I Balcani e l’Islam visti dall’Europa centrale: la deriva dei sentimenti

Quale il legame che persiste tra Balcani e Europa centrale? E come vengono percepiti i musulmani dei Balcani? Un’intervista

26/10/2017, Biljana Jovićević -

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Kosovo - Daniele Dainelli

(Pubblicato originariamente da Radio Free Europe e selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)

Dopo quelle austriache, le elezioni in Repubblica Ceca hanno confermato la vastità dell’ondata xenofoba e islamofoba che sommerge l’Europa centrale. Questa regione era in altri tempi direttamente legata ai Balcani attraverso l’impero autro-ungarico e ha continuato a dare prova di solidarietà all’epoca delle guerre jugoslave, ma adesso sembra ripiegata su se stessa. Abbiamo incontrato lo storico ceco František Šistek, ricercatore all’Istituto di Storia dell’Accademica ceca di scienze e titolare della cattedra sui Balcani alla Charles University di Praga.

All’inizio di ottobre, lei ha organizzato una conferenza a Praga titolata "Europa centrale e musulmani dei Balcani: relazioni e rappresentazione". Che cosa l’ha spinta a scegliere questo tema?

 

Già da qualche tempo, lavoro sulle immagini, le rappresentazioni e gli stereotipi dei Balcani e dunque anche sulla questione dei musulmani nei Balcani. Con la mia collega Ladislava Latkya, specialista di storia della Bosnia Erzegovina e delle relazioni tra la Repubblica Ceca e questo paese, abbiamo voluto porre le nostre ricerche in una prospettiva comune. Abbiamo invitato dei ricercatori da più paesi dell’Europa centrale e dei Balcani, in particolare dell’ex-Jugoslavia, per trattare dei rapporti che i paesi dell’Europa centrale intrattengono con i musulmani dei Balcani a partire dal XIX secolo e dalle guerre ottomano-asburgiche fino ai giorni nostri.

Possiamo stabilire dei paralleli tra il passato e il periodo contemporaneo?

Ci sono delle similitudini, ma anche delle grandi differenze. Tutto sembrava più semplice nel XIX secolo, quando l’impero degli Asburgo era relativamente forte nella regione, prima del cedimento dell’Austria-Ungheria. Oggi, abbiamo degli stati post-asburgici e post-socialisti. E’ più complicato. Anche se Internet è dappertutto, non siamo mai stati così tanto estranei gli uni nei confronti degli altri. In questi piccoli stati dei Balcani, le persone sono molto isolate, si conoscono male.

Prendiamo l’occupazione della Bosnia Erzegovina da parte dell’Impero Asburgico e consideriamo retrospettivamente tutto ciò che vi è stato costruito: si può immaginare Sarajevo senza gli edifici di quel periodo? Eppure, questa occupazione, nel 1878, fu sanguinosa, con numerosi combattimenti e all’inizio la popolazione insorse. Già all’epoca, c’erano dunque allo stesso tempo, appelli alla tolleranza, ma anche idee rigide ed islamofobe.

​Al momento della sanguinosa disgregazione della Jugoslavia, la Repubblica Ceca ha accolto un gran numero di rifugiati, la maggior parte provenienti dalla Bosnia Erzegovina. I musulmano bosniaci erano i più vulnerabili. All’epoca, l’attitudine nei loro confronti era molto diversa da quella di oggi in rapporto ai rifugiati del Medio Oriente.

Ci furono in effetti molti rifugiati della Bosnia Erzegovina, dei quali una maggioranza bosgnacchi. Ma c’erano anche membri di altre comunità e tutti erano trattati come jugoslavi. In Repubblica Ceca, esisteva una sorta di amore per la Jugoslavia, una simpatia vecchia di molti decenni. Dispiacque vedere la Jugoslavia disintegrarsi. Non lo compresero, non più di quanto comprendessero le differenze tra croati, serbi e bosniaci. Questi rifugiati erano considerati degli sfortunati che subivano una sorte avversa. Ma a partire dal 1999, questa attitudine è cambiata. I rifugiati dal Kosovo, per la maggior parte albanesi e di confessione islamica, hanno cominciato ad affluire. L’opinione negativa è allora divenuta tangibile. Questi rifugiati non erano slavi, contrariamente ai bosniaci, e la retorica anti-Islam ha iniziato ad occupare sempre di più lo spazio del discorso pubblico. Per quanto concerne i musulmani del Medio Oriente, la situazione attuale è ancora più drammatica.

Oggigiorno, come sono percepiti i musulmani dei Balcani, non solamente nella Repubblica Ceca, ma anche in tutto l’est Europa?

La maggior parte dei cechi non è conscia dell’esistenza di musulmani nei Balcani, né che i musulmani siano diversi tra loro. Anche se gli esperti puntano l’attenzione sul fatto che l’Islam è una grande religione e che esiste una ricca diversità tra l’Indonesia e il Marocco, tra la Bosnia Erzegovina e la Turchia, il discorso contemporaneo sull’Islam resta, secondo me, largamente globalizzato.

L’Islam è considerato come un fenomeno monolitico. Secondo questa credenza, i musulmani sarebbero gli stessi ovunque e sempre, poco importa la loro origine. Ci sono delle persone che hanno viaggiato attraverso i Balcani e che ne hanno riportato un’esperienza personale. Ma si tratta di una minoranza istruita, cosciente che i musulmani balcanici sono molto vicini a noi e che l’Islam dei Balcani non è una religione a noi estranea.

Lei segue l’attualità nei Balcani. Avete sentito della campagna lanciata da certi politici croati, tra cui la presidente Kolinda Grabar-Kitarović, secondo cui vi sarebbero molte migliaia di islamisti radicati in Bosnia Erzegovina, sebbene i servizi di sicurezza bosniaci abbiano confutato queste ipotesi? Il presidente ceco, Miloš Zeman, condivide questa opinione…

Tanto per cominciare, non bisogna prendere Miloš Zeman sul serio. Poi, si assiste ad una sorta di radicalizzazione. La Croazia oggigiorno è più nazionalista rispetto a dieci anni fa. Ma queste dichiarazioni non risalgono a ieri. Sono gli stessi discorsi utilizzati dai nazionalisti serbi negli anni ’90. Si tratta di un tentativo di tradurre un contesto globale su un piano locale, come un’arma da guerra tra due nazionalismi esacerbati, croato e bosniaco. In Bosnia Erzegovina, le relazioni tra queste due comunità sono attualmente pessime. I politici si servono della retorica della radicalizzazione per assicurarsi il loro seggio. É così dagli anni ’90.

Mentre l’islamofobia si propaga, queste prese di posizione non rischiano di gettare olio sul fuoco?

Si tratta di folklore politico, non bisogna prenderlo troppo sul serio

E il presidente Zeman, non bisogna prendere sul serio nemmeno lui?

Assolutamente no!

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