Il Kosovo approva il nuovo tribunale per i crimini di guerra

Dopo mesi di stallo il parlamento kosovaro ha approvato una legge che istituisce un Tribunale speciale per giudicare i crimini dell’UÇK. I commenti in Kosovo e all’estero

10/08/2015, Violeta Hyseni Kelmendi - Pristina

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Il parlamento del Kosovo - Kosovo 2.0

Lunedì 3 agosto, con 82 voti su 120, il parlamento del Kosovo ha approvato una modifica alla costituzione per permettere la creazione di un tribunale speciale che processerà alcuni ex-membri dell’Esercito di liberazione del Kosovo (UÇK) per presunti crimini di guerra, tra cui l’espianto di organi.

La decisione è arrivata dopo pressioni da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti sui leader del Kosovo perché affrontassero le accuse formulate da Dick Marty, relatore di un’indagine in merito realizzata dal Consiglio d’Europa, e da una task-force investigativa speciale UE. A giugno il parlamento non era riuscito ad approvare la legge. I diplomatici UE e USA a Pristina hanno però avvertito l’organo legislativo kosovaro che, se non avesse istituito il tribunale, la questione sarebbe passata nelle mani del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, compresa inevitabilmente la Russia, alleata della Serbia.

I commenti

La presidente del Kosovo Atifete Jahjaga ha dichiarato che "l’istituzione del Tribunale speciale, sulla base del quadro normativo kosovaro, dimostra la dedizione del Kosovo al principio della giustizia per tutti". L’opposizione e i veterani dell’UÇK hanno avversato l’istituzione del nuovo tribunale, considerato un insulto alla lotta dell’Esercito di liberazione del Kosovo. Secondo Ramush Haradinaj, comandante UÇK ed ex primo ministro del Kosovo, "approvando questo tribunale stiamo trasformando noi stessi in mostri. Durante la guerra non siamo stati i mostri, siamo stati le vittime".

Vigan Qorolli, docente di diritto internazionale ed europeo presso la Facoltà di giurisprudenza a Pristina, ha dichiarato a OBC che le accuse per crimini di guerra sono legate a determinate persone e non al Kosovo o all’UÇK in sé.

"La lotta dell’Esercito di liberazione del Kosovo è chiara a tutti. La più grande prova di questo è l’intervento umanitario della NATO in Kosovo nel 1999, per fermare il genocidio ad opera dell’ex Jugoslavia e della Serbia. I singoli crimini non sono collegati al comando UÇK perché la sua piattaforma non prevedeva né omicidi, né stermini, né deportazioni – a differenza dell’agenda del governo di Belgrado verso gli albanesi durante lo sterminio e le deportazioni di massa del 1998 e 1999 – come sostenuto dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia e dalla Corte internazionale di giustizia nei rispettivi procedimenti sul Kosovo", ha sostenuto Qorolli.

Come funziona

Il Tribunale speciale farà parte del sistema giudiziario del Kosovo e ne faranno parte giudici e pubblici ministeri internazionali. Avrà una sede in Kosovo ed una in un paese UE ospitante, probabilmente all’Aja, nei Paesi Bassi.

Testimoni e imputati saranno inviati all’Aja per evitare l’intimidazione dei testimoni e garantire un processo giudiziario credibile. Le autorità del Kosovo devono ora avviare negoziati diplomatici con UE e Paesi Bassi per mettere in funzione il tribunale in autunno. Robert Bosch, ambasciatore olandese in Kosovo, ha dichiarato al quotidiano kosovaro Koha Ditore che i Paesi Bassi devono prima negoziare la questione con l’UE e poi con il Kosovo, ma che nel mese di agosto quasi tutti sono in ferie, quindi non sono previsti sviluppi prima di settembre.

Analisti

Gli analisti avvertono che il Kosovo, in quanto società post-bellica, ha istituito questo tribunale per ragioni di interesse politico internazionale. Secondo Qorolli, questo tribunale è il più grande esperimento di giustizia transizionale. "I tribunali per crimini di guerra sono di solito creati da organismi e processi politici e il Kosovo non è stato immune da questo processo infinito di globalizzazione della giustizia. Inoltre, questo è il tipico caso di politica di crimini di guerra, dove la comunità internazionale non si fida delle autorità locali per nessun potere costituzionale. Tuttavia, è evidente che la leadership politica del Kosovo stia affrontando difficili negoziati diplomatici per poter garantire la collaborazione olandese: in primo luogo, a causa delle dure reazioni domestiche alla creazione di questo tribunale; in secondo luogo, perché i Paesi Bassi non stanno dando chiari segnali di disponibilità. Il tribunale speciale sembrerà più una Corte interstatale che un tribunale internazionale, una sorta di giustizia cosmopolita".

Dal 1999, i presunti crimini di guerra in Kosovo sono stati processati dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY), dalla Missione delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK) e dalla missione UE sullo stato di diritto in Kosovo (EULEX), ma pochi colpevoli sono stati puniti finora. La maggior parte dei casi di crimini sono stati commessi da serbi contro albanesi del Kosovo, ma il rapporto del Consiglio d’Europa, seguito dalla speciale task-force investigativa dell’Unione europea, ha accusato alte figure dell’Esercito di Liberazione del Kosovo di crimini nel dopoguerra, parlando di seri indizi di traffico di organi da parte dei combattenti UÇK.

Tuttavia, la maggior parte della popolazione del Kosovo vede il nuovo Tribunale speciale come parte di un processo politico per placare le continue richieste della Serbia di fare giustizia per i crimini commessi contro i serbi in Kosovo. Belgrado ha accolto con favore l’istituzione del Tribunale speciale. Marko Đurić, direttore dell’Ufficio del governo serbo per il Kosovo, ha dichiarato alla stazione televisiva serba B92 che il voto è stato solo un primo passo: "Non possiamo essere soddisfatti finché coloro che hanno commesso crimini non saranno stati puniti".

L’approvazione è stata accolta con favore anche dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini: "Questo passo, non certo facile per i parlamentari del Kosovo, è un segno di responsabilità e determinazione a stabilire la verità e prendere decisioni compatibili con il percorso europeo del Kosovo. L’UE si impegna a fornire assistenza in questo processo e continuare a lavorare con le parti in causa per completare il processo di definizione dei meccanismi legali necessari a garantire un processo indipendente ed equo in un prossimo futuro".

Diplomatici UE e USA a Pristina hanno sottolineato che l’istituzione del tribunale speciale "rafforzerà il principio dello stato di diritto in Kosovo e i nostri paesi continueranno a sostenere gli sforzi del Kosovo in questo campo. Facendo i conti con il passato e garantendo giustizia per le vittime, il Kosovo può arrivare alla riconciliazione e costruire un futuro migliore".

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