Citando una fonte ritenuta attendibile Koha Ditore, il maggiore quotidiano del Kossovo, ha riferito che dieci membri della Guardia di Finanza italiana, attualmente parte dell’Unità responsabile sul fisco dell’UNMIK, potrebbero lasciare il Kossovo quando, a fine luglio, scadrà loro il contratto. Il quotidiano riporta che il motivo alla base di questo sarebbe il fatto che l’UNMIK non è più disposta a coprire, dopo questa data, i loro stipendi.
Attualmente ai membri della guardia di Finanza viene corrisposto sia il salario usuale che una diaria giornaliera di 70 dollari. Tutto a carico del budget UNMIK. L’amministrazione internazionale avrebbe però chiesto al Governo italiano di prendersi carico del salario mensile dichiarandosi invece disposta a continuare a coprire la diaria giornaliera.
La fonte di Koha Ditore, un funzionario internazionale che rimane però anonimo, ha dichiarato che sarebbero comunque in corso trattative tra funzionari italiani e l’UNMIK. La situazione momentaneamente sarebbe però allo stallo e, se così restasse, implicherebbe il rientro a casa dei dieci italiani oppure l’accettazione di una paga mensile esclusivamente limitata alla diaria giornaliera, cosa da loro già rifiutata.
Mentre continuano le trattative l’UNMIK ha già ricevuto da altri Paesi l’offerta di propri investigatori del fisco per rimpiazzare quelli della Guardia di Finanza. Ma la fonte di Koha Ditore ha fatto notare come la sostituzione dei funzionari italiani porterebbe solo ad inefifcenze poiché servono mesi di lavoro per capire "chi è chi" e "cosa accade in Kossovo".
Gli investigatori della Guardia di Finanza sono arrivati in Kossovo lo scorso settembre e sono subito stati impiegati in indagini su grossi casi di corruzione con implicazioni penali. "La Guardia di Finanza, esperta nel contrastare i gruppi mafiosi, aiuterà l’UNMIK a rafforzare la propria politica di ‘tolleranza zero’ nei confronti del crimine" dichiarò Micheal Steiner, a capo dell’amministrazione internazionale, al loro arrivo aggiungendo poi che "nessuno, né kossovaro né internazionale sarà escluso dai nostri sforzi di combattere il crimine".
Sino ad ora il lavoro dei finanziari aveva portato ad un unico intervento. La confisca di materiale e documenti presso gli uffici del direttore generale delle Poste kossovare Leme Xhema. Agron Bajrami, un’analista molto conosciuto, ha richiesto in un’editoriale al Governo del Kossovo che si prenda carico degli stipendi dei finanzieri in modo da garantire la prosecuzione del loro lavoro. Secondo Bajrami alcuni vorrebbero che la guardia di Finanza lasciasse il Kossovo in modo da evitare "possibili scandali".
Sullo sfondo della vicenda rimane comunque una delle contraddizioni della cooperazione allo sviluppo. Funzionari ed esperti garantiscono spesso permanenza che raramente superano l’anno. Questo causa disfunzioni evidenti poiché si rischia, con ogni nuovo arrivato, di dover cominciare tutto o quasi da capo.
dal nostro inviato dal Kossovo