In Azerbaijan raddoppiano le spese militari

In seguito ad un consistente aumento delle spese militari approvato dal parlamento di Baku, il bilancio del solo ministero della Difesa azero nel 2011 supererà l’intera spesa pubblica dell’Armenia, con cui l’Azerbaijan è in conflitto per il territorio del Nagorno Karabakh

29/10/2010, Shahin Abbasov - Baku

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Il lanciatore missilistico S 300 (luchezar_stoilov/flickr )

Questo articolo è stato pubblicato originariamente il 22 ottobre 2010 su Eurasianet.org  con il titolo "Azerbaijan: Baku Embarks on Military Spending Surge, Seeking Karabakh Peace "

Il 22 ottobre il parlamento dell’Azerbaijan ha approvato un bilancio militare di 2,5 miliardi di manat, pari a circa 3,12 miliardi di dollari: una cifra superiore all’intero bilancio statale della vicina (e nemica di lunga data) Armenia. Secondo gli osservatori, l’aumento di spesa sarebbe progettato per inviare un messaggio sia all’Armenia che alla comunità internazionale: se i negoziati di pace sul Nagorno Karabakh rimarranno in stallo, l’Azerbaijan potrebbe nuovamente ricorrere alla forza per tentare di risolvere il conflitto. Gli esperti tuttavia sottolineano che, nonostante il forte aumento di stanziamenti, non ci sono segnali concreti ad indicare che i leader azeri stiano attivamente pianificando una ripresa della guerra.

Il bilancio militare ha ricevuto sostegno quasi unanime in parlamento ed è stato approvato con una maggioranza di 104 a 5. Le spese per la difesa rappresenteranno circa un quinto della spesa pubblica totale per il 2011, programmata in 12,5 miliardi di manat (circa 16 miliardi di dollari). Rispetto al 2010, secondo il ministro delle Finanze Samir Sharifov, ciò rappresenta quasi un raddoppio dei fondi dedicati alla difesa, a fronte di un aumento del solo 5% del bilancio pubblico complessivo. Lo stanziamento è stato considerato una tappa importante, che soddisfa la previsione espressa nel 2007 dal presidente Ilham Aliyev, ovvero che la spesa militare azera avrebbe presto superato l’intero bilancio statale dell’Armenia. L’Armenia, dal canto suo, prevede di stanziare per la difesa 139 miliardi di dram, ovvero circa 386 milioni di dollari, su un bilancio totale di 998,4 miliardi di dram (circa 2,8 miliardi di dollari).

Il 20 ottobre, in una riunione di governo, il presidente Aliyev non ha nascosto la sua soddisfazione per la potenza economica dell’Azerbaijan, derivante dalle abbondanti risorse energetiche del paese. "Attualmente, l’esercito azero è il più forte del Caucaso meridionale" hanno riportato le agenzie di stampa locali. "Nel 2011, la nostra spesa militare supererà l’intero bilancio statale dell’Armenia. Ma non ci fermeremo qui, abbiamo in programma di aumentarla ancora". "A differenza dell’Armenia, noi utilizziamo i nostri soldi. Non dipendiamo da nessun altro Paese, non abbiamo debiti e non mendichiamo", ha continuato Aliyev con un’allusione piuttosto esplicita al rapporto strategico dell’Armenia con la Russia.

I funzionari di Baku non hanno divulgato esattamente come il ministero della Difesa spenderà tutti i soldi. Il ministro delle Finanze Sharifov ha comunicato al parlamento che 1,4 miliardi di manat (circa 1,75 miliardi di dollari) saranno spesi per l’ammodernamento delle forze armate e l’acquisto di nuovi armamenti. Altri 1,87 miliardi di manat (circa 2,33 miliardi di dollari) andranno a "progetti speciali volti ad aumentare il potenziale militare dell’Azerbaijan", ha aggiunto senza specificare. Anche il ministero dell’Industria per la Difesa, che opera separatamente dal Ministero della Difesa, vedrà aumentare il proprio bilancio, ha aggiunto Sharifov senza fornire cifre.

Un esperto militare ha ammonito che spendere molto non significa necessariamente spendere in maniera efficace. Non ci sono informazioni precise su quali armi saranno acquistate con 1,4 miliardi di manat, ha osservato Jasur Sumarinli, direttore del portale di notizie militari Milaz.info. Citando anonime fonti ministeriali, Sumarinli ha riferito che "circa 600 milioni di manat [circa 749 milioni di dollari] saranno spesi per comprare due sistemi anti-aerei S-300 provenienti dalla Russia, [armamenti che] non avrebbero molto uso pratico nel caso di una guerra nel Karabakh". L’S-300, l’equivalente del sistema di difesa missilistica americano Patriot, è in genere usato per proteggere strutture strategiche come impianti petroliferi e oleodotti.

Al momento i colloqui di pace sul conflitto del Karabakh, che si svolgono sotto l’egida dell’OSCE (Minsk Group), sono ad un punto morto. L’ultimo incontro fra Aliyev e il presidente armeno Serzh Sargsyan, tenutosi nel mese di giugno, non è riuscito a spezzare l’impasse. Nel corso degli ultimi anni, Aliyev ha più volte precisato che la pazienza di Baku nei confronti dei negoziati a singhiozzo con l’Armenia si sta esaurendo. Di recente, i governi di Azerbaijan e Armenia hanno cominciato a battibeccare. Ad esempio, a metà ottobre, i rispettivi presidenti hanno fatto reciproco riferimento al presunto “fascismo di Stato” della controparte.

Secondo Rasim Musabekov, analista politico con sede a Baku, i leader azeri sperano che lo stanziamento per la difesa eserciti pressione sull’Armenia, portandola a fare concessioni politiche nei colloqui di pace sul Karabakh. Nei prossimi giorni è previsto un report della missione speciale OSCE sulla situazione nei territori adiacenti il Karabakh occupati dall’Armenia.

"Baku vuol far capire ai mediatori che, con questo ritmo di spesa per la difesa, la sconfitta militare dell’Armenia diventerebbe inevitabile in pochi anni", ha commentato Musabekov. "Quindi, se non vogliono che questo succeda, dovrebbero accelerare i colloqui di pace".

Shain Abbasov è un giornalista freelance che vive a Baku ed è membro del consiglio della Open Society Foundation – Azerbaijan.

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