Il Pride di Podgorica

A differenza di altri paesi della regione il Montenegro è riuscito ad organizzare domenica scorsa il Gay pride, nella propria capitale Podgorica. Soddisfatti i partecipanti, difesi da un cordone di 2000 poliziotti che hanno tenuto a bada le bande di hooligan contrari alla manifestazione LGBT

21/10/2013, Mustafa Canka -

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Pride a Podgorica (Vijesti )

I partecipanti, un centinaio, al primo Gay Pride tenutosi ieri a Podgorica hanno buoni motivi per essere soddisfatti: sono riusciti nel loro intento di camminare nel centro della capitale del Montenegro in modo libero e orgoglioso, come sottolineava il motto della manifestazione.

Hanno sciolto le loro bandiere arcobaleno, hanno cantato e si sono divertiti. A loro si sono aggiunti i colleghi dalla Serbia e dalla Croazia, alcuni politici, diplomatici, attivisti delle organizzazioni non governative… “Da oggi non siamo più invisibili, abbiamo conquistato le vie di questa città, da oggi queste vie sono anche le nostre vie”, ha dichiarato dopo la marcia di mezz’ora il responsabile dell’organizzazione del Pride di Podgorica Danijel Kalezić dell’organizzazione Queer Montenegro.

Soddisfazione non è stata nascosta nemmeno dai funzionari montenegrini presenti alla manifestazione, con a capo il ministro per i Diritti umani del governo di Podgorica Suad Numanović. “Non solo noi che oggi ci siamo trovati in piazza ma tutti i cittadini del Montenegro hanno dimostrato un alto livello di democrazia e di tolleranza. Il Montenegro non permetterà più che un cittadino si senta inferiore e indifeso”, ha dichiarato il ministro.

Violenze e disordini

Ma gli eventi che si sono svolti in parallelo a Podgorica non confermano le parole del ministro. Perché solo un gran numero di poliziotti, circa duemila, ha impedito che altrettanti manifestanti (perlopiù giovani) impedissero lo svolgimento del Pride. In una decina di luoghi di Podgorica si è arrivati infatti a duri scontri tra la polizia e bande di hooligan. Ovunque lacrimogeni, sassaiole e vetri rotti, persino quelli della redazione del quotidiano Vijesti. Una ventina di poliziotti feriti, dei quali uno gravemente, hanno reso necessario l’intervento dei medici. Una sessantina tra i manifestanti violenti sono stati fermati, 21 di questi sono minorenni.

Ecco perché ci si continua a chiedere come arrivare ad una piena integrazione della comunità LGBT all’interno della società montenegrina, che rimane fortemente tradizionale.

Una delle partecipanti al Pride, che ha preferito rimanere anonima, ha riferito ai media montenegrini: “Tutti pensano che il peggio sia passato perché abbiamo camminato nel centro di Podgorica, e perché che non è accaduto nulla. So però che nei prossimi giorni sui media usciranno le nostre fotografie, così come i filmati del Pride e la gente inizierà a riconoscerci. Di questo ho paura. Però siamo andati in piazza e abbiamo manifestato. Ora penso alla persone che stanno dall’altra parte e che hanno intenzione di picchiarci perché oggi abbiamo camminato in piazza”.

E davvero, sondaggi sull’opinione pubblica indicano che due terzi dei cittadini del Montenegro ritengono l’omosessualità una malattia. Il metropolita del Montenegro del Litorale Amfilohije Radović ritiene senza mezzi termini che quella svoltasi a Podgorica sia stata una “parata immorale” e che si è tenuta solo perché i funzionari europei lo hanno chiesto al premier Milo Đukanović.

Soddisfazione di Bruxelles, scetticismo dell’opposizione

Dopo il Pride il Montenegro ha iniziato a ricevere i riconoscimenti da Bruxelles e dalle capitali occidentali. “Il Montenegro ha dimostrato di avere rispetto per i diritti umani e i valori europei. Con questo è diventato un esempio per gli altri paesi della regione che non sono stati in grado di dimostrare la stessa risolutezza messa in atto dall’attuale governo del Montenegro”, ha precisato il rapporteur del Parlamento europeo Jelko Kacin. Il quale ha aggiunto che per questo Podgorica andrebbe premiata con l’apertura dei capitoli negoziali  23 e 24 entro la fine dell’anno”.

Anche all’opposizione credono che sia solo grazie alle pressioni di Bruxelles il governo montenegrino abbia permesso e abbia garantito la sicurezza della manifestazione di Podgorica. “Si è trattato di un bel modo per far divertire un po’ l’opinione pubblica e farle dimenticare invece i problemi cruciali della società montenegrina: la bancarotta delle finanze pubbliche, il crimine organizzato e la corruzione”, ha detto l’alto funzionario del Fronte democratico Nebojša Medojević.

Nonostante sostenga la lotta degli attivisti LGBT per i loro diritti, la deputata al parlamento montenegrino Branka Bošnjak ritiene che lo svolgimento del Pride non sia una buona strada, quanto meno non in una società come quella montenegrina. “Non sono sicura che l’organizzazione di queste manifestazioni vada a vantaggio della comunità LGBT. Credo che avrà effetti collaterali e per loro questo è anche peggio. Capisco che loro desiderino uscire dall’anonimato, ma si doveva fare così presto dopo Budva?” si è chiesta la deputata.

A Budva quest’estate si è tenuto il primo Pride del Montenegro, dove i partecipanti alla manifestazione sono stati letteralmente linciati. La magistratura montenegrina ha reagito morbidamente contro gli aggressori avviando solamente una procedura di denuncia, motivo per cui gli attivisti LGBT hanno duramente protestato.

Ora al Queer Montenegro aspettano che le reazioni della magistratura e del tribunale siano questa volta più adeguate. In attesa della prossima Parata dell’orgoglio LGBT a Podgorica, già annunciata per giugno dell’anno prossimo.

 

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Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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