roma: nel capoluogo piemontese su un totale di 2.073 comunitari iscritti alle liste elettorali aggiunte, ben 1.561 sono romeni. A Roma, seconda per numeri, soltanto 1.483 iscritti alle liste elettorali aggiunte su una popolazione di residenti di circa 80mila, ma comunque la comunità più presente su più di 3.000 iscritti. E infine a Milano su 1.627 comunitari iscritti (626 maschi e 1.001 femmine) 309 sono romeni.
A pescare in questo bacino di voti potrebbe essere anche Forza Italia che grazie all’accordo firmato con il Partito dei romeni d’Italia (Pir) ha un accesso diretto alla comunità di un milione di persone. "E’ importante per i romeni, che hanno provato cosa sia il comunismo, aver raggiunto questo accordo con FI – ha spiegato Giancarlo Germani, avvocato e presidente del partito – avevamo già da tempo molti consiglieri e candidati militanti nel centro destra". Un’alleanza a lungo termine che ha tra i suoi punti cardine: l’abolizione delle liste aggiunte per le elezioni, il contenimento della deriva razzista di possibili alleati di FI come la Lega e un cospicuo appoggio da parte della comunità romena soprattutto a livello locale, dove la diaspora da tempo ha assunto un ruolo importante, a volte anche di ago della bilancia.
Oltre ai romeni che si sono iscritti per votare in Italia, tutti coloro che vorranno votare invece per i candidati che si sono presentati in Romania potranno avvalersi dei 15 seggi che l’Ambasciata di Bucarest ha istituito sul territorio italiano. E tra questi potrebbero avere risultati interessanti sia l’indipendente Valentin Daeanu, patron di Smith&Smith, sia il discusso tycoon Dan Diaconescu, che ha passato cinque mesi in Italia a sondare e conoscere la realtà di badanti e operai romeni residenti nel Paese. Entrambi hanno solidi legami con la diaspora, in particolare Daeanu che con il suo gruppo di money transfer ha in Italia uno dei suoi principali mercati. Inoltre il businessman di Costanza può vantare di aver aperto il centro commerciale-culturale-sociale La Strada a Roma (“Un luogo dove italiani e romeni possano imparare a conoscersi”, secondo le sue parole) e è il proprietario del giornale Actualitatea dedicato proprio alla diaspora.
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