I diritti dei disabili in Macedonia

Una campagna di successo organizzata dalla ONG Polio Plus è riuscita a far raccogliere quasi il doppio delle firme necessarie per inoltrare al parlamento macedone una proposta di legge a favore dei diritti dei disabili

13/01/2006, Risto Karajkov - Skopje

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"La vostra firma è legge!" Sotto questo slogan all’inizio di novembre 2005 la ONG Polio Plus ha lanciato una campagna per raccogliere le firme necessarie a promuovere una proposta di legge a favore della protezione dei diritti e della dignità dei disabili in Macedonia.

In due mesi dal lancio della campagna sono riusciti a raccogliere 17.000 firme in tutto il paese, 7.000 in più di quelle richieste dal minimo legale per potere inoltrare la proposta di legge al parlamento.

"E’ il primo tentativo di questo tipo nel paese", hanno detto orgogliosamente le persone della Polio Plus. Loro hanno scelto la via più difficile per avviare una proposta di legge – mediante l’appoggio popolare. Vogliono evitare la lobby dei partiti politici.

"Si tratta della prima iniziativa riuscita di questo tipo su tutto il territorio nazionale" ha detto il signor Zvonko Savrevski, presidente di Polio Plus, "la raccolta di 10.000 firme non significa che la proposta passerà, ma che entrerà nell’iter parlamentare. Ci piacerebbe che l’iter fosse il più breve possibile".

Solo due degli alti funzionari di governo hanno firmato la petizione, il presidente Branko Crvenkovski e il presidente del parlamento Ljupco Jordanovski. Mentre sulla lista ci sono i nomi di 40 sindaci.

"La proposta non si occupa di nuovi diritti per la gente disabile", dice Savrevski, "ma piuttosto fissa quelli esistenti in un sistema". Il presidente di Polio Plus spiega che il tema legato ai disabili è trattato da circa 100 parti della legislazione macedone. "Tutti questi disegni di legge sono di periodi differenti, si riferiscono a tematiche differenti, e sono tutti incoerenti fra loro". La nuova legislazione dovrebbe coordinare i meccanismi esistenti e attuare la loro implementazione.

I disabili in Macedonia sono lontani dal godere delle condizioni per ottenere i loro pieni diritti.

"Siamo cittadini di secondo grado in questo paese", afferma uno studente disabile.

Le istituzioni pubbliche alle quali i disabili possono accedere sono veramente poche. Scalini, marciapiedi, alte barriere, assenza di rampe d’accesso, sono tutti ostacoli fisici ad un accesso paritetico. E questa è solo la superficie delle cose.

"Il processo per rimuovere le barriere è troppo lento. Se vi guardate attorno, vedrete molte istituzioni pubbliche, persino gli ospedali, che non hanno ancora l’accesso per le persone disabili.", afferma Miodrag Ignjatovic del Corpo di coordinamento per eguali diritti delle persone disabili.

"Gli standard esistono, ma non vengono rispettati" commenta la professoressa Zorica Blazevska, della Facoltà di Architettura.

Oltre alle barriere architettoniche le persone disabili hanno pure un limitato accesso all’educazione e al lavoro.

Recentemente il governo ha tracciato due parcheggi per i disabili nell’area parcheggio dell’ufficio del governo e il parlamento ha installato due ascensori per disabili.

"Non ci saranno nastri rossi", ha dichiarato Jordanovski, "Mi vergogno, avremmo dovuto farlo tempo fa".

Prima che gli ascensori fossero installati, le delegazioni delle ONG di disabili, quando venivano ad incontrare i funzionari, venivano fisicamente portate in giro per le sale degli incontri nel parlamento.

Essere disabili è una difficoltà in un paese povero come la Macedonia. Ci sono incentivi legali per le aziende che assumono disabili – esenzioni sull’indennità di malattia, pensioni, benefit di protezione sociale, e deduzione fiscali, ma solo poche aziende ne usufruiscono. E ce ne sono di quelle che ne fanno un cattivo uso. Una recente ricerca ha rivelato che il 9% delle aziende del paese ha impiegato disabili. Questi ultimi vengono più spesso impiegati nelle industrie alimentari, tessili e della lavorazione del legno.

Il governo è andato ripetutamente riducendo la parte di sostegno ai disabili.
"Da quando questo governo ha assunto l’incarico, hanno ridotto di metà il sussidio per ‘la cura delle altre persone’", afferma Elvar Muarem, presidente di "Shpresa", un’associazione di disabili.

Alcune categorie di persone con gravi forme di disabilità sono semplicemente bloccate. Non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Spesso si bloccano nei corsi burocratici e non possono accedere all’assistenza che si meritano.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Stevce Jakimovski, ammette che il governo ha una ridotta capacità di aiutare i disabili.

"Il ministero del lavoro e delle politiche sociali è per il 90% del lavoro e per il 10% per le politiche sociali", ha sostenuto il ministro in occasione della recente apertura di un centro per le persone affette da paralisi celebrale.

All’inizio dello scorso anno un gruppo di studenti disabili aveva protestato contro l’Università perché non garantiva un’accessibilità equa. Aveva criticato l’assenza di rampe, di un equipaggiamento per gli studenti con disabilità concernenti l’udito e la parola, l’isolamento degli studenti disabili in stanze segregate.
"Il diritto all’educazione è uguale per tutti", avevano detto gli studenti. E avevano fatto richiesta di cambiamenti.

Il rettore, Gjorgi Martinovski, si era scusato dicendo che serve parecchio denaro. "Si tratta di provvedimenti costosi, ma cercheremo di trovare i mezzi necessari e di consentire agli studenti di frequentare i corsi", aveva detto Martinovski.

Oltre alla questione economica, c’è un’altra cosa di cui bisogna parlare – l’accettazione culturale dei disabili da parte della società. Nonostante le cose stiano cambiando, permane ancora un atteggiamento mentale secondo il quale "la disabilità è una vergogna" e va tenuta all’interno della famiglia. Urge quindi pure una sensibilizzazione della popolazione.

Nel 2004, al tempo delle Olimpiadi di Atene, il quarantenne Mile Stojkovski stupì il pubblico macedone viaggiando fino alle Olimpiadi con la sua sedia a rotelle. Fece 700 chilometri. Disse di averlo fatto per dimostrare che anche i disabili sono capaci di conquiste.

"Per dire che anche noi esistiamo, e che siamo in grado di impegnarci ed avere successo", disse Stojkovski.

Fu accompagnato nel suo viaggio dalla figlia di 13 anni.

Il signor Stojkovski ha preso parte alla campagna organizzata da Polio Plus viaggiando di città in città con la sua sedia a rotelle, e in cerca di appoggio ha percorso 1500 chilometri. Prossimamente ha deciso che vuole andare fino a Pechino.

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