Il Kosovo, l’Albania e la follia delle grandi cifre

Per i kosovari è stato un vero e proprio shock. Scoprire di essere molti meno di quanti pensassero. E’ avvenuto dopo che i risultati dell’ultimo censimento sono stati resi pubblici. In un editoriale i motivi di questa falsa percezione 

07/09/2011, Augustin Palokaj - Pristina

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Numeri (flickr/caramel)

(Un testo pubblicato da Koha Ditore il 5 luglio 2011, selezionato originariamente da Le Courrier des Balkans)

Da nessun’altra parte come nei Balcani, ed in particolare in Albania e Kosovo, si esagera così tanto sul numero di persone che prendono parte a manifestazioni ed eventi durante le campagne elettorali. Quante volte si è sentito dire che “mezzo milione di persone si sono riunite in Piazza Skanderberg a Tirana” o che “migliaia di persone” hanno partecipato ad una manifestazione in Kosovo?

I partiti politici sono talmente ossessionati dai numeri, soprattutto in Albania, che non esitano a fare in prima persona le riprese video delle manifestazioni in modo da fornire alle televisioni immagini che mostrano una folla enorme, con persone schiacciate l’una all’altra perché le strade e le piazze sono troppo piccole per contenerle tutte … Sono metodi classici di manipolazione, ma l’opinione pubblica ha preso l’abitudine di crederci.

In Kosovo sono tutti convinti che la capitale abbia 600.000 abitanti, o perlomeno mezzo milione. Tutto ad un tratto è arrivata la grande delusione. Il recente censimento ha dimostrato che il Kosovo ha poco più di 1,7 milioni di abitanti – a fronte dei 2,5 che si pensava avesse – e Pristina non arriva ai 200.000 abitanti.

Sarebbe finalmente ora di accettare queste cifre.

Camp Nou

Anch’io avevo la tendenza a credere ai numeri presentati dai partiti politici, in particolare a quelli relativi alle campagne elettorali. Sino a quando, per l’unica volta nella mia vita, mi sono trovato davanti alla realtà di massa rappresentata da 100.000 persone tutte assieme. Nel 2003 ero a Barcellona per assistere ad un clasico, la partita tra Barcellona e Real Madrid. Il mitico stadio Camp Nou può accogliere sino a 100.000 spettatori, è uno degli stadi più grandi d’Europa.

Quando uno vede nello stadio questa massa enorme di persone, quando si vede come sono del tutto bloccati decine e decine di chilometri di strade circostanti lo stadio di questa grande città di più di due milioni di abitanti (quattro se si considera la periferia), si deve affrontare la realtà e diviene impossibile credere che la Piazza Skanderberg di Tirana possa contenere 100.000 persone, ancor meno mezzo milione… E come credere allora che la città di Pristina, con le sue strade strette e le sue casette senza grazia, possa contenere cinque stadi di Barcellona? Tutto questo si dimostra pura fantasia.

Durante l’ultimo censimento della popolazione del Kosovo sono state compiute probabilmente delle irregolarità e questo certo non sorprende. I risultati emersi devono essere presi con riserva perché ad esempio il censimento non è stato realizzato nel nord del Kosovo. Ciononostante, anche tenendo conto di questo, la popolazione totale non può superare i due milioni di abitanti. L’impressione che Pristina abbia mezzo milione di abitanti e il Kosovo ne abbia 2,5 non è che il risultato del pessimo stato delle infrastrutture, che dà l’idea di luoghi sovrappopolati.

Nell’Europa d’oggi non si può immaginare una città di mezzo milione di abitanti che non abbia la metro o perlomeno un sistema di tram elettrici. Pristina non ha né l’uno né l’altro. Le code sulle strade durante il giorno non devono quindi sorprenderci.

Alle infrastrutture precarie, che danno l’idea di una metropoli di un milione di abitanti, occorre aggiungere l’effetto dato dall’arrivo giornaliero in città di persone da altre aree del Kosovo. E’ un fenomeno noto in tutte le capitali mondiali. In molte di queste la popolazione diurna aumenta di un buon 30%, ma questi migranti di un giorno non sono da calcolarsi come abitanti della città.

Gli albanesi hanno l’abitudine di gonfiare le cifre e riteniamo anche di essere più numerosi di quanto in realtà siamo. Sembrerebbe che in Albania e in Kosovo un cittadino possa votare più volte, ma non possa essere conteggiato più volte, nello stesso posto, nel registro civile…

Non solo Kosovo

Il Kosovo non è stato l’unico Paese ad essere stupito dai risultati del censimento. Dalla proclamazione della sua indipendenza, vent’anni fa, la Croazia ha perso mezzo milione di abitanti. Oggi ne ha meno di 4,3 milioni mentre vent’anni fa ne aveva 4,8. Il crollo demografico vissuto dalla Croazia tra il 1991 e il 2001 si può giustificare come conseguenza della guerra, e nello specifico con la partenza di gran parte della comunità serba che vi abitava. Ciononostante, tra il 2001 e il 2011, la Croazia ha perso altri 150.000 abitanti. Come ha sottolineato il quotidiano Jutarnji List: “In dieci anni il Paese ha perso l’equivalente degli abitanti di una città come Rijeka”.

Zagabria ha 800.000 abitanti, cioè quattro volte di più di Pristina. Se si guarda le due città dall’aereo, la capitale del Kosovo sembra una piccola città. Occorrerebbe chiedere a chi pensa che Pristina abbia mezzo milione di abitanti dove vivono tutte queste persone, su quali strade possono circolare, che mezzi di trasporto urbano utilizzano e che piscine frequentano…

Al posto di chiedersi “Perché siamo così pochi?”, responsabili politici del Kosovo, scienziati, sociologi, demografi ed economisti, dovrebbero utilizzare i dati del censimento per fare analisi adeguate all’adozione di politiche urbanistiche e di sviluppo delle infrastrutture.

E’ sorprendente inoltre constatare che i media non si interessino che del numero totale degli abitanti del Kosovo e della popolazione della capitale. Il censimento ha fornito altri dati molto interessanti, che mostrano grandi cambiamenti in atto. Per esempio ormai la città di Prizren ha quasi gli stessi abitanti di Pristina. Il terzo comune del Paese è Ferizaj/ Uroševac e Peja/Peć è solo al quarto posto. Anche la densità della popolazione è un dato interessante.

La diaspora

Il Kosovo è un Paese che ha una forte diaspora: è forse la diaspora più forte in Europa, forse al mondo, se la si compara con il numero di abitanti che vivono nel Paese e quelli invece che sono all’estero. Ma è arrivato il tempo d’accettare la realtà che la diaspora è una comunità che vive all’estero e che non appartiene più fisicamente al Kosovo. I kosovari della diaspora sono censiti nel Paese in cui vivono, non si può censirli due volte.

I Paesi occidentali non conoscono esattamente il numero di kosovari che vivono sul loro suolo, perché parte di loro hanno ancora passaporti della Serbia o hanno ottenuto la nazionalità dei Paesi in cui abitano. Ma secondo i dati forniti da Eurostat, si può dire con certezza che vivono più albanesi in Europa occidentale che in Kosovo.

Quasi un milione di cittadini dell’Albania vivono nei Paesi dell’Ue, anche se si tratta di un’emigrazione molto più recente e “giovane” rispetto a quella che caratterizzò la Jugoslavia. Se si aggiunge a questo milione i kosovari, gli albanesi di Macedonia, del Montenegro e della Vallata di Presevo non è azzardato dire che nei Paesi dell’Ue, in Svizzera e in Norvegia vivono due milioni di albanesi. E’ una realtà ed è uno dei fattori che spiega perché il numero degli abitanti del Kosovo – e anche dell’Albania – è molto inferiore rispetto a ciò che si è sempre pensato.

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