Il Montenegro e l’UE

Dopo l’indipendenza il Montenegro inizia a percorrere il – lungo – percorso verso l’UE. Secondo il governo sono sette gli ambiti nei quali lavorare duramente, a partire dall’approvazione di una nuova costituzione

07/02/2007, Jadranka Gilić - Podgorica

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L’Unione europea, cresciuta dai sei membri nel 1950 a 27 nel 2007, riunisce per la prima volta la parte occidentale e la parte orientale dell’Europa, separate per i decenni a causa della guerra fredda. Dopo l’ultima adesione della Bulgaria e della Romania all’UE, il 1° gennaio scorso, si pone la questione della continuazione del processo di allargamento.

I leader europei dichiarano che l’UE non ha bisogno di affrettare le nuove adesioni, perché il ritmo di allargamento deve tenere conto della capacità di assorbimento. A parte i due paesi candidati, la Turchia e la Croazia, coi quali nell’ottobre del 2005 sono stati formalmente avviati i negoziati per l’adesione, che potrebbero essere conclusi entro diversi anni per ciascun paese, l’Unione europea sta valutando la possibilità di realizzare nuovi allargamenti nei Balcani occidentali, che potrebbero riguardare la Bosnia Erzegovina, la Serbia, il Montenegro e l’Albania. L’Unione europea ritiene che tali paesi abbiano la vocazione per diventare membri dell’Unione non appena saranno pronti.

Dopo la dichiarazione d’indipendenza montenegrina, l’Unione europea ha iniziato ad adottare gli strumenti necessari per il processo di Associazione e Stabilizzazione, sono iniziati i negoziati per un futuro accordo e nel novembre 2006 la Commissione ha pubblicato un primo Progress Report annuale sul Montenegro.

Inoltre, i ministri degli Esteri dell’Ue, riunitisi il 22 gennaio scorso a Bruxelles, hanno stabilito i principi, le priorità e le condizioni della partnership con il Montenegro. L’accordo individua i passi da compiere per l’avvicinamento all’Unione europea e sarà una guida a cui il Montenegro potrà affidarsi per compiere gli sforzi necessari all’ingresso in UE, su cui compaiono gli obiettivi da raggiungere a breve termine, cioè entro 2 anni, e gli obiettivi da raggiungere entro un periodo di 3 – 4 anni.

Secondo quanto riporta l’edizione del quotidiano "Vijesti" del 24 gennaio scorso, il governo montenegrino ha individuato 7 diverse aree, su consiglio dell’Unione europea, sulle quali bisogna lavorare duramente.

Prima di tutto, l’adozione della nuova costituzione, fondata sul consenso generale, in linea con gli standard europei, particolarmente nell’ambito dei diritti umani e nell’ambito dell’organizzazione del sistema giuridico, del sistema della pubblica sicurezza e della difesa del Paese.

Il secondo ambito è quello dei meccanismi giuridici ed istituzionali, necessari per il funzionamento del Montenegro come stato indipendente, meccanismi che tra l’altro forniscono la possibilità di siglare e ratificare gli accordi e le convenzioni internazionali ed assicurare anche la membership nelle organizzazioni mondiali.

Le riforme economiche rappresentano il terzo ambito in cui il Montenegro dovrà fare dei cambiamenti significativi per avvicinarsi all’Ue. Infatti, un’economia di mercato funzionante e la capacità di operare in presenza delle forze di mercato e della concorrenza dell’Unione europea sono le pre-condizioni necessarie per l’adesione all’Unione europea.

Il quarto ambito è l’amministrazione pubblica che deve essere in grado di applicare e gestire efficacemente gli strumenti giuridici comunitari. Secondo il Consiglio dei ministri UE, la preparazione ed il rafforzamento della capacità amministrativa del Montenegro dovranno essere tra le principali sfide nel cammino di avvicinamento all’Ue. Inoltre, l’Ue ha sottolineato la necessità anche della lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata.

Il quinto ambito si riferisce al rafforzamento del ruolo del Parlamento nella società montenegrina e di conseguenza il rafforzamento del dialogo politico.

Un’ulteriore cooperazione regionale, sia a livello economico che a livello politico, rappresenta il sesto ambito importante, sul quale il Montenegro dovrà lavorare nei prossimi anni.

Infine, il settimo ambito riguarda l’affermazione delle relazioni di partnership con l’Ue, cioè l’esecuzione completa di tutti gli obblighi che il Paese intraprenderà secondo l’Accordo di Associazione e Stabilizzazione.

Appena avvisato il pubblico, delle raccomandazioni dell’Ue, il governo montenegrino si è detto molto soddisfatto dell’accordo raggiunto a Bruxelles, sottolineando il fatto che non c’è tempo da perdere.

Di conseguenza, il presidente del Parlamento del Montenegro, Ranko Krivokapic, ha annunciato che il Parlamento dovrebbe adottare, il prima possibile, una risoluzione sull’accettazione delle condizioni per l’ingresso nel Consiglio d’Europa. Infatti, i partiti politici aspettano una seduta straordinaria del parlamento montenegrino, dove voteranno sulla risoluzione che prevedrà 7 principi per la nuova costituzione, previsti dall’Assemblea del Consiglio d’Europa – lo stato dovrà essere basato sui diritti di cittadinanza, la scelta di giudici e procuratori non potrà essere determinata dalla politica, i procuratori non potranno rappresentare lo stato nelle cause civili, la protezione dei diritti umani, la proibizione della pena di morte, la regolazione dello status delle forze armate e dei servizi segreti e che la funzione del comandante supremo può essere ricoperta soltanto da un civile.

La maggior parte dell’opposizione montenegrina ha trovato la richiesta del Consiglio d’Europa accettabile, ma la Lista Serba di Andrija Mandic, pensa che la prima condizione, l’organizzazione dello stato sul principio dei diritti di cittadinanza, sia inaccettabile, perché, senza che venga motivato, la Lista serba considera che potrebbe essere un modo per proclamare i serbi in Montenegro una minoranza etnica.

L’ex Primo ministro ed attuale presidente del Partito Democratico dei Socialisti (DPS), Milo Djukanovic, ha scritto un editoriale per il quotidiano "Vijesti", nell’edizione del 31 dicembre scorso, dichiarando che il Montenegro non deve preoccuparsi per la data d’ingresso nell’Ue, ma che occorre piuttosto concentrarsi sullo standard dei cittadini del Montenegro e avvicinarlo il più possibile agli standard europei. Djukanovic ha aggiunto che è necessario raggiungere una piena occupazione, l’aumento degli stipendi e delle pensioni ed anche un ulteriore sviluppo della democrazia. Djukanovic ha anche spiegato che gli obiettivi di entrare nell’Ue e nella NATO non sono in collisione con le priorità sull’aumento dello standard dei cittadini. Infatti, raggiungere il livello economico e democratico dei paesi europei rappresenta il modo di avvicinare il Paese alle integrazioni europee ed euroatlantiche, scrive il Presidente del DPS.

Per il momento l’Unione europea ha definito in maniera chiara le condizioni della partnership. Adesso tocca al Montenegro mostrare di avere le capacità per affrontare tutte le sfide che lo attendono, nello spirito di cooperazione con la comunità internazionale.

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