I pantaloni di Gotovina e il destino di Sanader
Recenti ritrovamenti di effetti personali del generale latitante Ante Gotovina potrebbero sdoganare la posizione del governo croato e avviare finalmente i colloqui tra Zagabria e Bruxelles. Le autorità croate sperano di riavviare al più presto il dialogo temendo che l’UE chiuda le porte dell’allargamento
A seguito della visita della scorsa settimana di Carla del Ponte, Zagabria, con molto ottimismo, spera che i colloqui sull’accesso all’Unione europea possano iniziare il prossimo settembre. Dopo i "no" piuttosto imbarazzanti alla costituzione europea espressi da francesi e olandesi e i timori che con ciò potrebbe essere messa in questione la continuazione dell’allargamento dell’Unione, una frase della procuratrice capo dell’Aia ha portato ottimismo a Zagabria.
"Adesso sono sicura che il governo croato desidera veramente che Gotovina sia arrestato e trasferito all’Aia", ha detto Carla del Ponte a seguito di un incontro durato un’ora e mezza col premier Ivo Sanader e ha aggiunto di essere soddisfatta della serie di azioni intraprese che consentiranno agli organi giudiziari croati di svelare dove si trova Gotovina, e che saranno utili per spezzare la rete dei suoi aiutanti e finanziatori.
Carla del Ponte il 13 giugno deve consegnare al Consiglio di sicurezza dell’ONU il nuovo rapporto sulla collaborazione della Croazia col Tribunale dell’Aia, e da questo rapporto dipende anche l’inizio dei colloqui con l’Unione. Benché la Zagabria ufficiale spera che il rapporto sin da ora possa essere positivo e che renda possibile l’avvio dei colloqui già dal mese di giugno, molto più reali sono le informazioni che giungono dai circoli diplomatici della capitale croata, secondo i quali i colloqui potrebbero iniziare in settembre. Il quotidiano di Zagabria "Jutarnji list" riferendosi a due diplomatici anonimi che erano presenti al briefing della procuratrice dell’Aia insieme con gli altri diplomatici accreditati a Zagabria, affermano che Carla del Ponte ha dichiarato che potrebbe consegnare un rapporto positivo a giugno.
Dopo il colloquio di Zagabria con Carla del Ponte, l’ottimismo del premier Sanader, che ha posto al centro dei suoi sforzi di politica estera l’ingresso della Croazia nell’UE, era più che evidente. "Sono sicuro che i cittadini della Croazia come membri equivalenti della Unione europea nel 2009 parteciperanno alle elezioni per il parlamento europeo", ha detto Sanader. All’inizio del suo mandato da premier, nel 2003, Sanader aveva affermato che la Croazia entrerà nell’UE entro il 2007.
Ovviamente, il maggior ostacolo all’ingresso della Croazia nell’UE rimane ancora il generale latitante Ante Gotovina, che il Tribunale dell’Aia, insieme al leader serbo-bosniaco della guerra, Radovan Karadzic, e al suo comandante militare Ratko Mladic, considera come sua priorità.
Lo scorso giovedì proprio mentre la procuratrice capo dell’Aia Carla del Ponte era in visita di due giorni a Zagabria, la polizia croata ha confiscato le armi del generale Gotovina trovate nel suo appartamento di Zagabria, in cui oggi vive sua moglie Dunja e il figlio minorenne Ante. La polizia in quell’occasione ha prelevato tre fucili e quattro pistole, perlopiù trofei di armi che furono dati al generale dall’allora presidente croato Franjo Tudjman e dal suo ministro della difesa Gojko Susak. Ma il vero obiettivo dell’azione di polizia, a quanto pare, non erano le armi, ma bensì la ricerca di materiale che potrebbe identificare il DNA del generale.
Siccome nell’appartamento di Gotovina a Zagabria insieme con la moglie vive pure il figlio minorenne, pare che la polizia fosse concentrata nella ricerca di tracce (capelli), con l’aiuto delle quali si potrebbe determinare il DNA del generale latitante. Cosa che serve alla polizia per dimostrare se le tracce di DNA trovate sui pantaloni che erano nella borsa gettata nei pressi di Napoli appartengono proprio ad Ante Gotovina.
In effetti, per Zagabria è di grande importanza il fatto che i carabinieri italiani alla fine di maggio nei pressi di Napoli abbiano cercato di fermare un’autovettura di marca BMW, dalla quale era stata gettata una borsa con una carta d’identità italiana falsa, su cui c’era la foto di Ante Gotovina, una patente di guida slovena falsa e un passaporto, così come suddetti pantaloni. Se si dimostrasse che il DNA trovato su quei pantaloni corrisponde al DNA del materiale preso nell’appartamento di Gotovina durante la confisca delle armi, tutto ciò potrebbe andare a favore delle affermazioni di Zagabria che il generale latitante non si trova in Croazia. E ciò, in buona parte, potrebbe facilitare la posizione del governo croato, che continua ad affermare di fare tutto il possibile per localizzare Gotovina, ma è impotente per quanto riguarda il suo arresto perché non è alla sua portata.
Poiché tutti questi avvenimenti hanno coinciso con la visita di Carla del Ponte a Zagabria e dal momento che il premier croato ha fretta di ottenere il prima possibile la data dei colloqui per l’accesso all’Unione, perché teme che – se non venisse fatto in fretta – a causa del "no" francese e olandese, si potrebbe arrivare allo stop dell’allargamento, alcuni credono che l’intero episodio napoletano sia un gioco ideato proprio dai servizi segreti.
Si afferma che uno dei servizi segreti, croati, o uno dei suoi amici italiani o sloveni, possa essere il regista dell’intera storia della borsa gettata dalla BMW. La carta d’identità falsa di Gotovina e i pantaloni sui quali sono state trovate tracce di DNA, faciliterebbero la posizione di Zagabria e confermerebbero in modo convincente che il generale latitante non è in Croazia ed è fuori dalla portata del potere croato. Ma per quanto possa essere insolito l’episodio della borsa gettata dalla BMW italiana vicino a Napoli, ugualmente insolita sembra la possibilità che un qualsiasi servizio segreto si metta ad inscenare un avvenimento che dovrebbe ingannare Carla del Ponte.
Ad ogni modo Zagabria è in grande affanno, spaventata dalla possibilità che dopo due rifiuti della costituzione europea – prima la Francia e poi l’Olanda – l’Unione europea inizi ad occuparsi di se stessa e che – come già si sente dire da alcune capitali europee – rinvii a tempo indeterminato l’accoglienza di nuovi membri.
Se ciò accadesse prima che Zagabria ottenga la data dell’inizio dei colloqui, la Croazia potrebbe trovarsi in una situazione piuttosto scomoda. Il paese, dal punto di vista della politica estera, e detto in modo figurato, potrebbe trovarsi senza bussola nelle mani, perché tutti i suoi attuali orientamenti erano diretti verso Bruxelles. E questo disorientamento potrebbe avere pure delle drammatiche conseguenze sul versante interno, in cui la posizione del premier Sanader, se l’Europa gli voltasse le spalle, resterebbe del tutto senza speranza.