Il folk-step dei Shazalakazoo

E’ un sub-genere del più famoso turbo folk. E’ il folk-step, certamente più ricercato. Due suoi grandi rappresentanti sono i Shazalakazoo, duo di musica elettronica proveniente da Belgrado

28/12/2012, Gianluca Grossi -

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Shazalakazoo.com

Il genere musicale che negli ultimi anni ha ottenuto maggiore consenso nei Balcani è sicuramente il turbo-folk, basato sul mix fra musica da discoteca e melodie con rimandi alla tradizione folk di nazioni come Serbia e Bulgaria.

Il fenomeno, noto con nomi diversi in base al paese di provenienza (si parla, infatti, di chalga bulgara, tallava albanese, manele romena…), viene bollato da molti critici come un genere trash, povero, scadente e volgare. In effetti, quasi sempre, la qualità artistica del turbo-folk lascia a desiderare, essendo rappresentata da testi molto superficiali, triviali, con riferimenti più o meno espliciti a contesti pseudo-pornografici. "Sette, otto, te lo infilo e te lo sfilo", canta, per esempio, Slavi Trifonov, capostipite della chalga bulgara.

In realtà, esistono sub-generi in qualche modo riconducibili al turbo-folk, caratterizzati da un approccio musicale più approfondito e qualitativamente più significativo. E’ il caso del folk-step dei Shazalakazoo, un duo di musica elettronica proveniente da Belgrado.

La band è rappresentata da Milan Đurić e Uroš Petković. Il primo canta, suona il clarinetto e programma i suoni di batteria e percussioni; Petković, si dedica al violino elettrico e alle tastiere. Benché abbiano registrato solo due dischi, e la loro formazione risalga ad appena quattro anni fa, sono già piuttosto famosi in Europa. Molti video dei Shazalakazoo spopolano su Youtube , dando prova della capacità del duo di far ballare la gente, con suoni avanguardistici e fascinosi. Il clip più gettonato, con oltre 70mila clic, s’intitola "La Inconformable ": risale al 2011 ed è stato prodotto dalla tedesca Chusma Records, specializzata in "urban bastard music".

Folk-step è un termine usato anche in altre situazioni, riguardando, per esempio, Alt-J, band inglese, al debutto quest’anno con l’album An Awesome Wave e unanimemente riconosciuta come una delle più belle promesse dell’indie anglosassone. I Shazalakazoo ne parlano, invece, in modo specifico riferendosi all’elaborazione di basi lo-fi dance, che sposano in modo originale e accattivante suoni e melodie delle tipiche folk songs tradizionali dei Balcani; brani di antichissima origine, caratterizzati da scale musicali che risentono in egual misura dell’influenza orientale e occidentale, soggiacendo a input sonori provenienti tanto dall’Iran e dalla Turchia, quanto dall’Inghilterra e dall’Italia.

"La ricchezza e la diversità del nostro patrimonio culturale sono, di fatto, indiscutibili", dicono i membri della band. "I Balcani sono stati attraversati in lungo e in largo da popoli provenienti da ogni dove, per favorire i commerci o per scopi militari; e così facendo si sono creati scambi culturali unici, con l’affermazione di un sound che pesca a piene mani dalle musiche più primitive della regione, oggi ancora diffuse grazie all’impiego di strumenti che si usano solo qui, come la gusla (una specie di chitarrina, con una sola corda)".

Si dicono influenzati anche da realtà pentagrammate ancora più lontane come quelle provenienti dal Sud America o dall’Africa. In ogni caso sottolineano che la loro non è una proposta artistica nel vero senso del termine – "noi non facciamo arte", affermano – ma il loro sarebbe un modo per intrattenere con un gusto raffinato e un certo stile i propri fan, offrendo una valida alternativa alla pochezza del turbo-folk.

I Shazalakazoo si sono esibiti in gran parte dei paesi dell’Est, facendo tappa nelle principali città di Serbia, Moldavia, Slovenia, Romania e Croazia. Un discreto seguito l’hanno ottenuto anche in Germania, Olanda e Francia. In Italia hanno suonato nel 2009 a Udine e Trieste e nel 2012 a Roma, in occasione del Dinamofest. Numerose anche le collaborazioni alle quali hanno preso parte. Fra le più riuscite c’è quella avvenuta ad agosto di quest’anno con DJ Chernobyl, artista brasiliano, a suo agio con elettronica, rock e funk. Al grido di "Serbia-Brazil Connexion" è stato da poco pubblicato il primo singolo, grazie al lavoro dei discografici della Down Pitch e alla voce della cantante carioca Suppa Fla. L’ultimo disco della band intitolato Karton City Boom, successivo a Speaking balkanian del 2010, è un inno al cosiddetto "balkan elettro", ed è uscito per la Eastblok Music, storica label berlinese. Contiene brani d’atmosfera come la suggestiva opening track "Opla" e pezzi balkan techno tipo l’ipnotica "Folkstep". Li suoneranno dal vivo anche in occasione della Festa di Capodanno che terranno a Osijek, in Croazia.

 

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Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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