In rete per lo sviluppo
Obiettivo del progetto Mahlde.Net è stata la costruzione di una rete a sostegno di iniziative di democrazia e di sviluppo locale nell’area dei Balcani. Un’intervista all’assessore Franco Jacop, della Regione Friuli-Venezia Giulia
Lo scorso 20 marzo a Bari, in occasione del meeting "Democrazia e sviluppo locale nell’area Adriatica", sono stati presentati i risultati di due anni di attività del progetto Mahlde.Net . Ne parla Franco Jacop, Assessore per le relazioni internazionali e comunitarie e per le autonomie della Regione Friuli-Venezia Giulia
Assessore Jacop, ci dà un quadro di riferimento rispetto al progetto di cui sono stati presentati oggi i risultati?
Mahlde.Net – MAre Hadriaticum Local DEmocracy NETwork, è un progetto finanziato dal Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg III A Transfrontaliero Adriatico, ed è stato promosso dalle Regioni Friuli-Venezia Giulia, in qualità di capofila, e dalle regioni Puglia, Veneto ed Emilia-Romagna. Nell’arco dell’anno di preparazione e dei due anni di attività, ha coinvolto numerosi soggetti, quali enti locali, associazioni, università e l’Associazione delle agenzie di democrazia locale – ALDA assieme all’intera rete delle 11 ADL (Agenzie di Democrazia Locale) che operano nei Balcani. Il progetto si è posto l’obiettivo di sostenere iniziative di democrazia e di sviluppo locale in quest’area, favorendo la cooperazione transfrontaliera tra attori politici, economici e sociali attraverso la costituzione di una rete Euro-Adriatica di partenariato. Una rete sviluppata quindi nei Balcani occidentali, con particolare attenzione alla Croazia, alla Serbia, al Montenegro e alla Bosnia Erzegovina.
Alla luce dell’esperienza di Mahlde.Net, quali sono le nuove priorità delle politiche di cooperazione del Friuli-Venezia Giulia nel sud est europeo?
Si è avuta un’evoluzione, da una politica tesa al ripristino delle condizioni di democrazia, di garanzia sociale attraverso azioni volte a costruire un substrato di certezze, si è arrivati ad un percorso basato sul partenariato territoriale inteso anche come opportunità di collaborazione sul piano economico. La nuova prassi è rappresentata da un impianto di collaborazione del sistema territoriale nel suo complesso: istituzionale, sociale ed economico. Le nostre azioni sono quindi avviate verso la previsione e la costruzione di accordi di partenariato territoriale, all’interno del quale trasferiamo le esperienze dal punto di vista istituzionale ma soprattutto economico come lo sviluppo di distretti industriali, il sostegno a piccole e medie imprese e la realizzazione di percorsi di formazione.
Uno dei punti cardine della cooperazione decentrata è rappresentato dalla reciprocità tra i soggetti coinvolti. Qual è il livello di coinvolgimento dei partner balcanici e quanto questa reciprocità si è espressa in termini di conoscenza tra le due sponde dell’Adriatico?
Nell’ambito della reciprocità, in Friuli-Venezia Giulia assistiamo ad alcune situazioni particolari. Nella nostra regione risiedono gruppi di lavoratori che provengono dai paesi del sud est Europa, e proprio questi riescono a interpretare quella dimensione di filiere lunghe, cioè di delocalizzazione parziale di imprese o di moltiplicazione di attività economiche, nei territori di origine. In questo modo si creano flussi bidirezionali: da un lato avviene il trasferimento degli investimenti e delle conoscenze in loco, dall’altro cresce una collaborazione economica sotto forma di opportunità ma anche di investimenti, che si possono moltiplicare e sviluppare nel nostro territorio oltre che nel territorio in questione.
Oggi si è fatto spesso riferimento alla capacità che il programma Mahlde.Net ha espresso quale stimolo alla cooperazione interregionale. Come può, questa cooperazione, trovare lo spazio per esprimersi anche con il livello centrale, in particolare alla luce della legge delega sulla cooperazione?
E’ tuttora in corso un dibattito aperto in merito alla questione del coordinamento delle attività di cooperazione. Lo stesso sottosegretario agli Affari esteri, Famiano Crucianelli, si è espresso nel suo intervento, seppur marginalmente, in merito al ruolo di coordinamento del governo di attività delle regioni che esse stanno sviluppando in una logica di relazione diretta. Rispetto a questo punto, crediamo fortemente che le potenzialità che le regioni possono esprimere in termini di cooperazione internazionale e decentrata siano importanti perché legate alle conoscenze dei propri territori, del proprio sistema e della trasferibilità di uno spettro ampio di relazioni e contatti. E’ chiaro che questa dimensione "locale" ha la necessità di mettersi in relazione con una dimensione nazionale. Questa relazione però deve partire da un presupposto: il riconoscimento di pari dignità tra le azioni.
Se invece dovesse svilupparsi, come sembra delinearsi nella legge delega, un coordinamento con ruoli decisionali delle politiche di cooperazione, quindi l’allineamento delle politiche delle regioni alle politiche nazionali, si avrebbe la vanificazione di tante esperienze fatte fino ad oggi da numerose regioni italiane. Esperienze dalla quali è emersa la dimostrazione che "cooperazione" significa innanzitutto "relazione", interscambio fra autorità locali, tra sistemi integrati locali, relazioni strette che in definitiva hanno portato a risultati di livello superiore rispetto a quelli raggiunti con le politiche nazionali.
A proposito di sistemi integrati, come si colloca il seguito di Mahlde.Net rispetto all’emergente progetto dell’Euroregione Adriatica?
Mahlde.Net rappresenta sicuramente un’esperienza importante perché ha avviato la capacità di creare rete, luoghi di incontro e relazioni tra le comunità delle due sponde dell’Adriatico. L’Euroregione rappresenta l’evoluzione di questo processo. Di fatto rappresenta la capacità di condivisione di un progetto unitario, che non è un’istituzione, ma che è un impegno a coordinare delle strategie di fondo. Mahlde.Net ha quindi rappresentato l’avvio, e in seguito il potenziamento e il consolidamento, di un dialogo bilaterale tra i soggetti, mentre l’Euroregione rappresenta la visione strategica d’insieme, e quindi credo sia l’approdo finale ottimale per Mahlde.Net.
Alla luce di questi anni di attività e delle informazioni acquisite con l’esperienza, cosa pianificherebbe e realizzerebbe in maniera diversa?
Forse cercherei di estendere ancora di più il coinvolgimento degli enti locali nel progetto, sia balcanici che italiani. Voglio prendere spunto dall’esperienza della mia regione. I soggetti che sono stati coinvolti hanno dimostrato di essere in grado di attuare la strategia proposta dal progetto. Alla fine però sono rimasti troppo concentrati sulla propria azione, cioè hanno condiviso poco in termini anche di conoscenza e di impegno con la restante parte del territorio e delle realtà omologhe, costruendo un risultato ottimale ma limitato alla propria dimensione.