Il successo turistico dell’Albania

L’Albania diventa una meta turistica, non solo per gli stessi albanesi, ma anche per gli stranieri. Punti di forza: infrastrutture migliorate, prezzi low cost e nuove politiche sui visti. Ancora assenti, però, adeguata promozione e politiche votate allo sviluppo del turismo

15/09/2008, Marjola Rukaj -

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Saranda

L’Albania inizia a diventare una meta turistica. E’ questa la conclusione delle autorità albanesi e degli esperti di marketing turistico. Una volta uscita dalla cronaca nera dei media europei, mentre gli stereotipi negativi vengono consegnati al passato, l’Albania ritorna a essere una sconosciuta alle porte dell’Unione Europea, e come in molti amano definirla "l’ultimo mistero" di questa parte del mondo. L’estate 2008 si è conclusa con un bilancio positivo in ambito turistico, notevolmente superiore a quello degli anni scorsi.

Tra le mete preferite del turismo albanese al primo posto si trovano la natura e il mare, e per i vacanzieri del fine settimana anche le città d’arte. Le spiagge più frequentate sono state, come al solito, quelle di Durazzo, meta preferita dal "turismo patriottico" kosovaro, e tutta la costa meridionale, da Valona a Saranda. Molto meno frequentate le spiagge dell’Albania settentrionale. Questa parte del paese, nonostante le splendide montagne, rimane la meno frequentata e la meno esplorata anche dagli stessi albanesi. Tra le città d’arte la più visitata è stata Kruja, che ospita il castello dell’eroe nazionale Skanderbeg, poi Berat, da poco diventata patrimonio culturale dell’Unesco, Argirocastro, Butrint e Apollonia. Numerosi sono stati i turisti che hanno incluso un breve itinerario albanese durante le loro vacanze in Grecia o in Montenegro.

Secondo dati ufficiali l’Albania, tenendo conto di tutti i suoi punti di frontiera, è stata visitata nel periodo giugno-agosto da un milione e mezzo di persone, di cui 942 mila di nazionalità albanese e il resto di provenienza straniera. Tra gli stranieri un ventaglio di nazionalità, in particolar modo nord-europei ed est-europei dell’ex blocco socialista. Ma la cifra, molto ottimistica, rischia di venir confusa con quegli albanesi che, ormai cittadini degli stati di adozione, si recano in Albania per le vacanze di routine nel proprio paese. Bisogna considerare anche l’imprecisione delle statiche albanesi, un vero tallone d’Achille del paese, che indiscriminatamente calcolano tra i turisti anche gli albanesi entrati o usciti nel paese in questo periodo per diversi motivi e che trascorrono in Albania anche il resto dell’anno. Al tempo stesso, non si è in grado di dichiarare quanto sia valso alle casse albanesi il turismo degli ultimi mesi, e tanto meno di specificare quanto è stato speso al giorno da determinate categorie di turisti. Tuttavia, nonostante le critiche che gli esperti del turismo hanno fatto per la mancanza di una classificazione statistica, rimane il fatto che il turismo in Albania segna una notevole crescita rispetto al passato.

Spiaggia di Valona

La novità di quest’anno è stato il fatto di essere riusciti ad andare oltre il turismo patriottico, proveniente dal Kosovo e dalle località albanofone della Macedonia. Per la prima volta l’Albania è stata inclusa nelle offerte di vacanza delle agenzie turistiche serbe, mentre quelli che si incontravano più spesso nelle spiagge del sud albanese, e in particolar modo a Valona e dintorni, erano macedoni slavi. I media albanesi hanno dedicato numerosi reportage ai macedoni che hanno scoperto quest’anno le spiagge del sud. Le opinioni sono state delle migliori, sia sulla qualità delle spiagge che sul servizio e sull’accoglienza albanese, tanto da far promettere a molti il ritorno; c’è stato invece da ridire sulla parte mancante dell’autostrada Fier – Valona, e sulle difficoltà linguistiche dei macedoni in un paese non slavo.

Secondo le opinioni degli esperti, espresse in vari dibattiti televisivi, risulta che anche gli albanesi iniziano a preferire le vacanze nel proprio paese, dimostrando che la smania degli anni passati di vacanze turche o croate sta leggermente diminuendo.

Tra le cause della notevole crescita del turismo In Albania ci sono naturalmente le infrastrutture notevolmente migliorate, che rappresentano però solo i primi risultati di quell’enorme cantiere che è oggi l’Albania. Altri motivi sono stati di tipo economico, la recessione degli ultimi mesi, e i prezzi molto alti dei paesi vicini hanno fatto sì che l’offerta turistica albanese, decisamente low cost, risultasse più appetibile. Secondo esperti albanesi ha rappresentato un vantaggio anche il fatto che quest’anno dell’Albania si è parlato molto sui media internazionali, in occasione della proclamazione dell’indipendenza del Kosovo, dei negoziati di adesione del paese alla Nato, fatti che hanno aumentato la curiosità per il "Paese delle aquile". Anche gli ultimi sviluppi nei Balcani hanno influenzato l’orientamento dei turisti dei paesi vicini, come la disputa sul nome tra la Macedonia e la Grecia, che ha portato i turisti macedoni ad optare per l’Albania.

C’è davvero poco invece da elogiare nella promozione turistica, che lascia ancora molto a desiderare. Le strategie dello stato albanese per la promozione del turismo sono poco strutturate e molto dispendiose. E’ difficile trovare dépliant o informazioni turistiche sul paese, mentre l’unico sforzo internazionale fatto dallo stato albanese è stato uno spot di qualche minuto, molto costoso, trasmesso per un paio di mesi dalla CNN, che mirava a illustrare le attrazioni turistiche albanesi, però in modo molto anonimo e poco convincente. Nel paese mancano centri di informazione, e nonostante il governo abbia più volte dichiarato la priorità del turismo, è evidente che tutte le strutture turistiche sono gestite dall’imprenditoria privata, fuori dai piani regolatori o dalle politiche riguardanti le località turistiche. Ciò fa sì che spesso i turisti si lamentino delle troppe discoteche all’aperto, o di città fatte a misura di giovani, poco accoglienti per le altre fasce d’età.

Ha sicuramente avuto un riscontro positivo la politica dell’abolizione dei visti, definitiva o temporanea per il periodo estivo, oltre che per i paesi dell’Unione Europea anche per i vicini balcanici, chiudendo un occhio davanti alle mancate politiche bilaterali.

Proprio la questione dei visti è stata al centro di diverse reazioni dell’ambasciatore russo in Albania, Aleksandr Priscepov, che ha più volte invitato il governo Berisha ad abolire i visti per i cittadini russi, che sono enormemente interessati all’Albania, a visitare le sue attrazioni turistiche e ad investire. I cittadini russi iniziano comunque a visitare il paese, passando per il punto di frontiera tra il Montenegro e l’Albania in cui non è richiesto il visto, mentre nel nord del paese vi sono già dei terreni che sono stati acquistati da cittadini russi.

L’Albania fatica a sbarazzarsi delle conseguenze del suo lungo isolamento e a costruirsi una cultura turistica, lasciata per ora tutta in mano ai privati. Ma secondo le stime dell’Organizzazione mondiale del turismo, il paese è destinato a migliorare velocemente dato il suo enorme potenziale che, se abbinato a politiche adeguate, inserirà il paese nel novero dei vicini "turistici" mediterranei.

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