I vinili e la fine della Jugoslavia
I diritti d’autore della maggior parte delle canzoni di gruppi bosniaci, incise ai tempi della Jugoslavia, sono proprietà di case discografiche croate e serbe. E la Bosnia si sente depauperata.
La mancanza di leggi adeguate ha, una volta ancora, fatto perdere un’altra risorsa importante alla Bosnia Erzegovina. Questa volta si tratta del "tesoro" discografico di questo Paese ed in particolare di tutto il materiale discografico inciso da gruppi bosniaci prima della guerra.
Di questa vicenda si è iniziato a parlare solo pochi giorni fa quando Goran Bregovic, famoso cantautore salito alla ribalta in Europa dopo aver composto le musiche per alcuni film di Emir Kusturica, ha protestato poiché gli è stato impedito di pubblicare una raccolta di canzoni del suo vecchio gruppo, i Bjelo Dugme (bottone bianco).
I Bjelo Dugme erano considerati un gruppo di Sarajevo e sono stati per molti anni la più famosa e più venduta rock band dell’ex-Jugoslavia.
I loro album sono stati incisi sotto il marchio Jugoton che con la dissoluzione della Jugoslavia è divenuto Croatia Records. E’ proprio quest’ultima ad impedire ora a Bregovic di pubblicare la raccolta di vecchi successi del proprio gruppo.
Il direttore della Croatia Records, Sinisa Scarica, giustifica questa presa di posizione sostenendo che, secondo la legge croata, la Croatia Records possiede per 50 anni tutti i diritti sul materiale inciso.
In Bosnia sino ad ora non si era mai presa in considerazione seriamente questa questione. "Avevo richiesto fin dal 1994 che la nostra fonoteca venisse dichiarata un bene nazionale" ha affermato Sinan Alimanovic, sino ad alcuni anni fa direttore della produzione musicale della radio e televisione della BiH, "ma non è stato possibile poiché moltissimo materiale è stato praticamente regalato alle case discografiche".
La gran parte del tesoro musicale bosniaco è ora nelle mani della già citata Croatia Records e della produzione musicale della televisione di Belgrado, PGP RTB.