Il sistema Kadyrov, né Russia né sharia

La vita nella Cecenia contemporanea non si può riassumere in un solo stereotipo. La miscela esplosiva di legislazione russa, dispotismo e sharia rende difficile capire le regole del gioco secondo cui funziona questa repubblica ufficialmente parte della Federazione russa. Storie dal “sistema Kadyrov” raccontate da Majnat Kurbanova

12/10/2011, Majnat Kurbanova -

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(florence ivy/flickr )

È da poco arrivato in Cecenia un oggetto presentato urbi et orbi come la coppa del profeta Maometto. Nonostante la mancanza di prove a sostegno di questa tesi, l’evento è stato accompagnato da un’ondata di pathos senza precedenti. Ad attendere la “coppa del profeta”, atterrata dall’Inghilterra all’aeroporto di Grozny, c’era lo stesso presidente Ramzan Kadyrov, che ha poi sfilato per tutta la città fino alla moschea centrale intitolata a suo padre Akhmad. Per tutto il tragitto, l’elegante Rolls Royce sulla quale viaggiavano presidente e coppa, è stata accompagnata da masse osannanti, lo stesso presidente commosso alla vista dell’oggetto che potrebbero aver toccato le labbra dell’uomo venerato dai musulmani. È interessante notare come anche tutti i funzionari piangessero al seguito di Kadyrov (e a favore delle telecamere), non osando evidentemente rimanere indifferenti di fronte al profluvio emotivo del loro onnipotente leader.

Il giorno successivo la coppa è stata esposta nella moschea, non prima che vi avessero bevuto Kadyrov e i suoi fedelissimi, e la Cecenia è tornata alla sua vita di sempre. Ad esempio, i preparativi per l’imminente festa della capitale, miracolosamente coincidente con il trentacinquesimo compleanno del presidente. Ai festeggiamenti il governo, appena ripresosi dall’estasi mistica di fronte alla “coppa del profeta”, ha invitato uno squadrone di stelle della mondanità musicale e cinematografica mondiale.

Nella lista degli invitati figurano la violinista Vanessa Mae e l’attrice due volte premio oscar Hilary Swank, il noto attore di film d’azione Jean-Claude Van Damme (tutti presenti), mentre il forfait della cantante Shakira ha risparmiato al Paese il noto repertorio di danze ben poco ortodosse e un onorario di mezzo milione di dollari. Ma per la popolazione, da tempo abituata alla generosità del governo nei confronti di personaggi talentuosi come e meno di Shakira, l’interrogativo era: come sarà vestita? E si esibirà nei suoi famosi, espliciti balletti? In Cecenia, dove il 100% della popolazione è musulmana e il presidente si presenta come una persona profondamente religiosa, tanto da dichiarare la legge della sharia al di sopra della legge della Federazione russa, le cantanti locali possono esibirsi da anni solo se avvolte in veli e abiti lunghi. E il presidente, pur non avaro di appartamenti e auto di lusso, insiste che le celebrità locali si adeguino, almeno in apparenza, alle regole della sharia e alle antiche tradizioni nazionali.

Metamorfosi

Questa non è però l’unica metamorfosi del presidente ceceno. Ancora pochi anni fa, le donne che si vestivano secondo le regole islamiche erano perseguitate, accusate di estremismo e vicinanza ai gruppi t[]istici, discriminate nell’accesso al lavoro e all’università e in generale considerate inaffidabili. Nemmeno due anni dopo, succede esattamente il contrario. In televisione e sui giornali, tutti coloro che si scagliavano contro le donne velate invitano le cecene ad abbigliarsi in conformità con i precetti religiosi. Ora le donne a capo scoperto non possono entrare negli uffici pubblici e nelle università: perfino le bambine di sei anni che vanno a scuola per la prima volta sono costrette a portare un fazzoletto in testa.

Allo stesso tempo, il governo non si stanca di dichiarare che la Cecenia fa parte della Federazione russa e ne osserva le leggi, anche se la Russia rimane un Paese laico dove, se non altro, la sharia non è ancora in vigore. Come può essere che un territorio della Federazione non sia regolato dalle leggi dello Stato, ma da un complesso sistema di leggi islamiche, leggi russe e tradizioni medievali a volte in aperto contrasto perfino con la sharia, per non parlare della Costituzione? La risposta si può trovare solo se si comprende il “sistema Kadyrov”.

Equilibrismi di un giovane presidente

Il neo-trentacinquenne, salito troppo presto al potere e troppo a lungo il favorito del Cremlino, sa perfettamente che, per quanto illimitato appaia il suo controllo sul Paese, a stabilire i confini del lecito e dell’illecito è un potere che risiede molto più a nord: il Cremlino, appunto. E sa che, per quanto estesi, fiducia e sostegno del “vecchio nuovo presidente” Vladimir Putin non sono illimitati. Di conseguenza, il “sistema Kadyrov” si compone di due sfere, rispettivamente ad uso esterno (nella Federazione) e interno (in Cecenia).

Kadyrov sa bene che, dopo secoli di guerra alla Russia proprio in nome dell’Islam, non potrebbe mai guadagnarsi il consenso interno senza darsi un’immagine di sincero musulmano, custode della legge divina e delle tradizioni nazionali. Sa altrettanto bene che il Cremlino gli ha dato carta bianca in Cecenia solo perché (e fino a che) garantisce ad ogni costo la sottomissione della regione ribelle, riportandola almeno formalmente nell’alveo della Costituzione russa. Per questo il giovane presidente deve destreggiarsi disperatamente fra il proprio popolo e gli occhi attenti del Cremlino.

Per quanto riguarda le stelle e stelline russe e internazionali, in Cecenia non ne sono passate poche negli ultimi anni: dai resti del gruppo Boney M. (ripescati dalla naftalina di una celebrità risalente all’infanzia di Kadyrov) a Mike Tyson, Maradona e Lara Fabian. Come ogni ragazzo salito al trono in età molto giovane senza aver avuto il tempo di giocare e divertirsi a sufficienza, il presidente cerca febbrilmente di recuperare la giovinezza perduta. Ecco perché la maggior parte delle “stelle” invitate in Cecenia sono personaggi datati e spesso dimenticati dal pubblico: sono gli unici che Kadyrov ha fatto in tempo a conoscere. Altre figure più contemporanee forse non le conosce nemmeno. Non ne ha più avuto occasione.

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