In cuor mio sono bulgaro
Ha costruito la sua carriera politica sul nazionalismo macedone. Ora Ljubco Georgievski ha richiesto ed ottenuto la cittadinanza bulgara e si è scatenato il putiferio. Le difficili relazioni tra Sofia e Skopje
Ljubco Georgievski, fondatore ed ex presidente del VMRO – DPMNE ed ex primo ministro tra il 1998 ed il 2002, secondo la stampa macedone ha ottenuto la cittadinanza bulgara.
La notizia, pubblicata inizialmente sulla stampa bulgara e poi letterlamente "esplosa" su quella macedone, occupa da giorni le prime pagine in entrambi i Paesi. In Macedonia poi ha assunto il peso di un vero e proprio scandalo politico che sta portando allo sfacelo la già precaria immagine politica di Georgievski.
Il vice-Presidente bulgaro Angel Marin ha firmato lo scorso 3 febbraio il decreto con il quale veniva concessa la cittadinanza bulgara ai coniugi Georgievski. Il 3 marzo sono entrati in possesso dei nuovi documenti e poco dopo hanno registrato la propria residenza nella città bulgara di Blagoevgrad.
"Sono menzogne", ha affermato Georgievski nell’unica dichiarazione rilasciata sulla questione. "Sono abituato alle bugie ed alle macchinazioni contro di me lanciate da struttture della politica e della polizia. Ma la questione principale ora in Macedonia è la creazione del nuovo governo. Perché invece si interessano a me?", ha affermato Georgievski alla TV macedone "Canale 5".
I fatti emersi sembrano però smentire le dichiarazioni dell’ex primo ministro. Fonti bulgare hanno confermato la vicenda e l’hanno arricchita di dettagli.
Il partito politico di Georgievski, il VMRO – NP, che inizialmente aveva definito la notizia come "infondata", ora sta cambiando tono ed è alla ricerca di strategie differenti: si è passati dal silenzio, all’affermare che è una questione privata, al gridare alla cospirazione politica contro il partito per il fatto che la notizia è emersa proprio in questo momento delicato di formazione del nuovo governo.
"Provate a chiedere al governo perché 200.000 cittadini macedoni stanno facendo richiesta della cittadinanza bulgara?", ha affermato un collega di parito di Georgievski, Vesna Janevska. "Perché la nostra gente è obbligata a lavori di fatica in Grecia, Bulgaria e molti altri Paesi? Inoltre perché non è invece un problema che Ali Ahmeti (ndr, presidente del partito DUI, che raccoglie molti dei consensi della comunità albanese di Macedonia) ha la cittadinanza svizzera e riceve una pensione svizzera di invalidità? E che Agron Budjaku (compagno di partito di Ahmeti) ha la cittadinanza belga? E che Branko Crvenkovski e l’ex primo ministro Kiro Gligorov sono divenuti rispettivamente primo ministro e presidente quando avevano ancora in tasca il passaporto della Jugoslavia?", ha incalzato la Janevska.
Anche se le cifre citate da Vesna Janevska sono esagerate è comunque vero che un gran numero di cittadini macedoni sta provando ad ottenere un passaporto bulgaro. Secondo alcune statistiche ufficiali 20.000 macedoni l’avrebbero già ottenuto e 20.000 starebbero aspettando una risposta dopo aver consegnato i documenti necessari alle autorità bulgare. Il motivo principale? La possibilità di viaggiare liberamente in Europa con un visto turistico automatico di tre mesi, per molti un’occasione preziosa per trovare lavoro. Per essere eligibili i cittadini macedoni devono dichiarare di avere un’origine bulgara; dimostrarlo è abbastanza semplice dato che basta un’autocertificazione. I macedoni non sono gli unici nella corsa alla cittadinanza bulgara. Vi sono anche serbi, moldavi ed altri "prigionieri di Schengen".
In seguito alla "questione Georgievski" il vice-presidente bulgaro Marin ha annunicato futuri emendamenti all’attuale legislazione in modo da rendere più difficile l’ottenimento dela cittadinanza bulgara. Secondo lo stesso Marin si è assistito negli ultimi anni a un radicale aumento delle domande di cittadinanza: dalle 7.000 del 2002 alle 23.000 del 2005.
Nonostante fosse un tema politicamente sensibile le richieste di singoli cittadini macedoni del passaporto bulgaro non ha mai destato gran dibattito a Skopje. Il governo in questi anni l’ha tollerato. Ma il fatto che sia stato un ex primo ministro ad inoltrare una richiesta in tal senso ha sollevato un putiferio.
Anche se le relazioni bilaterali tra i due Paesi sono state negli ultimi anni all’insegna della correttezza, sono appesantite dalla storia. La Bulgaria nel 1991 è stato il primo Paese a riconoscere l’indipendenza della Macedonia; riconobbe però lo Stato e non l’esistenza di una lingua o etnia "macedone". Secondo la storia bulgara i macedoni sarebbero dei bulgari che hanno "dimenticato" le proprie radici durante la Jugoslavia di Tito e il macedone altro non sarebbe che un dialetto bulgaro. La Bulgaria inoltre non riconosce l’esistenza di una minoranza macedone sul proprio territorio anche se in tal senso ha perso molti processi intentati presso la Corte di Strasburgo.
Che un ex primo ministro, tra l’altro che si è dichiarato un nazionalista macedone (Georgievski costruì il proprio successo politico attorno alla rinascita del sentimento nazionalista in Macedonia nei primi anni ’90) che tutt’un tratto riscopre le proprie radici bulgare ha creato scalpore in tutti gli schieramenti politici. In Macedonia sono ora molti a vederlo come un traditore, in Bulgaria invece come un eroe.
Georgievski questa volta sembra aver rinvigorito lo spirito nazionle bulgaro e non quello macedone e l’indirizzo presso il quale ha registrato la propria residenza, a Blagoevgrad, è divenuto, da un giorno all’altro, un’attrazione per curiosi e turisti.
Secondo il direttore del Museo bulgaro di storia nazionale, Bozidar Dimitrov, "a Ljubco Georgievski è stata giustamente garantita la cittadinanza bulgara perché ha dichiarato che i propri genitori erano bulgari e che, ad un certo momento, si è sentito bulgaro lui stesso". Dimitrov ha poi aggiunto che la cortina informativa tra i due Paesi sta pian piano scemando e che la verità storica in merito al passato bulgaro della Macedonia sta emergendo. "Tutto questo è parte del processo di ri-bulgarizzazione della consapevolezza nazionale in Macedonia", ha concluso sempre Dimitrov.
Volen Siderov, leader del partito di estrema destra bulgaro Ataka, ha reagito positivamente alla scelta di Georgievski. "E’ un buon esempio" ha affermato "spero che 1,5 o 2 milioni di macedoni scelgano di fare lo stesso".
Secondo il vice-Presidente Marin, "la Bulgaria non dovrebbe togliere il diritto ad attuali o ex politici e uomini di stato di rendere pubblica la loro appartenenza etnica, e il signor Georgievski non fa eccezione su questo".
Ma Stojko Stojkov, tra i leader di OMO – Iliden Pirin, il partito che rappresenta la minoranza macedone in Bulgaria vede l’azione di Georgievski come una vera e propria "frode politica".
"Per 15 anni si è dichiarato un nazionalista macedone. Ha perso veramente la faccia. Non voterei mai per un uomo che mi ha mentito per 15 anni", ha affermato.
Man mano che la vicenda viene approfondita si scopre che Georgievski non sarebbe stato l’unico politico ad ottenere la cittadinanza bulgara. Nomi non ne sono ancora emersi ma si parla di altri ex primi ministri e molti parlamentari del Parlamento uscente.
Svetlana Boneva, tra i dirigenti del partito VMRO-DPMNE, vincitore alle recenti elezioni, ha subito citato in giudizio per diffamazione l’ex premier Vlado Buckovski che l’aveva indicata tra queli in possesso di un passaporto bulgaro.
Il caldo aumenta e le prospettive politiche di Georgievski sembrano sempre più incerte. Molti concordano sul fatto che se il tutto fosse emerso prima delle elezioni difficilmente Georgievski avrebbe ottenuto un seggio in parlamento. Ma altri esponenti della politica macedone potrebbero presto raggiungerlo sulla graticola.