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Il Kadyrov dell’Inguscezia
Alla fine di ottobre Mosca ha nominato Yunus Bek Evkurov come presidente dell’Inguscezia al posto di Zyazikov. Un commento da Radio Free Europe
Di Andrei Babitsky, Radio Free Europe, 14 novembre 2008 (Titolo originale: Will New President Bring ‘Kadyrovization’ To Ingushetia?)
Traduzione per Osservatorio Caucaso: Maria Elena Franco
La nota giornalista russa esperta di Caucaso Yulia Latynina ha ipotizzato che al nuovo presidente dell’Inguscezia, Yunus Bek Evkurov, sarebbe stato affidato lo stesso compito del vicino presidente della Repubblica di Cecenia, Ramzan Kadyrov: sopprimere la resistenza armata (l’Inguscezia ora è il luogo più pericoloso del Nord del Caucaso) e tenere la situazione della repubblica sotto fermo controllo.
Latynina ha chiamato questo processo "Kadyrovizzazione" – proprio dal nome del presidente ceceno Ramzan Kadyrov – e ha affermato che non c’è altro genere di governo per una regione che minaccia costantemente di sfuggire al controllo del severo comando centrale.
I primi passi di Evkurov non sembrano contraddire né confermare questa teoria. Finora il nuovo presidente è stato capace di suscitare una generale euforia attraverso una serie di dichiarazioni ed azioni populiste. Subito dopo la sua nomina, si è recato in una moschea e si è unito alla preghiera dei fedeli. Nei giorni successivi ha avuto diversi incontri con i membri dell’opposizione, ha fatto visita ai genitori del giornalista assassinato Magomed Evloev porgendo le sue condoglianze, e ha inviato una delegazione alla prigione provvisoria di Nalchik per indagare sulle condizioni in cui vengono detenuti i prigionieri.
Grande entusiasmo ha suscitato poi la sua intenzione di controllare i "siloviki", burocrati e influenti uomini d’affari locali che il suo predecessore non osava toccare.
In occasione della giornata della polizia, Evkurov – invece di unirsi al coro di voci che celebravano la professionalità e il coraggio degli ufficiali – ha mosso un’aspra e inaspettata critica. Ha accusato la polizia di codardia, affermando che è impossibile di notte trovare un singolo ufficiale di pattuglia. La sua dichiarazione che "chiunque ha paura di una pallottola non dovrebbe essere un poliziotto", ha destato grande scalpore in Inguscezia. Nel suo discorso Evkurov ha anche puntualizzato che non ritiene colpevoli tutti coloro che al momento sono sospettati di collaborare con la resistenza, e ha esortato gli agenti ad esaminare attentamente ogni singolo caso.
Evkurov ha poi promosso un’altra iniziativa molto popolare volta a ristabilire la proprietà della terra nella zona di Nazran, illegalmente privatizzata negli ultimi anni dai burocrati. Gli ufficiali hanno approfittato della mancanza di un codice terriero e di chiare regole sulla distribuzione della terra per appropriarsi degli appezzamenti e questa è una questione particolarmente controversa per via di una grave diminuzione di terra fertile in Inguscezia.
Evkurov ha anche ordinato lo smantellamento di una recinzione eretta illegalmente da Ibrahim Malsagov – una delle persone più ricche e influenti del paese – attorno alla sua casa, la quale bloccava un’intera strada nella periferia di Nazran. Questa storia rimanda alla presidenza di Ruslan Aushev nei primi anni di questo decennio. Gli abitanti del luogo al tempo, si erano lamentati a lungo di questa recinzione, ma le autorità non sono mai intervenute. Aushev semplicemente non voleva toccare l’influente famiglia Malsagov.
La mossa più ambiziosa fatta finora da Evkurov è stata la promessa di aiutare migliaia di ingusci sfollati dal distretto di Prigorodny dell’Ossezia del Nord a tornare alle loro case. Con queste poche parole ha conquistato migliaia di sostenitori tra gli sfollati e tra gli altri ingusci che hanno visto la negazione del ritorno come una dura e dolorosa forma di discriminazione.
Portare il suo messaggio al popolo
Da chi conta di essere sostenuto Evkurov? E’ evidente che le sue dichiarazioni sono state indirizzate in primo luogo ai cittadini della repubblica e alle strutture informali all’interno della società inguscia, raggiungendo poi i capi della burocrazia, i "siloviki" e l’avido mondo degli affari. Durante gli incontri con gli anziani del paese, ha parlato un perfetto inguscio e affrontato solamente temi di cui era sicuro. Evkurov è sicuro che sia necessario creare un ordine che debba prevalere nella sua guida alla repubblica.
Il nuovo presidente ha registrato in breve tempo un buon numero di conquiste. Ad ogni modo, nel caleidoscopio delle sue parole e delle sue azioni, si può riconoscere un leader veramente severo incline ad uno stile autoritario. E’ chiaro che non dà credito alle idee e ai valori democratici. Non è giunto in Inguscezia per dare alla gente libertà civili ( e, oltretutto, non è ciò che loro richiedono).
L’Inguscezia ha bisogno soprattutto di sicurezza e di risolvere i problemi legati alla corruzione, alla disoccupazione, alle condizioni di vita disagevoli, e alla questione degli sfollati. L’opposizione nella repubblica non ha ancora la forma di una forza politica dotata di un suo programma complesso e definito. Resta una forza elementare, che critica l’autorità e riporta i bisogni della popolazione. Si sta facendo sempre più chiaro che non sarà difficile per Evkurov guadagnarsi le simpatie di una tale opposizione.
Avrà bisogno di metodi duri per portare a termine due compiti: sconfiggere la malavita attiva e armata (come richiesto da Mosca) e proteggere la popolazione dai capricci dei reparti di sicurezza federali (come vorrebbero gli abitanti). Al momento è difficile dire come potrà farcela e con quali metodi. Evkurov seguirà la linea di Kadyrov sostituendo la violenza federale con la propria e sarà più leale nei confronti della popolazione locale? Oppure cercherà di fare ampio affidamento sulle istituzioni tradizionali della società inguscia?
Il programma da lui articolato finora è molto concettuale e mette in evidenzia solamente gli obiettivi principali. Per quanto riguarda i mezzi, il nuovo presidente dell’Inguscezia, a quanto pare, dovrà inventarseli strada facendo.