I custodi della Val Rugova
Mustafa fornisce gli alloggi, Agim fa da guida. Entrambi credono fermamente che la Val Rugova abbia tutte le carte in regola per diventare a breve la destinazione per eccellenza delle attività outdoor in Kosovo. Una doppia intervista
Il sole sta tramontando sulle cime della Val Rugova. Siamo seduti sotto un pergolato fuori dalla casa di Mustafa Nikci, uno degli abitanti della valle che è anche il nostro ospite. Al nostro fianco Agim Hagku, detto “Yole”, che è la nostra guida nella Val Rugova.
Mustafa fornisce l’alloggio, Agim fa da guida ai turisti lungo i sentieri della valle. Agim è stato uno dei primi a portare in giro visitatori e a lavorare per lo sviluppo turistico della zona. Il “pacchetto” turistico prevede infatti cena e pernottamento nelle case della valle: la cena è stata ottima, quasi interamente preparata in casa, con latte, formaggi e yogurt, frutta e verdure dell’orto di casa.
La casa, estremamente confortevole e pulita, fa parte del gruppo di case che costituiscono l’albergo diffuso gestito da Rugova Experience e servono come punti d’appoggio per coloro che fanno trekking in Val Rugova, oppure vogliono semplicemente passare un week end in montagna.
Mustafa Nikci vive da aprile ad ottobre in Val Rugova, dove tiene del bestiame. Il resto dell’anno lo passa a Peja/Peć. Con lui, ci sono la moglie, la figlia e altri membri della famiglia con i bambini che sono venuti qui a passare il week end. La casa si trova a circa 20 chilometri da Peja/Peć. Dopo aver lasciato l’asfalto della strada principale ci siamo inerpicati lungo le strade bianche per molti chilometri fino ad arrivare a casa di Mustafa, che è situata a circa 1200 metri di altezza.
Qual è la storia della Val Rugova?
Mustafa: Nella valle ci sono 13 villaggi e in ogni villaggio ci sono circa 30-40 case abitate dai proprietari – circa 1.000 persone – per lo più durante l’estate. Prima della guerra in ogni villaggio c’erano dalle 15 alle 20 dove si viveva in permanenza. Principalmente ci si occupa di allevamento e agricoltura. In passato qui le condizioni di vita erano molto difficili, mancavano strade e infrastrutture, fabbriche e quindi posti di lavoro. Durante il recente conflitto tutte le case sono state incendiate e la gente in gran parte si è trasferita in città. Ora hanno iniziato a ritornare: numerose organizzazioni non governative hanno ricostruito le case e negli ultimi 5-6 anni è stato registrato un incremento nel numero di persone che vivono in Val Rugova.
E l’esperienza col turismo?
Agim: Tra chi vi ha lavorato vi è SeeNet che ha iniziato a organizzare degli incontri, dei veri e propri campi nella valle. Poi Fatos (un abitante della valle), ha proposto di cooperare con Rugova Experience e così è iniziata questa nuova esperienza. Rugova Experience, creata con il supporto del associazione ‘Tavolo Trentino con il Kossovo’, ha iniziato a creare possibili percorsi di escursionismo e poi pian piano la gente ha iniziato ad offrire le case come alloggio per i turisti. Così è partito il tutto. Poco a poco sta diventando un mini boom, soprattutto negli ultimi due anni: appena è aumentata la capacità ricettiva gli ospiti sono arrivati e Mustafa ha subito offerto la sua casa.
E durante l’inverno?
Agim: Mustafa viene qui ad aprile e vi rimane fino a fine ottobre… durante l’inverno è difficile rimanere, cade anche un metro e mezzo di neve. Sono solo quattro i villaggi abitati durante tutto l’inverno: uno di questi, Boge, è anche un centro sciistico e quindi rimane aperto. Boge ha uno skilift lungo un chilometro e mezzo e numerose case affittate durante i week-end invernali. C’è anche un piccolo hotel che funge da centro di riabilitazione per malattie respiratorie edallergie. Ci sono anche buone possibilità per lo scialpinismo e le racchette da neve. Insomma buone prospettive anche per i mesi invernali.
Da dove vengono gli ospiti?
Mustafa: Gli ospiti vengono un po’ da dappertutto: inglesi, italiani, estoni, svizzeri, tedeschi… La gente viene mandata qui da Rugova Experience. Di solito vengono per il week end, in quel caso, un programma tipico per loro comprende un trekking di circa 7 ore sulla montagna Hajla, alta 2.400 metri. Poi si ritorna qui al villaggio, si dorme la notte e il giorno dopo si prosegue per la montagna di Stedim, un’altra escursione di 6 ore. Si ritorna qui e si scende verso Peć/Peja a fine giornata. Per lo più sono persone che vivono a Pristina e lavorano per le varie organizzazioni internazionali.
In altre zone della Val Rugova ci sono anche bungalow che vengono utilizzati per i gruppi turistici che vengono dall’Albania. Questa zona è stata inserita in pacchetti turistici venduti da parte di agenzie turistiche albanesi. I pacchetti comprendono cinque giorni al mare in Albania e cinque giorni in montagna con trekking che passano per il Kosovo e vanno in Albania, nella zona di Valbona. La zona ha beneficiato del fatto che l’Albania sta diventando un’importante destinazione turistica per tutta l’Europa.
Che futuro vedete per la Val Rugova? Che cos’altro serve?
Agim: Dal momento che le presenze aumentano, sarà necessario incrementare anche le capacità ricettive della valle. Rugova Experience pensa già di includere nell’offerta altri 5-6 villaggi e collegarli da una rete di sentieri che vada di villaggio in villaggio. Come inizio, va bene, siamo soddisfatti, ma occorre pensare a cosa aggiungere. Servono inoltre altre guide, che facciano questo lavoro di mestiere e con professionalità. Già dall’anno prossimo bisognerà pensare a questo.
Continuando a questo ritmo, con le reti di sentieri che si creano verso Albania e Montenegro: circa 250 chilometri di sentieri attraverso i confini, si potranno creare dei trekking di più di 10 giorni e quindi sarà più facile mantenere la gente nei villaggi. Ma occorre ancora lavoro, bisogna creare i sentieri, posizionare la segnaletica, trovare i punti d’appoggio e soprattutto lavorare sul marketing e sulla promozione. Vi sono percorsi di tutti i tipi, da quelli facili a quelli molto difficili. Da parte nostra riteniamo che questo possa essere un’ottima opportunità per chi voglia occuparsi di questo settore a tempo pieno. Chiaro, se e solo se, ci sarà qualcuno che lo voglia fare.