Il caso Haradinaj divide anche il parlamento di Pristina
Non sono bastate undici ore di discussioni accese: alla fine, il parlamento del Kosovo non è riuscito ad adottare una mozione condivisa sul caso Haradinaj. Il leader politico dell’Alleanza per il Futuro del Kosovo (AAK) nonché ex-premier del Kosovo è stato fermato in Francia lo scorso 4 gennaio, a causa di una richiesta di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità presentata dalla Serbia nel 2005.
Ieri nell’aula dell’Assemblea nazionale kosovara sono entrate due proposte di mozione concorrenti: una voluta dall’opposizione (Vetëvendosje e NISMA), l’altra dalla maggioranza (Partito Democratico del Kosovo – PDK). In entrambe figurava la richiesta alle autorità francesi di immediato rilascio di Haradinaj, così come il ritiro di tutte le accuse definite “illegali”.
Quella dell’opposizione, però, voleva al tempo stesso l’interruzione del processo di dialogo attualmente in corso tra Kosovo e Serbia sotto gli auspici dell’Unione europea. Richiesta non condivisa dai partiti al governo. Alla fine, vista l’impossibilità di giungere ad un compromesso, la seduta-fiume si è conclusa senza alcuna iniziativa concreta.
Nel frattempo le autorità di Belgrado hanno presentato alla Francia una richiesta di estradizione. Ramush Haradinaj, leader dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UÇK) nel periodo del conflitto armato in Kosovo è accusato dalla Serbia di una lunga serie di crimini che sarebbero stati commessi nel periodo 1998-99.
L’ex premier è già stato giudicato due volte dal tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia all’Aja, venendo assolto da tutte le accuse nel 2012. I crimini a cui fa riferimento la procura serba sono però diversi rispetto a quelli presi in considerazione all’Aja.
Per la giornata di oggi sono previste in Kosovo manifestazioni pubbliche in supporto di Haradinaj.
Brevi
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