Il caso Glavas scuote la Croazia

Nonostante le richieste della destra estrema, il parlamento conferma la richiesta di arresti per Glavas, l’influente politico accusato di crimini di guerra contro civili serbi. Ma gli sviluppi dei casi "garage" e "nastro adesivo" potrebbero portare il paese a elezioni anticipate

28/11/2006, Drago Hedl - Osijek

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Branimir Glavas

Per la prima volta nella storia del parlamentarismo croato, un rappresentante del supremo organo legislativo è finito direttamente in prigione. E’ successo a Branimir Glavas, fino a poco tempo fa uno dei politici più influenti del paese. Su di lui da oltre un anno si stanno conducendo indagini sulla base del sospetto fondato che sia il responsabile di una serie di crimini di guerra commessi durante gli anni 1991 e 1992 a Osijek, quarta città della Croazia. Glavas si trova agli arresti dal 26 ottobre scorso, e da allora sta facendo lo sciopero della fame, dichiarando di essere innocente e che contro di lui è in atto un processo politico. Il caso Glavas è diventato una questione scottante che da settimane continua ad essere sulle prime pagine dei giornali nazionali, ed è la prima notizia delle trasmissioni televisive e radiofoniche. Ma il caso Glavas ha scosso seriamente anche il partito di governo, l’Unione democratica croata (HDZ) del primo ministro Ivo Sanader, e potrebbe – da ciò che si sente dire negli ultimi giorni – portare anche ad elezioni politiche anticipate.

La decisione di privare Glavas della libertà era stata adottata in maniera provvisoria. Il Parlamento croato infatti, in quanto unico organo competente a decidere sull’immunità penale dei propri rappresentanti, non si era riunito nel periodo in cui Glavas era stato messo agli arresti. Poiché il procuratore dello Stato, e poi anche il giudice istruttore che stava conducendo l’indagine, avevano chiesto l’arresto di Glavas a causa delle evidenti pressioni sui testimoni, era stata la commissione parlamentare, che secondo la legge prende le decisioni mentre il Parlamento non è in seduta, a decidere che Glavas potesse essere arrestato. Tuttavia, questa decisione era temporanea e doveva essere confermata dal parlamento alla sua prima seduta. Quando ciò è accaduto, si è scatenata una vera e propria tempesta.

Il giorno dopo essere entrato nel carcere di Zagabria, Glavas ha iniziato lo sciopero della fame, dichiarando di essere stato accusato anche per una serie di orribili omicidi di civili serbi sul fiume Drava nell’inverno del 1991, con i quali lui – sostiene – non ha niente a che vedere. Fino ad allora, l’indagine sul suo coinvolgimento nei crimini di guerra era condotta esclusivamente sulla base dell’uccisione di due civili serbi che erano stati rinchiusi nel garage vicino al suo ufficio di guerra. Questo caso era stato definito dai media croati come il "caso del garage". Alcuni giorni prima che Glavas venisse arrestato, tuttavia, la polizia di Osijek ha scoperto anche il legame tra l’uomo politico e una serie di omicidi commessi sulla sponda del fiume Drava. Una decina di civili serbi erano infatti stati assassinati allo stesso modo: venivano arrestati nei loro appartamenti, portati via per essere interrogati, dopo di che, con le mani legate dietro la schiena e il nastro adesivo sulla bocca, venivano portati sulla sponda della Drava dove venivano uccisi con una pallottola alla nuca. I media croati, per il modo in cui le uccisioni venivano compiute, hanno definito questa serie di crimini le "azioni nastro adesivo".

L’indagine della polizia ha reso noto, e lo hanno confermato anche alcuni membri dell’unità che ha preso parte a questi omicidi, che dietro tutto c’era Glavas. L’accusa più pesante proviene dalla sua ex segretaria Gordana Getos Magdic, che nel periodo in cui i crimini furono commessi aveva solo 22 anni. Lei ha detto alla polizia che portava gli ordini scritti e verbali di Glavas ai soldati che poi entravano in azione. Il sistema era pensato in modo molto astuto: tre soldati arrestavano il civile serbo scelto, altri tre lo interrogavano, dopo di che veniva preso da altri tre, responsabili dell’uccisione.

Quando la polizia, scoprendo questo crimine, ha avviato anche un’altra denuncia penale contro Glavas, la procura ha richiesto l’arresto di Glavas anche sulla base delle circostanze particolarmente gravi dell’esecuzione dei delitti. Secondo la legge croata, infatti, ci sono alcune ragioni per le quali il tribunale, nella fase istruttoria, può ordinare l’arresto del sospettato. Oltre alle cose già dette, l’arresto può essere disposto a causa della possibile influenza sui testimoni (motivo per cui Glavas è stato arrestato il 26 ottobre ), per la possibilità di ripetere il medesimo delitto, e per la possibile inquietudine dell’opinione pubblica causata dalla messa in libertà di un responsabile di crimini.

Siccome il giudice istruttore, che sta conducendo l’indagine sul "caso del garage", ha richiesto il carcere solo in base alla decisione che consente l’arresto se l’accusato influenza i testimoni, esisteva la possibilità che Glavas venisse rilasciato subito dopo l’interrogatorio dell’ultimo teste. Alcuni giorni prima che ciò potesse accadere, il Parlamento croato ha iniziato la sua seduta. Nel frattempo è arrivata anche la richiesta della Procura della repubblica e del giudice istruttore che Glavas, considerando il suo coinvolgimento nel crimine scoperto recentemente dell’uccisione dei civili serbi sulla Drava, venisse messo agli arresti anche a causa delle circostanze particolarmente gravi in cui l’atto penale è stato commesso. Sicché sul tavolo del presidente del Parlamento, Vladimir Seks, si è trovata sia la richiesta di togliere l’immunità a Glavas per l’atto penale particolarmente grave, che la richiesta di togliergli l’immunità per poter svolgere l’indagine relativa al "caso nastro adesivo".

Lo sciopero della fame di Glavas – che in quel momento era entrato nella sua terza settimana – e il fatto che i suoi avvocati abbiano bombardato l’opinione pubblica croata con le dichiarazioni che il loro assistito era pronto ad andare fino in fondo, riportando suoi messaggi del tipo: "Preferisco morire che vivere in una Croazia così", e "E’ pronta la mia tomba?" – è stato sfruttato dalla destra. Non solo da quella estrema, ma anche dalla destra all’interno del partito governativo, HDZ, dominante nel periodo tudjmaniano.

Prima della seduta del parlamento, il 15 novembre, si sono incontrati segretamente: il premier Sanader (presidente del partito di governo, HDZ); il presidente del parlamento – anche lui membro dell’HDZ – Vladimir Seks; Anto Djapic – sindaco di Osijek e presidente del Partito croato del diritto, il partito più di destra del parlamento – e Vladimir Sisljagic, un membro del partito di Glavas che ha lasciato l’HDZ quando Glavas fu espulso. Su iniziativa di Djapic, che da quando Glavas è agli arresti sta conducendo le azioni per la sua liberazione, pare che questi politici si siano accordati per far rilasciare Glavas dal carcere. Secondo quanto dichiarato in seguito da Djapic, il Parlamento doveva confermare la decisione della sua commissione sull’immunità consistente nel dare gli arresti a Glavas in base all’influenza sui testimoni, ma non concedere anche la nuova richiesta di arrestarlo per la gravità dell’atto penale e per condurre le indagini nel "caso nastro adesivo". Se fosse stato votato, ciò avrebbe significato che Glavas sarebbe potuto uscire già la settimana seguente, visto che erano rimasti solo alcuni testimoni dell’accusa che dovevano essere interrogati.

Ma quando il presidente del Paramento Vladimir Seks, uno dei pochi del vertice dell’HDZ rimasti sulla linea dura, aveva intenzione di avanzare questa proposta per mandarla al voto, ha squillato il suo telefono. Il premier Sanader, presidente dell’ HDZ, ha chiesto che la votazione sull’immunità di Glavas venisse rimandata alla settimana prossima. A Sanader era chiaro che, in quanto premier di un paese che desidera entrare nell’Unione europea, non poteva permettere che il parlamento decidesse di mettere in libertà un imputato di gravi crimini di guerra.

Questa decisione di Sanader, così come il suo modo di disciplinare il proprio partito e l’ordine impartito a tutti i rappresentanti dell’HDZ di votare affinché a Glavas venisse tolta l’immunità secondo quanto richiesto dal tribunale, ha fatto infuriare Djapic. Quando il Parlamento, mercoledì scorso, con una forte maggioranza ha votato in questo modo, Djapic ha annunciato che otto suoi deputati "trasformeranno la vita di Sanader in un inferno", e che non lo appoggeranno più in parlamento. Djapic ha annunciato che andrà a sottrarre gli elettori all’HDZ, e che è sicuro che riuscirà a provocare le elezioni anticipate per la primavera dell’anno prossimo.

Ma le sue minacce, almeno per adesso, sono soltanto le minacce di chi tiene in mano un fucile scarico. Le ulteriori complicazioni del caso Glavas tuttavia, in particolare la possibilità che lui, se come ha annunciato dovesse continuare lo sciopero della fame, muoia in carcere, potrebbero complicare ulteriormente la situazione e andare a favore della destra.

Tuttavia, è difficile credere che Glavas farà veramente ciò che dice – lo sciopero della fame fino alla morte – visto che sono apparsi dei seri sospetti sul fatto che il suo sciopero sia rigidamente controllato. Nonostante il fatto che stia scioperando già da un mese, regolarmente e senza alcuna difficoltà ogni giorno egli si presenta in tribunale quando il giudice istruttore interroga i testimoni. Se si trattasse di un vero sciopero della fame, affermano gli esperti, dopo un mese lui non potrebbe funzionare in questo modo.

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