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I numeri del referendum in Montenegro
Quanti sono gli elettori? In che percentuale voteranno a favore o contro l’indipendenza del Montenegro? Come voteranno le minoranze? Il referendum s’avvicina e la stampa locale ”dà i numeri”
A distanza di 14 anni dal primo referendum in cui i cittadini del Montenegro votarono a favore dell’unione con la Serbia, il prossimo 21 maggio il Montenegro si troverà nuovamente di fronte alla questione se rimanere nell’unione con la Serbia o diventare uno stato sovrano e indipendente.
L’attuale unione tra la Serbia e il Montenegro fu votata il 14 marzo 2002, mandando in pensione la precedente unione federale (RFJ) definita anche mini Jugoslavia, frutto di quel referendum di cui sopra, al quale oltre il 95% dei 421.549 aventi diritto (con un’affluenza del 66.04%) votarono per rimanere con la Serbia.
Alle prime elezioni multipartitiche in Montenegro, nel dicembre 1990, gli elettori erano 402.905. Due anni più tardi circa 429.000, e nel novembre del 1996 oltre 448.000. Alle elezioni politiche del maggio 1998 gli elettori erano oltre 457.000, mentre nel 2002 erano 458.399.
Alla vigilia del nuovo referendum il numero degli aventi diritto è di 484.718. Secondo i dati resi noti dalla Commissione per il referendum del Montenegro dei 21 comuni montenegrini il maggior numero di elettori appartiene alla capitale Podgorica, 129.083, mentre il minore al comune di Savnik 2.306.
Ricordiamo che l’affluenza alle urne dovrà superare il 50% e di questi il 55% dovrà votare "sì" alla domanda se si vuole uno stato indipendente, per far sì che la repubblica rivierasca ottenga lo status di stato indipendente e sovrano, in accordo con le regole referendarie concordate con l’UE.
Secondo il settimanale belgradese "Vreme", sulla stima di una partecipazione dell’85% di votanti, il cosiddetto blocco indipendentista, ossia la coalizione di governo più la maggior parte dei membri delle minoranze, dovrà ottenere almeno 220.000 voti. Si tratterebbe di 20.000 voti in più di quelli mai ottenuti da tutti i partiti che optano per l’indipendenza. Il DPS del premier Milo Djukanovic, l’SDP del presidente del parlamento Ranko Krivokapic, l’Unione liberale, i partiti albanesi e bosgnacchi-musulmani fino ad ora hanno ottenuto alle elezioni al massimo la cifra complessiva di 198.000 voti.
Dall’altra parte il cosiddetto blocco unionista, capeggiato dal Partito socialista popolare (SNP) di Predrag Bulatovic, non ha mai ottenuto più di 170.000 voti e alle scorse elezioni politiche, ottobre 2002, ottennero circa 150.000 voti.
Se si considerano i dati resi noti dal Comitato centrale della coalizione di governo (DPS-SDP) il vantaggio per gli indipendentisti sarebbe di circa 50.000 voti sul blocco degli unionisti. Come riporta Veseljko Koprivica sulle colonne del quotidiano belgradese "Danas", il blocco indipendentista, esclusi i voti della diaspora, dovrebbe poter contare su oltre 202.000 voti sicuri, mentre quello unionista potrebbe contare su circa 153.000 voti. Se si aggiungono i voti della diaspora – prosegue Koprivica – il blocco indipendentista potrebbe ottenere una vittoria con 55-60.000 voti di vantaggio, il che sarebbe a suo avviso nettamente superiore al 55% necessario per la riuscita del referendum.
Il blocco indipendentista conta sulla vittoria in 11 comuni, mentre gli unionisti su 8 comuni. Podgorica, Niksic e Bjielo Polje dovrebbero essere i comuni dove si condurrà la battaglia decisiva, anche se recentemente sembra che la maggioranza in questi comuni sia a favore dell’indipendenza.
Per quanto riguarda i singoli comuni, secondo i dati raccolti nei mesi scorsi dal partito di governo DPS gli unionisti potrebbero ottenere un vantaggio nel nord del Montenegro, in quei comuni al confine con la Serbia. Pljevlja e Berane godrebbero di un vantaggio, a favore dell’unione, di 5.000-7.000 voti, ma andrebbe ad annullarsi con la maggioranza indipendentista di Bijelo Polje e Rozaje. Sulla costa, Herceg Novi, al confine con la Croazia, vedrà quasi sicuramente la vittoria degli unionisti con 5.000-7.000 voti di vantaggio. Una vittoria che potrebbe essere neutralizzata dal voto a favore dell’indipendenza dei comuni costieri di Kotor, Tivat, Budva e Bar.
Per quanto concerne le appartenenze nazionali, il settimanale "Vreme" riporta i dati di un’indagine raccolta da centro di ricerca CEDEM. Secondo questo centro d’indagine gli albanesi interrogati hanno espresso il 95% di consensi a favore del distacco dalla Serbia. I montenegrini voterebbero al 72.7% per l’indipendenza, 14% contro, 12.7% non andrà a votare, mentre i serbi per l’82.5% voteranno a favore dell’unione, il 6% contro e l’11.6% non voterà. Per l’indipendenza voterà l’80.2% dei bosgnacchi-musulmani, mentre solo il 2.3% si esprimerà a favore del mantenimento dell’unione e il 17.5% non andrà a votare.
Questi dati sono pressoché confermati anche dai rappresentanti delle minoranze. Così l’Iniziativa civica croata si è detta a favore di un Montenegro indipendente e un analogo messaggio è giunto da parte della comunità bosgnacca e da quella albanese. A favore dell’indipendenza dovrebbero votare pure i rom del Montenegro, come comunicato dalla ONG Centro rom per la strategia, lo sviluppo e la democrazia. Secondo i dati di questa organizzazione, in Montenegro ci sono circa 12.600 rom, ma non si sa con precisione quanti abbiano il diritto di voto.
Stando ai recenti sondaggi condotti dalle agenzie montenegrine Damar e CEDEM è stato stimato che l’opzione indipendentista potrebbe ottenere tra il 56 e il 57% di voti a favore, mentre tempo fa le agenzie belgradesi Strategic Marketing e Marten Board avevano rilevato una percentuale a favore del distacco dalla Serbia pari al 52-53%. Tenendo presente che la possibilità di []e relativa ai dati delle indagini statistiche di tutte le agenzie è di + – 3%, si evince che l’esito del referendum potrebbe sfociare in quella ormai nota "zona grigia", ossia sotto il 55% ma più del 50%.
In molti temono che l’esito del referendum finisca in uno scarto di voti definita dagli opinionisti "zona grigia". Vittoria agli indipendentisti ma senza raggiungere il 55% dei voti necessario all’indipendenza. In questo caso paradossalmente entrambi gli schieramenti potrebbero dichiararsi vincitori. Secondo le dichiarazioni ufficiali dei rappresentanti UE però non esisterebbe alcuna "zona grigia": se non dovesse essere raggiunto il 55% dei voti il Montenegro semplicemente non potrà dichiararsi indipendente.
In realtà, secondo gli analisti, entrambi gli schieramenti risulterebbero perdenti. Le riforme di cui il paese necessita sarebbero di nuovo ostaggio delle accese liti tra i partiti degli opposti schieramenti concernenti lo status del paese, mentre l’unione di Serbia e Montenegro dovrebbe fare i conti con una maggioranza montenegrina che si è espressa per la sua cancellazione.