Il finanziamento della politica in Italia
In Italia l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti ha dato maggiore importanza al finanziamento privato, aumentando il rischio di influenze indebite sul processo democratico. Un dossier realizzato nell’ambito del progetto ESVEI.

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Foto di Alexas_Fotos da Pixabay
Introduzione
La riforma Letta (decreto legge 149/2013, convertito dalla legge 13/2014) ha abolito il finanziamento pubblico diretto ai partiti in Italia, riducendolo gradualmente fino all’azzeramento nel 2017. Rimangono forme di finanziamento pubblico indiretto – ovvero il 2×1000 e le agevolazioni fiscali sui contributi privati – ma inevitabilmente assume maggiore importanza il finanziamento privato. Il finanziamento pubblico, per quanto impopolare, ha il vantaggio di poter essere stabilito con criteri oggettivi. Con il finanziamento privato invece c’è il rischio di influenze indebite sul processo democratico da parte di soggetti economici e interessi politici esterni al paese e nasce l’esigenza di garantire ai cittadini la trasparenza sulla provenienza delle risorse disponibili.
Qui di seguito approfondiremo, anche in chiave comparata, alcuni punti:
- a chi si applica l’obbligo di trasparenza e quindi la questione dei nuovi soggetti politici;
- i limiti alle donazioni dall’estero;
- i limiti alle donazioni da parte di persone giuridiche;
- i limiti all’entità delle donazioni;
- l’effettiva trasparenza;
- l’adeguatezza degli enti di controllo.
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